Da La Repubblica del 21/09/2004

Diecimila pagine nei files. Quattro i siti in Toscana, già svuotati dalle Br

Nel computer della Banelli le mappe dei depositi di armi

Nei "covi" toscani soldi, carte di identità, detonatori, tritolo, proiettili e armi

di Claudia Fusani

ROMA - Sono quattro i depositi delle armi delle Br individuati in Toscana ma tutti già svuotati, in tutto o in parte, da membri dell´organizzazione. Anche l´ultimo, scoperto pochi giorni fa a Bagno a Ripoli, collina a sud di Firenze, è stato trovato vuoto ma il trasloco, in questo caso, potrebbe essere recente, avere una data, 14 novembre 2003, e una responsabile, Diana Blefari Melazzi. Gli uomini della Digos di Roma hanno trovato in una sua agenda un appunto relativo a quel giorno in cui si dice di «portare vanga» e «scarpe da montagna».

Sono diecimila le pagine che la polizia postale ha estratto dalla memoria dei files di Cinzia Banelli dopo che l´ex compagna So ha rivelato le parole chiave per decrittare gli scritti. In questi quattro scatoloni di carte gli uomini della Digos di Roma, Firenze e Bologna, coordinati dalle rispettive procure, stanno trovando vecchi documenti politici delle Brigate Rosse, note di contabilità e, soprattutto, le mappe con le indicazioni per raggiungere i depositi delle armi. Appunti preziosi, zeppi di informazioni, somiglianti a vere e proprie cacce al tesoro con segnali e punti di riferimento, alberi tagliati, rocce, bottiglie d´acqua, numero di passi contati, «80 passi medio-piccoli» o «66 passi piccoli». Ecco un esempio riferito a un deposito in «LOCB», cioè Pisa: «Cava gira intorno - sentiero sulla sinistra su argine del canale secco. Percorri duecento metri fino al punto dove sopra passano grossi cavi della linea elettrica con tralicci... Tirando una diagonale immaginaria, a circa 60 cm dal tronco tagliato c´è il punto. La profondità è di circa 40 cm; al centro, leggermente coperta, c´è una bottiglia d´acqua Ferrarelle piccola».

Tra le diecimila pagine anche la distinta delle armi, dei materiali consegnati e la contabilità di soldi. Si capisce, come ha già spiegato anche la Banelli nella sua confessione, che nel Duemila Galesi stava facendo un tentativo di creare una colonna autonoma in Toscana con due distinte commissioni, LOCA a Firenze e LOCB a Pisa. A entrambe vengono «consegnati» 51 milioni e mezzo in banconote con tagli diversi e poi dieci carte di identità, cinque chili di tritolo da cava "granulare" e venti detonatori elettrici. Uno dei depositi di Firenze, come già anticipato dalla Banelli, gestisce anche «una pistola Beretta calibro 7.65, un mitra, 3 colpi calibro 7.65 e 39 calibro 9 parabellum». L´ex compagna So ha detto che l´arsenale a disposizione delle Br contava almeno un´arma lunga e sei corte. Ci sono anche le schede tecniche con le caratteristiche balistiche e le istruzioni per il montaggio e lo smontaggio. Tra le schede anche quelle con i «criteri di gestione» dei depositi interrati: «Controllo esterno con passaggio mensile» e «controllo e cambio materiale cartaceo ogni sei o dodici mesi». L´uso del materiale conservato nei depositi, si legge, «è legato allo sviluppo dei fini e della proposta politica dell´organizzazione e chi ne è responsabile si deve adoperare affinchè venga utilizzato a questo scopo». Infine la regola principale: «In caso di cattura di militanti a conoscenza del deposito è opportuno spostare i materiali a seguito di valutazione complessiva della situazione». Quello che hanno fatto i militanti rimasti liberi dopo gli arresti del 24 ottobre 2003. La calibro 9 che ha ucciso Biagi e D´Antona è ancora sotto terra da qualche parte tra la Toscana e il Lazio.

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