Da L'Unità del 15/02/2006
Originale su http://www.unita.it/index.asp?topic_tipo=&topic_id=47465

Da Evola alle galere

di Bruno Gravagnuolo

Articolo presente nelle categorie:
Servizi segreti, spie e dintorniServizi Segreti italiani
Fino ad ora la maglia nera mediatica se la sono aggiudicata Gaetano Saya e signora, quelli degli insulti e delle minacce a noi de l’Unità. Ma, a parte proclami e vicende giudiziarie che rischiano di ostacolare l’intesa tra il fondatore del Nuovo Msi e Berlusconi non c’è solo Saya nelle nozze fasciste con la Cdl. Il matrimonio è frastagliato e ingloba un arcipelago più vasto.
Con liste e presenze nettamente connotate che mettono in circolo tossine ben note nella storia recente.

Tossine neofasciste all’ombra di Alessandra Mussolini, oltre che di Saya su cui torneremo. Cominciamo da Adriano Tilgher, capo del Fronte Sociale Nazionale, nato a Taranto nel 1947, omonimo e quasi omologo di quell’Adriano Tilgher letterato e filosofo pragmatista prima gobettiano e nemico di Gentile poi finito fascista. Tilgher jr a differenza del predecessore vanta coerenza ferma e immarcescibile. Gavetta nei primi anni 60 con Stefano delle Chiaie, primo fondatore di Avanguardia Nazionale, rifonda nel 1970 quel gruppo disciolto a fine anni 60. Va in prigione per ricostituzione del partito fascista nel 1975 e ne esce per farvi ritorno perché accusato di aver partecipato alle stragi dell’Italicus e della stazione di Bologna. Poi è di nuovo fuori, prosciolto e con un indenizzo. Ma nel 1990 dà vita alla Lega Nazionalpopolare, ennesimo gruppuscolo del proteiforme magma nero che va da Ordine Nuovo, a An, alla Lega Np, ai Nar, ad Alternativa Nazional popolare. A Fronte nazionale e al Fronte Sociale nazionale, due costole di «Fiamma Tricolore» di Rauti da cui Tilgher si scinde nel 1996.
Ma è Avanguardia Nazionale la matrice, il seme originario tilgheriano. Lì, in polemica col «moscio» Msi di Michelini, Adriano fa le prime prove, impara e si abbevera. All’insegna della «Runa», simbolo indoeuropeo dell’antico alfabeto celtico che comincerà a comparire sulle mura di Roma, irradiato da qualche centinaio di militanti e squadristi acquartierati dietro il Pantheon. E le fonti sono: Codreanu, leader delle Croci di ferro rumeno. Ezra Pound, l’aristocratico letterato d’avanguardia Usa, ossessionato dal dominio ebraico del denaro e propagandista alla radio di regime nei primi anni 40. E poi ancora Drieu La Rochelle, letterato francese suicida filonazista, compagno di Brasillach condannato a morte per collaborazionismo e delazioni contro gli ebrei. Poi naturalmente la «rivoluzione nazional-socialista», ben altra cosa dal fascismo e solo in parte raggiunta dall’epica della Rsi. Con gli anni le cose si stemperano, ma l’impronta neofascista ed evoliana rimane in Tilgher. Già, Julius Evola, altro autore di cult di tutta la destra radicale. Non solo era di moda fin dai tempi di Avanguardia nazionale. Ma ancora adesso Tilgher Jr lo riecheggia. Quando parla delle leggi razziali del 1938: «Bisogna tenere presente il contesto e poi non sono nulla a paragone di certe leggi americane o del Commonwealth britannico. Nell’India c’erano fortissime differenze di casta e di razza»(dal «Riformista»). Parole e musica che sono le stesse di un Evola processato nel 1951 a Roma per ricostituzione del partito fascista. Le leggi del 1938, diceva il razzista «culturale» ingaggiato dal Duce, erano colpa del conflitto internazionale con gli ebrei, un modo per rilanciare il primato italiano e la distinzione etnica nell’Impero. Non dissimili da analoghe pratiche britanniche.... E Mussolini? Un «genio universale» per Tilgher, alchimista di «volontarismo e sindacalismo», eroe di una rivoluzione popolare. E assertore di una socializzazione delle imprese che mette l’economia al servizio della gerarchia e della nazione (questo a Viterbo, nel 2002, al congresso dell’allora Fronte Nazionale). Altro elemento: la rivoluzione nazional-popolare. Che Tilgher, fiero della sua presenza «inter-generazionale» a Valle Giulia - ha in comune coi «nazimaoisti» del 1968. E le stesse cose tornano. Infatti Tilgher difende mimeticamente Ferrando, in nome della libertà anche se non in nome delle cose dette, che afferma di non condividere: «Bertinotti sbaglia ad accontentare i moderati». Riassumiamo. Gerarchia, distinzione tra etnie, corporativismo, esaltazione del fascismo e di Salò. Lotta al mondialismo e alla finanza. Con una differenza «laica» rispetto a Roberto Fiore, altro pezzo di Alternativa Sociale in salsa Alessandra Mussolini. Mentre Forza Nuova infatti è di indole «tradizionalista», Tilgher vuole il primato a-confessionale e pagano (evoliano) della Politica e perciò (fino ad oggi) ha sempre detto di non volersi mescolare.
E invece adesso ci si mescola con Fiore, già fondatore di «Terza Posizione», amico di Andrea Insabato, l’attentatore al Manifesto in Via Tomacelli. E anche inseguito da un mandato di cattura in Inghilterra nel 1982, non estradato e poi «prescritto». Fiore inventa in Gran Bretagga «Third Position» con Nick Griffin, altro estremista nero e creatore con lui di agenzie turistiche immobiliari fruttuosissime. E il nome di Fiore compare in una relazione della Commissione di inchiesta del Parlamento europeo del 1991, in cui lo si associa al all’M16, una branca segreta dell’Intelligence Britannica (che se ne sarebbe servito come infiltrato per annientare lo stesso Griffin e il suo «National Front»).
Infine, secondo Pisanu, il gruppo «Tradizione e distinzione», protagonista all’Olimpico con molotov e striscioni, farebbe capo a Forza Nuova. Sicché Berlusconi sa benissimo e da rapporti ufficiali di che pasta sono i nuovi alleati. Così come sa tutto di Saya e della sua polizia segreta parallela. Ma in questo caso, come negli altri, più che la legalità, conta il proporzionale fino ad ora. Oltre ovviamente ai peana di Gaetano Saya: «Berlusconi? Gentilissimo, grande statura politica e, come sempre ripete, tutto ruota attorno ai comunisti...probabilmente saremo costretti ad andarli a cercare ad uno ad uno"

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