Da Lotta Continua del 22/04/1978
Una via
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Dai 5 agenti di via Fani ad oggi ci sono già stati troppi assassinii in questo paese. I morti ammazzati in modo feroce ai posti di blocco della polizia, i morti ammazzati in modo altrettanto feroce dalle BR. Ce n'è fin sopra i capelli, non se ne può più. Invece la logica della morte continua ad avere il sopravvento. Ieri il governo ha deciso di “monetizzare” il terrorismo di stato per rispondere così all'ultimatum delle BR; dando via libera “all'esecuzione” di Moro e - nel contempo - alzando il tiro del confronto terroristico. Chiara è l'opinione del governo, chiara è la posizione del PCI, chiara è la posizione della DC e del suo segretario Zaccagnini dirimpetto all'estremo, disperato appello alla ragione della famiglia Moro. E' il momento di assumersi le proprie responsabilità nei confronti di una situazione che deve essere disintossicata, in cui la rincorsa paranoica all'affermazione del primato delle armi rischia di travolgere le coscienze e la possibilità di lotta delle masse. I margini della trattativa non possono essere annullati da una concezione dello stato che si sta manifestando in prima persona , latrice di terrorismo psicologico e militare. Dire trattativa, oggi a poche ore dalla scadenza dell'ultimatum, vuol dire proporre apertamente la possibilità di uno scambio: che si faccia come in occasione del caso Lorenz in Germania Federale, quando la vita del deputato democristiano fu salvata tramite il rilascio e l'espatrio di detenuti della RAF. Si dica quel che si vuole, ma noi ci ostiniamo a considerare quella soluzione come certamente migliore di quella del caso Schleyer, quando si arrivò alla strage. Né ci si può venire a dire che le cause politiche e sociali che hanno condotto al rapimento Schleyer in Germania sono riconducibili “alla mollezza” manifestata in occasione del caso Lorenz. Come se storicamente, ci fosse mai stato un caso di “soluzione dura” che abbia interrotto la spirale degli opposti terrorismi. No, il problema è un altro: chiunque oggi voglia , oltre che la salvezza di Moro, che in questo paese venga evitato l'offuscamento delle coscienze l'introiezione del terrorismo nella vita quotidiana della gente, deve scegliere. E' un primo passo urgentissimo. Altri, ed enormi, sono i problemi con cui abbiamo da misurarci: l'abolizione di quelle fabbriche di terrorismo che sono le infami carceri speciali; l'abrogazione di una legge assassina come la legge Reale; la promulgazione di un'amnistia che rompa l'assurda discriminazione teorizzata dalle BR tra “prigionieri comunisti” e gli altri detenuti sottoposti ad angherie e soprusi certamente non inferiori. E poi la strada è quella di un'opposizione, a questo regime che ostinatamente cerca un suo martire, che cerca alla luce del sole, che rifiuti di essere soffocata.
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