Da Misteri D'Italia del 21/02/2005

Anni di piombo: parte male il dibattito sul superamento

di Sandro Provvisionato

Sotto la spinta emotiva delle rivelazioni di Achille Lollo a proposito del rogo di Primavalle (ne parliamo nella DOCUMENTAZIONE) tornano nuovamente ad affacciarsi i fantasmi degli anni di piombo e riemergono i nodi mai sciolti di quel periodo di profonde e radicate ideologie che generarono sangue e disperazione.

Ancora una volta, quindi, si ripropone la questione degli anni Settanta e Ottanta sui quali esiste solo una verità giudiziaria parziale, confusa e spesso contraddittoria e nessuna volontà politica di arrivare ad una soluzione di pacificazione.

Per chiudere quegli anni non servono accuse reciproche tra destra e sinistra, non servono anatemi sui fascisti stragisti e i comunisti sanguinari. L'unico modo, vero, reale, concreto per cominciare è un grande confronto politico che sappia in primo luogo storicizzare e contestualizzare quel periodo.

In secondo luogo è necessario lo sforzo di spogliarsi dei miliardi di pregiudizi radicati e ottiche divergenti per tentare una sintesi comune. La terza cosa da fare è cominciare da tutte le parti, Stato e forze politiche comprese, a dire la verità. A raccontare - a fronte di un'iniziativa politica che chiuda tutte le pendenze giudiziarie - come davvero sono andati i fatti.

Il metodo che invece sembra prevalere e più interessare non solo uomini politici e protagonisti di allora, ma anche e soprattutto i media è quello di spettacolarizzare e, soprattutto, isolare i singoli episodi, astraendoli dal contesto in cui sono accaduti.

Prendiamo proprio la strage di Primavalle. Oggi un atto come quello che tolse la vita ai fratelli Mattei (l'incendio della porta d'ingresso di un palazzo in cui vivevano il segretario della sezione missina del quartiere e la sua numerosa famiglia, moglie e sei figli) non sarebbe neppure lontanamente prevedibile nell'ambito della normale lotta politica. In quegli anni, invece, la lotta politica non era affatto normale. In quegli anni esistevano, come pratica quotidiana, sia l'antifascismo militante, sia l'anticomunismo militante.

Non è questa la sede - per questo c'è il sito www.misteriditalia.com - per una ricostruzione dettagliata di quanto accadde tra il 1968 e l'inizio degli anni Ottanta o anche semplicemente nel solo 1973. Ma basterebbe una semplice cronologia dei fatti per inquadrare cosa stava accadendo in Italia in quegli anni. Una cronologia, un susseguirsi di fatti e avvenimenti, non giustifica certo atti di sangue, ma serve a capire perché la malapianta della violenza e spesso di una violenza assurdamente criminale crebbe con tanto rigoglio di frutti e di semi.

Chi volesse davvero capire quegli anni e dopo averli letti e compresi decidesse di voltare pagina, davvero, dovrebbe porsi le seguenti domande:

Che cosa è stato il movimento degli studenti del '68?

A che pulsioni politico-sociali rispondeva?

Chi interruppe la crescita di quel movimento che stava saldandosi con quello operaio e perché?

Perché per interrompere il sogno di una generazione si usarono i fascisti, i sevizi segreti, le stragi e la polizia e i carabinieri che sparavano nelle piazze?

Cosa condusse quel movimento a frantumarsi in piccoli (e spesso ridicoli) gruppetti politici?

Chi facilitò la ripresa di ideologie resistenziali e antifasciste a 23 anni dalla fine della guerra?

Che ruolo ha avuto la guerra fredda ed il mondo diviso in blocchi in questa crescita esponenziale della violenza?

Come cominciò a maturare in seno a quella generazione l'idea di una rivoluzione violenta, via via sempre meno di massa, ma chiusa nella clandestinità del terrorismo?

Che gioco giocarono i vari Uffici Affari Riservati del Viminale, i carabinieri, i servizi segreti?

Perché un'intera generazione, di destra o di sinistra poco importa, venne criminalizzata e abbandonata a se stessa?

E questo per limitarsi solo alle domande iniziali, quelle che servirebbero ad aprire un vero dibattito.
Un dibattito lungo, intendiamoci. Un dibattito difficile nel quale ognuno deve mettere la verità che conosce sul tavolo.

Eppure anche in questo caso il dibattito sugli anni di piombo è cominciato male.
Sul Giornale, l'attuale ministro dell'Agricoltura Gianni Alemanno, sembra volersi limitare ad una conta dei morti. Chi ha ammazzato di più è il più cattivo. Facciamo la somma e poi diciamo chi è stato il peggiore, a destra o a sinistra.

La questione è un'altra. O ammettiamo che i terroristi, gli stragisti, i "gambizzatori", i sequestratori, i tanti neofascisti e i tantissimi comunisti dalle varie sfaccettature sono tutti - nessuno escluso - dei marziani che, scesi dalla loro astronave hanno cominciato, appunto, a terrorizzare, ad ammazzare nel mucchio, a sequestrare, ad alzare il braccio teso o il pugno chiuso, oppure dobbiamo fermarci a riflettere.

Di chi sono figli costoro? Che Italia era quella degli anni Settanta? Cosa è stata la Democrazia Cristiana? Ed il Partito comunista ha colpe? Il Msi ebbe un ruolo?
Studiare, riesaminare, vagliare, interrogare ed interrogarsi.
Questo non vuol dire cercare la solita, sciocca, memoria condivisa, operazione impossibile e anche questa di mera contabilità mortuaria.
Questo vuol dire mostrare che l'Italia è finalmente un paese a democrazia matura che non ha paura di fare i conti con la propria storia e anche con i propri errori.

L'alternativa è parlare della strage di Primavalle da parte di giovani militanti di Potere operaio o dell'assassinio dell'agente Marino ad opera di una manifestazione neofascista (avvenuto solo pochi giorni prima) senza comprendere il perché l'una e l'altro sono accaduti.
Perché tre o sei ragazzi decidono di spaventare (con il rischio di uccidere, come poi è avvenuto) una famiglia di sottoproletari neofascisti? Perché due neofascisti (Loi e Murelli) scelgono di portare bombe a mano ad un corteo politico?
Senza queste risposte quei fantasmi resteranno sempre al loro posto, utili solo a far polemica sui giornali, fantasmi a puro uso politico. Fantasmi per sempre.

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