Da Aprile del 22/03/2006

Liberi dalle mafie

Oggi in piazza a Torino per la giornata della memoria e dell'impegno. Per rinnovare la nostra lotta contro la criminalità organizzata
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Storia del crimine organizzato in Italia1. Mafia
Settecento bandiere colorate sventolano oggi nel cielo di Torino: ognuna porta il nome di una vittima della mafia, e su centinaia di magliette sarà stampata la frase scelta come slogan della undicesima giornata della memoria e dell’impegno, organizzata da Libera: "Loro sono morti perché noi non siamo stati abbastanza vivi" .
Il 21 marzo di ogni anno, primo giorno di primavera, Libera ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnova in nome di quelle vittime il suo impegno di contrasto alla criminalità organizzata. La manifestazione ha avuto un prologo il 20 marzo, presso la Fabbrica delle Idee del Gruppo Abele, a Torino: qui si è svolta, per la prima volta dalla nascita di Libera, un incontro tra i familiari delle vittime delle mafie.

Oggi la giornata avrà inizio alle 9,30 con partenza del corteo da Piazza Vittorio Veneto di Torino e arrivo a Piazza S. Carlo. Alle 12,30 sul palco sono previsti gli interventi dei familiari delle vittime, di rappresentati delle istituzioni, dei sindacati delle associazioni e semplici cittadini. La scelta di Torino, non è casuale. In questa città è ancora viva la memoria di chi ha dato la vita per i valori della democrazia e della legalità: dal procuratore Bruno Caccia, cui ora è intitolato il palazzo di giustizia, al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso con sua moglie Emanuela a Palermo dai sicari di Cosa Nostra. Ma Torino è una città che ha intrecciato i destini di altri protagonisti della lotta alle mafie nel nostro Paese: come Saveria Antiochia, la mamma di Roberto, l'agente di scorta ucciso insieme al suo commissario, Ninni Cassarà. Mauro Rostagno, cresciuto nella città della Fiat e ucciso, per il suo rigore morale e il coraggio delle sue denunce, in Sicilia. Al carcere Le Vallette di Torino aveva prestato servizio Giuseppe Montalto, agente di polizia penitenziaria poi trasferito all' Ucciardone di Palermo, anche lui ucciso a Trapani due giorni prima del Natale del 1995 perché non si era piegato al potere mafioso.

La mafia ha continuato a uccidere, anche in questi anni in cui, secondo molti, si sarebbe inabissata. Soltanto negli ultimi dieci anni ben 2500 persone sono rimaste vittima del crimine organizzato e di queste ben 156 sono vittime innocenti. Ma i traffici delle mafie fanno anche altre vittime: ci sono il contrabbando e la tratta degli esseri umani dietro i 3.361 migranti morti alle frontiere della "fortezza Europa", circa la metà dei quali annegati nel Canale di Sicilia. La Giornata della memoria e dell'impegno è dedicata, soprattutto, ai quei semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere: quasi settecento nomi che saranno letti, ininterrottamente, dal palco di Piazza San Carlo.

Oggi, 21 marzo, Libera vuole ricordare chi e' morto, chi ha sacrificato la vita nell'interesse di tutti ma e' anche la giornata dell'impegno sul terreno della legalità e della giustizia. L'antimafia della repressione spetta alle forze dell'ordine, ma ci vuole un'antimafia dei diritti. A Torino le migliaia di persone che sfileranno per le strade e le piazze chiederanno alle istituzioni che ci governano legalità e giustizia. Impegni limpidi. Verità e coerenza. Trasparenza ed onestà. Rispetto delle regole e primato dell’interesse pubblico. Questo deve tornare ad essere la politica e questo devono garantire le istituzioni. Questo dobbiamo non solo chiedere, ma anche sapere costruire. Insieme. Uniti.

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