Una tavola rotonda per ricordare Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, la giornalista ed il cameraman uccisi in Somalia il 20 marzo 1994. Nell'aula magna della facoltà di lettere e filosofia dell'Università Roma 3 il Dams ed il Dipartimento Comunicazione e Spettacolo hanno dato vita ad una giornata nel ricordo della giornalista e "per non dimenticare un efferato omicidio - ha detto il relatore Giampiero Gamaleri - di cui ancora oggi non si conosce la verità dei fatti".

"La morte di Ilaria - ha detto la madre Luciana Alpi - è ancora un mistero, è stata creata da un anno una commissione parlamentare di inchiesta presieduta da Carlo Taormina assistito ed aiutato solo dal centrosinistra che sta facendo un grande lavoro per scoprire la verità sull'uccisione di Ilaria e Miran. A novembre - ha concluso la madre di Ilaria Alpi - dalla commissione di inchiesta si saprà la verità sull'uccisione di Ilaria e Miran". ".

In un'aula magna gremita di studenti si è ripercorsa la vicenda della morte della giornalista col mistero che l'ha avvolta. "Sono scomparsi gli appunti, le fotografie e del corpo tornato in Italia non è stata fatta neppure l'autopsia; in verità si pensa che Ilaria avesse scoperto un traffico di armi e sostanze nocive tra Italia e Somalia", ha detto il padre.

Presenti all'incontro il rettore dell'università Roma 3, Guido Fabiani e il preside del dipartimento comunicazione e spettacolo Giorgio De Vincenzi, oltre ad alcuni giornalisti e docenti. Il rettore ha parlato dell'importanza di una sensibilizzazione "delle nuove generazioni verso un caso emblematico per la vita democratica del nostro paese e dell'impegno dell'università per comprendere l'importanza dell'informazione nella storia".

Durante l'incontro sono stati proiettati due filmati, uno tratto dal film "Ilaria Alpi, il più crudele dei giorni" e un documentario che ha ripercorso tutta la sua vicenda attraverso titoli di giornali ed interviste televisive