Da Il Popolo del 08/04/1978

Il messaggio della famiglia Moro

Questo umanissimo messaggio, che interrompe l'esemplare e tenace riserbo con cui la famiglia Moro, raccolta in se stessa, vive con intuibile angoscia questo dramma tremendo che scuote il Paese intero, rende esplicita, per tutti coloro che, insieme all'uomo politico, apprezzano in Aldo Moro le grandi virtù civili e cristiane di una rettitudine senza macchia, la dimensione della sofferenza e del dolore. Sentimenti che ripropongono - al di là degli aspetti più propriamente politici di questa tragica vicenda - la realtà intima di un evento che tocca e sconvolge gli affetti e i sentimenti più profondi e più nobili. Per capire il senso delle grandi crisi, è necessario riportare tutto alla misura dell'uomo, che è sempre solo di fronte ai grandi temi dell'esistenza e della storia. Una storia che per il cristiano è necessariamente universale - perennemente sospesa sul crinale fra il bene e il male, fra la salvezza comune e la perdizione. In questo quadro tormentato - nel quale riemergono i segni di una nuova sanguinosa barbarie - la vicenda di Moro si pone al centro dell'area più sacra e più minacciata della nostra civiltà. Il dolore della sua famiglia, al quale ci sentiamo profondamente associati, ripropone un problema che va oltre il dato puramente politico, pur importante e centrale. E per questo ci sembra doveroso - fatti salvi i grandi principi della costituzione democratica e della rigorosa salvaguardia delle prerogative dello stato repubblicano - che nessuna strada, nessuna possibilità di restituire l'on. Moro innanzitutto ai suoi cari possa restare inesplorata.

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