Da Famiglia cristiana del 19/03/2001
Alpi, Li Causi, Rostagno: intrecci sospetti
Da Mogadiscio a Trapani
«Li stiamo armando invece di aiutarli»
di Barbara Carazzolo, Alberto Chiara, Luciano Scalettari
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Lugubre matrioska, la Somalia cela misteri nel mistero. Ci sono tre nomi, e altrettanti delitti, che si legano: Ilaria Alpi, Vincenzo Li Causi, Mauro Rostagno. La giornalista della Rai venne assassinata insieme all’operatore Miran Hrovatin a Mogadiscio, il 20 marzo 1994. Vincenzo Li Causi, uomo del Sismi (servizio segreto militare italiano), per un certo tempo attivo presso la struttura di Gladio operante a Trapani (il centro Scorpione), fu ucciso a Balad, in Somalia pochi mesi prima: era il 12 novembre 1993. Mauro Rostagno, ex leader di Lotta Continua, giornalista e fondatore, insieme a Francesco Cardella, della comunità Saman per il recupero dei tossicodipendenti, venne trucidato nei pressi di Trapani il 26 settembre 1988.
Questi omicidi, apparentemente senza nesso tra loro, hanno un comune denominatore: la Somalia. Secondo quanto dichiarato ai magistrati da Carla Rostagno, sorella di Mauro, il fratello avrebbe visto e filmato l’arrivo a Trapani, in un aeroporto abbandonato (già usato da un gruppo di Gladio), di velivoli militari italiani da trasporto che scaricavano aiuti umanitari per imbarcare armi e ripartire. Rostagno avrebbe dato copia della registrazione a Francesco Cardella.
«Li stiamo armando invece di aiutarli»
Tutte queste circostanze sono state confermate da Sergio Di Cori, giornalista amico di Rostagno che ne raccolse le confidenze nell’88, prima che questi fosse ucciso. «Quelle armi vanno in Somalia», gli disse con sicurezza Rostagno: «Noi stiamo armando la Somalia mentre ufficialmente stiamo aiutando quei poveri cristi».
Dall'inchiesta Cheque to cheque, condotta dalla Procura di Torre Annunziata, è emerso che esistevano rapporti dei servizi segreti italiani sulla morte di Rostagno ordinati da Bettino Craxi. Copia di essi fu ritrovata durante una perquisizione della sede romana del gruppo craxiano Giovane Italia. Cardella conosceva l’ex segretario del Psi; Giuseppe Cammisa, stretto collaboratore di Cardella, era in Somalia nei giorni della morte della Alpi e di Hrovatin: Cardella l’aveva inviato perché si occupasse di aiuti umanitari e della costruzione di un ospedale a Bosaso. Anche sulla morte di Vincenzo Li Causi non è stata fatta finora piena luce. Si sa che operò per Gladio a Trapani, che dal 1991 il Sismi lo aveva inviato ripetutamente in Somalia e che il 12 novembre 1993 morì in un agguato dalla dinamica strana, compiuto da "banditi" somali. Stando ad alcune testimonianze raccolte da inquirenti italiani, Li Causi si sarebbe interessato all’operazione Urano (un grosso progetto di smaltimento di rifiuti tossiconocivi e di scorie nucleari, in Somalia e in altri Paesi africani) e avrebbe manifestato una crescente inquietudine. S’è confidato con Ilaria Alpi? Secondo il maresciallo dei Carabinieri Francesco Aloi, che prestò servizio presso il comando della missione Ibis in Somalia, i due si conoscevano. Che Ilaria avesse contatti professionali con un uomo del Sismi in Somalia l’hanno anche affermato, senza però specificarne il nome, l’operatore della Rai Alberto Calvi e Giancarlo Marocchino, un imprenditore italiano a lungo presente in Somalia dall’84 al ’99.
Questi omicidi, apparentemente senza nesso tra loro, hanno un comune denominatore: la Somalia. Secondo quanto dichiarato ai magistrati da Carla Rostagno, sorella di Mauro, il fratello avrebbe visto e filmato l’arrivo a Trapani, in un aeroporto abbandonato (già usato da un gruppo di Gladio), di velivoli militari italiani da trasporto che scaricavano aiuti umanitari per imbarcare armi e ripartire. Rostagno avrebbe dato copia della registrazione a Francesco Cardella.
«Li stiamo armando invece di aiutarli»
Tutte queste circostanze sono state confermate da Sergio Di Cori, giornalista amico di Rostagno che ne raccolse le confidenze nell’88, prima che questi fosse ucciso. «Quelle armi vanno in Somalia», gli disse con sicurezza Rostagno: «Noi stiamo armando la Somalia mentre ufficialmente stiamo aiutando quei poveri cristi».
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