Ezio Tarantelli
Prof. Universitario − Italia
1985, 27 marzo. E' ucciso Ezio Tarantelli, professore ordinario di Economia alla Sapienza di Roma e carissimo amico di Gino Giugni.
Tra le tante ipotesi sull'identità degli aggressori, si è fatta spesso quella che attribuirebbe l'assassinio ad Alessio Casimirri e Rita Algranati, i due coniugi implicati nel sequestro Moro e mai arrestati.
Cesare Di Lenardo e Carlo Picchiura (il capo delle Br venete nella prima fase della loro storia, arrestato dopo l'assassinio di Antonio Niedda) rivendicano con altri dal carcere l'assassinio di Tarantelli chiudendo il loro intervento con questo appello: "Attaccare e sconfiggere il reazionario progetto di patto sociale neocorporativo". E' singolarmente impressionante la somiglianza con quanto scriveranno i brigatisti che torneranno in azione nel '99 con l'assassinio del professor Massimo D'Antona: "D'Antona - diranno - era il formulatore e l'interprete della funzione politica neocorporativa del patto sociale".
A pochi mesi dall'omicidio Tarantelli le Brigate Rosse-Partito comunista combattente subiscono un altro duro colpo: il 19 giugno è arrestata ad Ostia in compagnia del brigatista Gianni Pelosi la figura più rappresentativa del gruppo: Barbara Balzerani. Ex di Potere Operaio, la Balzerani era entrata nel '76 nella colonna romana delle Br. Nel '78 aveva partecipato al sequestro Moro, dall'80 faceva parte della direzione Br e dall'81 era leader incontrastata del Pcc.
Con il suo arresto viene a mancare il collante storico in grado di garantire l'unità del gruppo e anche le Br-Pcc si dividono ulteriormente: alcuni giovani militanti romani escono dall'organizzazione e fondano l'Unione dei comunisti combattenti con l'obiettivo di "riprendere la purezza ideologica delle prime Br di Curcio". Sensibile a questo richiamo, Prospero Gallinari, dal carcere, li sostiene.
Tra le tante ipotesi sull'identità degli aggressori, si è fatta spesso quella che attribuirebbe l'assassinio ad Alessio Casimirri e Rita Algranati, i due coniugi implicati nel sequestro Moro e mai arrestati.
Cesare Di Lenardo e Carlo Picchiura (il capo delle Br venete nella prima fase della loro storia, arrestato dopo l'assassinio di Antonio Niedda) rivendicano con altri dal carcere l'assassinio di Tarantelli chiudendo il loro intervento con questo appello: "Attaccare e sconfiggere il reazionario progetto di patto sociale neocorporativo". E' singolarmente impressionante la somiglianza con quanto scriveranno i brigatisti che torneranno in azione nel '99 con l'assassinio del professor Massimo D'Antona: "D'Antona - diranno - era il formulatore e l'interprete della funzione politica neocorporativa del patto sociale".
A pochi mesi dall'omicidio Tarantelli le Brigate Rosse-Partito comunista combattente subiscono un altro duro colpo: il 19 giugno è arrestata ad Ostia in compagnia del brigatista Gianni Pelosi la figura più rappresentativa del gruppo: Barbara Balzerani. Ex di Potere Operaio, la Balzerani era entrata nel '76 nella colonna romana delle Br. Nel '78 aveva partecipato al sequestro Moro, dall'80 faceva parte della direzione Br e dall'81 era leader incontrastata del Pcc.
Con il suo arresto viene a mancare il collante storico in grado di garantire l'unità del gruppo e anche le Br-Pcc si dividono ulteriormente: alcuni giovani militanti romani escono dall'organizzazione e fondano l'Unione dei comunisti combattenti con l'obiettivo di "riprendere la purezza ideologica delle prime Br di Curcio". Sensibile a questo richiamo, Prospero Gallinari, dal carcere, li sostiene.