Da L'Unità del 26/05/1995
Operazione Cheque to Cheque
di AA.VV.
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Finestre sul '900 italiano: tra guerra fredda e anni di piombo → 3. Anni '70 → Strategia della tensione → Gladio & Stay Behind
1 GIUGNO 1996. Una trentina di ordinanze di custodia cautelare in carcere con l'accusa di associazione per delinquere, traffico di armi e di materiale radioattivo, oro e titoli di credito sono state eseguite nei confronti di cittadini italiani e stranieri nell'ambito dell'inchiesta "Cheque to cheque", condotta dalla Procura di Torre Annunziata sulle organizzazioni internazionali dedite al riciclaggio di danaro. Nel corso dell'operazione dei carabinieri sono state eseguite oltre duecento perquisizioni in tutta Italia ed invitate una ventina di informazioni di garanzia. Tra i destinatari vi sarebbero il leader dei nazionalisti russi Vladimir Zhirinovski, l'arcivescovo di Barcellona Ricard Maria Charles, il notaio di Basilea Hans Keung, Licio Gelli ed il figlio Maurizio, nonché il presunto trafficante di armi Saud Omar Mugne, imprenditore di origine somala residente in Italia. Quest'ultimo sarebbe ritenuto collegato con vicende che hanno portato all'omicidio della giornalista della Rai Ilaria Alpi ed alla strage di Loockerbie. Gli ordini di custodia cautelare emessi dal gip Tommaso Mirando sono complessivamente 32, di cui 13 riguardano cittadini stranieri residenti in Germania, Slovenia, Canada, Francia, Austria, Olanda e Svizzera. Sono stati inoltre notificati 31 avvisi di garanzia per reati che vanno dal riciclaggio di denaro, al traffico di armi e materiale radioattivo, all'intermediazione valutaria abusiva, al contrabbando di titoli di credito. Tra i destinatari delle informazioni di garanzia figura il professore di diritto economico dell'Università di Barcellona, Ignazio Sala. Le perquisizioni eseguite, circa 150, sono state compiute tra l'altro nelle abitazioni di Gelli e nelle sedi della società "Scifco", e della impresa "Edilter" di Bologna, collegate a Said Omar Mugne (è ritenuto dagli inquirenti "vicino" all'ex segretario del Psi Bettino Craxi e titolare di società che operano nel settore della Cooperazione. L'imprenditore Mugne, residente a Bologna, è accusato di traffico internazionale di armi. Secondo quanto emerso dalle indagini sarebbe collegato alla compravendita di armi tra Paesi dell'Est europeo, l'Italia e l'Africa sulla quale stava indagando la giornalista Ilaria Alpi. Sulla stessa vicenda, a quanto si è appreso, avrebbero lavorato alcuni agenti dei servizi segreti di diversi paesi, uccisi in circostanze non ancora chiarite negli anni scorsi. Da alcuni elementi emergerebbe "l'interesse" di Mugne per il traffico di armi tra gli Stati Uniti e l'Iran, al quale, secondo i pm sarebbe collegata la strage di Loockerbie, nonché il suo coinvolgimento nell'acquisto da parte dei Contras del Nicaragua di materiale bellico.) Il leader dei nazionalisti russi Zirinowski è accusato di traffico di materiale radioattivo (mercurio rosso, osmio e plutonio), fornitigli da alcuni trafficanti della Bielorussia. L'arcivescovo di Barcellona è accusato di intermediazione valutaria abusiva, per la vendita di 100 milioni di dollari attraverso lo Ior, la banca vaticana, realizzata con l'intermediazione del professore Sala e del notaio Keung. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia figura Rodolfo Meroni, socio dello studio Meroni-Muller-Lanter di Zurigo, legato all'agente della Cia Roger D'Onofrio, arrestato nei mesi scorsi nell'ambito della stessa inchiesta. Gli sviluppi dell'inchiesta "cheque to cheque" sono basati, in particolare, sulle rivelazioni di Francesco Elmo, un "faccendiere" arrestato nell'ottobre 1995, legato al Sismi e al colonnello Mario Ferraro. Collaborazione è stata offerta anche dal maggiore dell'Esercito Pierangelo Quinti, coinvolto nell'inchiesta, da Enrico Urso e da Riccardo Marocco. Questi sarebbero intermediari che il "ramo italiano" dell'organizzazione utilizzava per il riciclaggio e la vendita di oro e valuta. L'inchiesta ha messo in luce una "rete" di rapporti finanziari internazionali realizzati attraverso un meccanismo denominato "Roll Program" (secondo quanto accertato da un consulente tecnico nominato dai pm per esaminare la documentazione bancaria sequestrata nel corso delle indagini, si tratterebbe di un particolare contratto bancario internazionale che consente ad un "venditore" che ha a sua disposizione un'elevata liquidità, di cambiare la somma in valuta di un diverso Paese, con uno sconto compreso tra il 10 e il 15 per cento. "Questo sta a significare - scrive il gip Miranda nell'ordinanza di custodia - che il venditore offre, ad esempio, 115 milioni di lire in cambio del corrispettivo di 100 milioni di lire in dollari". Per realizzare l'affare, tra chi vende e chi compra vengono inseriti "soggetti dall'estrazione sociale più disparata che, a fronte di provvigioni, mettono in contatto di punti terminali della catena" (ANSA).
LA RELAZIONE DEL PERITO : "Tra le operazioni in oro cui fanno riferimento i documenti presi in esami, ce n'è una di ammontare notevolissimo, in cui si parla di venti tonnellate, ma dagli atti emerge una disponibilità di molto superiore". Questo uno dei passaggi della relazione preliminare depositata nei giorni scorsi da perito nominato dai pm della procura di Torre Annunziata, Paolo Fortuna e Giancarlo Novelli, nell'ambito dell'inchiesta "cheque to cheque". "Tale operazione - prosegue il perito, un commercialista professore di diritto bancario - per come è documentata sembra vera". "Esiste un personaggio molto importante - è scritto nella relazione definito "super Vip" che attraverso una catena di intermediari prevalentemente orientali vende oro disponibile presso banche europee". "Non si conoscono i nomi del venditore e dell'acquirente - prosegue il consulente - ma il fatto che per la vendita si parli di un "super vip", fa ritenere credibile il nome che figura sui certificati di deposito di oro". Il nome cui si riferisce il perito è quello di Mr. Soekarno, presumibilmente figlio dell'ex presidente indonesiano. Mr. Soekarno è salito alla ribalta delle cronache come finanziere impegnato in grosse operazioni, come l'acquisto della casa automobilistica inglese Lotus e il tentativo di acquistare la società italiana Bugatti". Sulla vicenda i pm hanno avviato accertamenti per verificare eventuali irregolarità nella transazione. Non è escluso che gli atti riguardanti l'operazione possano essere trasmessi per conoscenza alla magistratura britannica. Nel corso della relazione, il perito ricostruisce anche le fasi dell'"operazione Indonesia", cui sono interessati "un gruppo di intermediari nordamericani". La transazione prevedeva "la consegna dei titoli rappresentativi dell'oro contro pagamento". Tale consegna, a quanto risulta dagli atti, sarebbe stata fatta "presso la Royal Bank of Canada di Singapore, istituto di credito scelto sia dal venditore che dall'acquirente". Complessivamente il tecnico nominato dai pm ha esaminato oltre cento documenti sequestrati nel corso delle indagini. Si tratta in particolare di contratti bancari e di "preliminari di accordo" tra società e singoli personaggi. Alcuni atti sono "in codice", ed è stato necessario decodificarli (ANSA -2 giugno 1996)
10 GIUGNO 1996. Trenta grammi di osmio (metallo raro utilizzato anche per costruire testatenucleari); documenti ritenuti «interessanti»; conti correnti per circa tre miliardi di lire. E' quanto hanno sequestrato i carabinieri nell'agenzia 2 della Banca di Roma di Mestre, nell'ambito dell'inchiesta «Cheque to cheque» sul traffico internazionale di armi e riciclaggio. Il sequestro era stato disposto dai pm del tribunale di Torre Annunziata Paolo Fortuna e Giancarlo Novelli. Sia i conti correnti sia le cassette con l'osmio sarebbero intestate al latitante Lorenzo Mazzega e al trafficante internazionale di armi Nicolas Oman, l'uomo che secondo gli inquirenti avrebbe avuto contatti con il leader nazionalista russo Vladimir Zhirinovsky. Gli sviluppi dell'operazione sono collegati alle rivelazioni del faccendiere Francesco Elmo, che da mesi sta collaborando con i magistrati della procura di Torre. Sarebbe stato Elmo a fare riferimento all'osmio, materiale che avrebbe notato durante la permamenza nel castello di Bland, in Slovenia, dove si trovavano Oman e il leader nazionalista russo. Tra il materiale sequestrato vi sono anche 14 carte di credito e documenti relativi alla donazione di un gruppo elettrogeno alla Croazia attraverso un centro della Caritas. Un decreto di sequestro di tutti gli eventuali depositi bancari in Italia che potrebbero riferirsi a Oman e a Mazzega è stato trasmesso dai pm all'Abi, l'agenzia interbancaria italiana.
24 GIUGNO 1996 Dodici ordini di cattura internazionali sono stati emessi dai magistrati della Procura di Torre Annunziata nell'ambito dell'inchiesta "Cheque to cheque" sul traffico di armi, valuta e materiale radioattivo. Si tratta di provvedimenti di "arresto provvisorio" nei confronti di persone gia' coinvolte nelle indagini che, in attesa di estradizione, saranno eseguiti attraverso le autorita' di diversi Paesi. Tra i destinatari figurano l'avvocato svizzero Rodolfo Meroni, il notaio viennese Franz Helm, lo sloveno Nicholas Oman ed il canadese Dennis Moorby.
LA RELAZIONE DEL PERITO : "Tra le operazioni in oro cui fanno riferimento i documenti presi in esami, ce n'è una di ammontare notevolissimo, in cui si parla di venti tonnellate, ma dagli atti emerge una disponibilità di molto superiore". Questo uno dei passaggi della relazione preliminare depositata nei giorni scorsi da perito nominato dai pm della procura di Torre Annunziata, Paolo Fortuna e Giancarlo Novelli, nell'ambito dell'inchiesta "cheque to cheque". "Tale operazione - prosegue il perito, un commercialista professore di diritto bancario - per come è documentata sembra vera". "Esiste un personaggio molto importante - è scritto nella relazione definito "super Vip" che attraverso una catena di intermediari prevalentemente orientali vende oro disponibile presso banche europee". "Non si conoscono i nomi del venditore e dell'acquirente - prosegue il consulente - ma il fatto che per la vendita si parli di un "super vip", fa ritenere credibile il nome che figura sui certificati di deposito di oro". Il nome cui si riferisce il perito è quello di Mr. Soekarno, presumibilmente figlio dell'ex presidente indonesiano. Mr. Soekarno è salito alla ribalta delle cronache come finanziere impegnato in grosse operazioni, come l'acquisto della casa automobilistica inglese Lotus e il tentativo di acquistare la società italiana Bugatti". Sulla vicenda i pm hanno avviato accertamenti per verificare eventuali irregolarità nella transazione. Non è escluso che gli atti riguardanti l'operazione possano essere trasmessi per conoscenza alla magistratura britannica. Nel corso della relazione, il perito ricostruisce anche le fasi dell'"operazione Indonesia", cui sono interessati "un gruppo di intermediari nordamericani". La transazione prevedeva "la consegna dei titoli rappresentativi dell'oro contro pagamento". Tale consegna, a quanto risulta dagli atti, sarebbe stata fatta "presso la Royal Bank of Canada di Singapore, istituto di credito scelto sia dal venditore che dall'acquirente". Complessivamente il tecnico nominato dai pm ha esaminato oltre cento documenti sequestrati nel corso delle indagini. Si tratta in particolare di contratti bancari e di "preliminari di accordo" tra società e singoli personaggi. Alcuni atti sono "in codice", ed è stato necessario decodificarli (ANSA -2 giugno 1996)
10 GIUGNO 1996. Trenta grammi di osmio (metallo raro utilizzato anche per costruire testatenucleari); documenti ritenuti «interessanti»; conti correnti per circa tre miliardi di lire. E' quanto hanno sequestrato i carabinieri nell'agenzia 2 della Banca di Roma di Mestre, nell'ambito dell'inchiesta «Cheque to cheque» sul traffico internazionale di armi e riciclaggio. Il sequestro era stato disposto dai pm del tribunale di Torre Annunziata Paolo Fortuna e Giancarlo Novelli. Sia i conti correnti sia le cassette con l'osmio sarebbero intestate al latitante Lorenzo Mazzega e al trafficante internazionale di armi Nicolas Oman, l'uomo che secondo gli inquirenti avrebbe avuto contatti con il leader nazionalista russo Vladimir Zhirinovsky. Gli sviluppi dell'operazione sono collegati alle rivelazioni del faccendiere Francesco Elmo, che da mesi sta collaborando con i magistrati della procura di Torre. Sarebbe stato Elmo a fare riferimento all'osmio, materiale che avrebbe notato durante la permamenza nel castello di Bland, in Slovenia, dove si trovavano Oman e il leader nazionalista russo. Tra il materiale sequestrato vi sono anche 14 carte di credito e documenti relativi alla donazione di un gruppo elettrogeno alla Croazia attraverso un centro della Caritas. Un decreto di sequestro di tutti gli eventuali depositi bancari in Italia che potrebbero riferirsi a Oman e a Mazzega è stato trasmesso dai pm all'Abi, l'agenzia interbancaria italiana.
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