Da La Repubblica del 22/10/2004
L´elenco più recente di obiettivi da colpire è dell´ottobre 2003, quattro giorni dopo ci furono gli arresti
"Chi si pente sarà ucciso"
L´ultimo proclama Br. I pm: protezione per la Banelli
di Claudia Fusani
Articolo presente nelle categorie:
ROMA - Il compagno militante che si pente «deve essere ucciso». E´ una delle regole scritte nello Statuto sulla sicurezza conservato in uno dei file di Cinzia Banelli datato 6 giugno 2002. E´ stata la pentita delle Br a indicarlo al pm Pietro Saviotti mercoledì durante l´ultimo interrogatorio nel carcere di Sollicciano. La donna è già in un regime di protezione. La procura di Roma ha avviato anche la procedura per richiedere al Ministero dell´Interno di ammetterla nello speciale programma di protezione. La Commissione, presieduta dal sottosegretario Alfredo Mantovano (An), prenderà in esame la richiesta il prima possibile.
Capitolo «sicurezza interna dell´O». E quello progetti per il futuro. In un file intitolato "Obdoc", ci sono due pagine di possibili obiettivi, luoghi e persone da «inchiestare per la prosecuzione dell´iniziativa strategica contro lo stato». In cima alla lista c´è Antonio Martone, presidente della Commissione antisciopero. E´ datato 20 ottobre 2003, quattro giorni prima degli arresti che dovrebbero aver tagliato le gambe all´organizzazione Brigate Rosse. In un altro file del 31 agosto 2003 tentano un «Bilancio e l´ulteriore riadeguamento politico organizzativo», cioè come proseguire «la lotta di lunga durata».
La realtà, osservano magistrati e investigatori, è «che nelle 38 mila pagine di materiale che stiamo faticosamente leggendo sta venendo fuori un´organizzazione che in ottobre, sei mesi dopo l´arresto di Lioce e la morte di Galesi, cioè il congelamento della struttura centrale delle Br, sembra ancora molto attiva e determinata». Forse più numerosa di quello che si è creduto finora. Un patrimonio di informazioni che fa dire al ministro dell´Interno Beppe Pisanu: «Ci sono ancora complici in attività». E alimenta dubbi nei magistrati. I diciassette rinvii a giudizio ottenuti in questi giorni dai pm romani Ionta, Saviotti e Amelio per la banda armata e l´omicidio D´Antona e i sei riconosciuti proprio ieri al pm bolognese Giovagnoli per l´omicidio Biagi, potrebbero non aver chiuso la partita con la lotta armata.
Anche per questo i magistrati hanno in programma altri interrogatori con Cinzia Banelli. L´ex compagna So può e deve dare più informazioni sui complici anche esterni dell´organizzazione, «i compagni in rapporto organico e dialettico con l´organizzazione». Davanti al pm Saviotti ha ammesso, ad esempio, che il pedinamento di Enrico Letta è stato fatto da lei a da Bruno Di Giovannangelo. E ha indicato il file del 6 giugno 2002, ventidue pagine intitolate «Comportamento in caso di cattura dei militanti» e «Statuto interno delle regole di sicurezza» dove è prevista l´uccisione del compagno che si pente. Un lungo capitolo è dedicato «ai fattori che garantiscono la clandestinità e la compartimentazione, principio generale della strategia della lotta armata». Ad esempio, i compagni e militanti in rapporto organico «possono frequentare luoghi di iniziativa politica solo occasionalmente» e «sono tenuti ad interrompere relazioni anche private con soggetti che possono costituire un pericolo». Ognuno di loro ha a disposizione «depositi di appoggio dei materiali attrezzati per l´uso nel momento in cui è necessario sgomberare le abitazioni». Quanti sono questi depositi? E cosa conservano?
Capitolo «sicurezza interna dell´O». E quello progetti per il futuro. In un file intitolato "Obdoc", ci sono due pagine di possibili obiettivi, luoghi e persone da «inchiestare per la prosecuzione dell´iniziativa strategica contro lo stato». In cima alla lista c´è Antonio Martone, presidente della Commissione antisciopero. E´ datato 20 ottobre 2003, quattro giorni prima degli arresti che dovrebbero aver tagliato le gambe all´organizzazione Brigate Rosse. In un altro file del 31 agosto 2003 tentano un «Bilancio e l´ulteriore riadeguamento politico organizzativo», cioè come proseguire «la lotta di lunga durata».
La realtà, osservano magistrati e investigatori, è «che nelle 38 mila pagine di materiale che stiamo faticosamente leggendo sta venendo fuori un´organizzazione che in ottobre, sei mesi dopo l´arresto di Lioce e la morte di Galesi, cioè il congelamento della struttura centrale delle Br, sembra ancora molto attiva e determinata». Forse più numerosa di quello che si è creduto finora. Un patrimonio di informazioni che fa dire al ministro dell´Interno Beppe Pisanu: «Ci sono ancora complici in attività». E alimenta dubbi nei magistrati. I diciassette rinvii a giudizio ottenuti in questi giorni dai pm romani Ionta, Saviotti e Amelio per la banda armata e l´omicidio D´Antona e i sei riconosciuti proprio ieri al pm bolognese Giovagnoli per l´omicidio Biagi, potrebbero non aver chiuso la partita con la lotta armata.
Anche per questo i magistrati hanno in programma altri interrogatori con Cinzia Banelli. L´ex compagna So può e deve dare più informazioni sui complici anche esterni dell´organizzazione, «i compagni in rapporto organico e dialettico con l´organizzazione». Davanti al pm Saviotti ha ammesso, ad esempio, che il pedinamento di Enrico Letta è stato fatto da lei a da Bruno Di Giovannangelo. E ha indicato il file del 6 giugno 2002, ventidue pagine intitolate «Comportamento in caso di cattura dei militanti» e «Statuto interno delle regole di sicurezza» dove è prevista l´uccisione del compagno che si pente. Un lungo capitolo è dedicato «ai fattori che garantiscono la clandestinità e la compartimentazione, principio generale della strategia della lotta armata». Ad esempio, i compagni e militanti in rapporto organico «possono frequentare luoghi di iniziativa politica solo occasionalmente» e «sono tenuti ad interrompere relazioni anche private con soggetti che possono costituire un pericolo». Ognuno di loro ha a disposizione «depositi di appoggio dei materiali attrezzati per l´uso nel momento in cui è necessario sgomberare le abitazioni». Quanti sono questi depositi? E cosa conservano?
Sullo stesso argomento
Articoli in archivio
Bologna ricorda Biagi, cerimonie separate
Prima l'omaggio di Cofferati, poi quello di Boselli e Bonino. Prodi alla messa voluta dagli amici
Prima l'omaggio di Cofferati, poi quello di Boselli e Bonino. Prodi alla messa voluta dagli amici
di Vittorio Monti su Corriere della Sera del 20/03/2006
Br, scontro sulla protezione della Banelli
Niente programma per la pentita: la Procura insiste con il Viminale
Niente programma per la pentita: la Procura insiste con il Viminale
di Giovanni Bianconi su Corriere della Sera del 24/10/2005
Parla l’ex terrorista Cinzia Banelli: «Un giorno le Br potrebbero tornare»
«Il mio ultimo esame sui libri di Biagi quattro giorni prima di essere arrestata»
«Il mio ultimo esame sui libri di Biagi quattro giorni prima di essere arrestata»
di Giovanni Bianconi su Corriere della Sera del 23/10/2005
News in archivio
L'uomo stava per partire per la Francia: preso a Incisa Valdarno
Brigate Rosse, arrestato Matteini. Aveva compiti di reclutamento
Decifrato l'archivio della Banelli: è lui il compagno "Antonio"
Brigate Rosse, arrestato Matteini. Aveva compiti di reclutamento
Decifrato l'archivio della Banelli: è lui il compagno "Antonio"
su La Repubblica del 09/12/2006
su Reuters del 06/12/2006
Emesso il verdetto contro i brigatisti accusati dell'assassinio del giuslavorista
Omicidio Biagi, la sentenza di appello. Quattro ergastoli, ridotta la pena a Boccaccini
Ridotta la pena ad un complice. La vedova: "Riconosciuta la giustizia"
Omicidio Biagi, la sentenza di appello. Quattro ergastoli, ridotta la pena a Boccaccini
Ridotta la pena ad un complice. La vedova: "Riconosciuta la giustizia"
su La Repubblica del 06/12/2006
In biblioteca
di Daniele Biacchessi
Baldini Castoldi Dalai, 2007
Baldini Castoldi Dalai, 2007