Da Arab News del 15/02/2005
Chi ha ucciso Hariri?
Nuove ipotesi sui mandanti della strage di Beirut
di Susanne Scheidt
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Una cosa è molto sospetta: tutte le grandi TV dell'Occidente, tra statali quali la RAI e le private, hanno trasmesso questa frase: "Con l'attentato di oggi, il Libano torna indietro agli anni della guerra civile". Questa è l'interpretazione ufficiale, sicuramente concordata dai signori della NATO, riuniti con i rispettivi rappresentanti dei governi-NATO a Monaco, nella "Conferenza sulla Sicurezza" la quale, guarda caso, si è occupata maggiormente di come costringere gli USA a
spartire meglio il bottino.
Ma ciò che colpisce il lettore attento è che la TV pubblica italiana abbia annunciato al pubblico che sarebbe l'attentato di ieri a riportare il Libano ai tempi della guerra civile. Questa non è una notizia, ma un progetto (come mai che nessun giornalista italiano od occidentale parlò di imminente guerra civile dopo il ben più enorme
attentato ai Twin Towers di New York nel settembre 2001?). Ma il progetto non inizia affatto con l'attentato di ieri, bensì con l'inaudita iniziativa francese-statunitense del settembre 2004, quando riuscirono ad usare il Consiglio di Sicurezza dell'ONU per fare fuori la sovranità di due Stati, la Siria ed il Libano, tramite la Risoluzione 1559, votata all'inizio del settembre dell'anno scorso.
Detta Risoluzione 1559 impone alla Siria di ritirare le sue forze armate dal Libano, prescindendo dagli accordi bilaterali esistenti tra due Stati sovrani. Il governo del Libano ha ripetutamente respinto la Risoluzione 1559, e la Siria si è ufficialmente
dichiarata disposta a ritirare le sue forze armate dal Libano, prescindendo dagli accordi di mutuo soccorso stipulati tra i due paesi, qualora il Consiglio di Sicurezza riuscisse a fare rispettare ad Israele le sue ben più vecchie Risoluzioni, innanzitutto quella n. 242 del giugno 1967. Nessuna TV occidentale ha informato il pubblico europeo o americano che i governi francese ed americano insistono che
la Risoluzione 1559 - e solo quella - sia rispettata dalla Siria e che la Siria non abbia alcun diritto di chiedere il preventivo od anche contemporaneo rispetto della Risoluzione 242 che le ridarebbe le Alture del Golan (ed ai palestinesi il West Bank e la Striscia di Gaza).[arabicnews.com]
Per quanto riguarda il pericolo di guerra civile in Libano, la Risoluzione 1559 deliberatamente provoca questa eventualità, coprendo le spalle e dando man forte al partito "anti-siriano" dei maroniti attorno al generale Michel Aoun (che opera dalla Francia e regolarmente visita i campi d'addestramento delle sue milizie in Australia) e ad altre figure della vecchie Falangi Libanesi e dei vecchi Kata'ib, una parte delle quali sta tranquillamente operando dal Libano, come il clan attorno alla famiglia Gemayel ed i suoi seguaci, dei quali, duole dirlo, fa parte anche il cardinale Nusrallah Sfeir (senza mai essere stato richiamato dalla Santa Sede
per le sue aperte attività politiche, destabilizzanti).[Daily Star]
Occorre rammentare che tutta l'accozzaglia del disciolto Esercito
libanese del sud (ELS) che durante l'occupazione israeliana era al soldo di Israele (gli ufficiali più importanti, quali Antoine Lahad, avevano anche la cittadinanza israeliana), passata nei paesi europei e negli USA, viene usata per ricomporre una solida milizia anti-siriana e per "liberare" il Libano, anche e sopratutto con i mezzi
della guerra civile, da innescare tramite stragi ed atti terroristici.
Che abbiano fatto fuori Hariri non dovrebbe stupire nessuno. Hobeika è stato fatto fuori alla vigilia della sua deposizione sui fatti di Sabra e Chatila davanti al Tribunale di Belgio. Hariri era una specie di Berlusconi, un opportunista senza scrupoli, ma lungimirante. Avevo letto nelle ultime settimane dei tentativi dello sciagurato fronte Aoun-Jumblatt-Sfeir di imbarcare Hariri. Con i soldi di Hariri, la
vittoria sarebbe stata assicurata (basta avere presente la sua ultima campagna elettorale, condotta con i mezzi moderni della manipolazione di massa attorno a slogan vuoti) - ma una vittoria referendaria od elettorale, che avrebbe anche allontanato le prospettive di una guerra civile, mettendo sotto il proprio comando generale i signori nostalgici che spingono verso la guerra civile. Imbarcare Hariri
sarebbe significato mettere un freno all'impresa della guerra civile. Ed è questo il senso della presunta ambiguità attribuita alla posizione di Hariri (che ha fatto tanto per farsi odiare dai libanesi, sulle cui teste aveva fatto abbattere edifici interi, per
fare spazio ai progetti della sua impresa Solidère, ma difficilmente i parenti delle vittime da lui uccise dispongono dei mezzi per portare a termine un attentato come quello di ieri). Che nelle redazioni arrivino "rivendicazioni" della paternità dell'attentato, da parte di misteriosi nuovi gruppi "islamisti", non è che la solita spazzatura. Fa parte della propaganda costruire il "nemico islamista" virtuale per potergli attribuire le distruzioni ed i morti. E per quanto riguarda la presunta paternità siriana, una simile affermazione mette a dura prova l'intelligenza umana: quando mai i servizi segreti siriani, per eliminare uno - sempre che avessero avuto questa intenzione nei confronti di Rafik Hariri - danno così clamorosamente all'occhio compiendo una strage? Per quanto ne fossi informata io, l'opinione pubblica in Siria non era per niente allarmata dalla prospettiva di un eventuale referendum in Libano sulla questione del ritiro delle forze armate. Anzi, molti
hanno sorriso dell'idea che Walid Jumblatt, una volta ritirate le protezioni siriane, se la sarebbe vista da solo con i suoi falsi amici falangisti. Perché la Siria avrebbe fatto fuori proprio Rafik Hariri, un uomo d'affari libanese che non era certo una figura carismatica del vecchio Kata'ib od un vecchio comandante delle Falangi Libanesi? Un uomo d'affari che sicuramente avrebbe appoggiato la posizione siriana senza riserve, nella misura che questo gli avrebbe garantito affari proficui per la durata di una generazione (cosa che la Siria in questo momento non può garantire, ma che la guerra civile renderebbe assolutamente impossibile).
spartire meglio il bottino.
Ma ciò che colpisce il lettore attento è che la TV pubblica italiana abbia annunciato al pubblico che sarebbe l'attentato di ieri a riportare il Libano ai tempi della guerra civile. Questa non è una notizia, ma un progetto (come mai che nessun giornalista italiano od occidentale parlò di imminente guerra civile dopo il ben più enorme
attentato ai Twin Towers di New York nel settembre 2001?). Ma il progetto non inizia affatto con l'attentato di ieri, bensì con l'inaudita iniziativa francese-statunitense del settembre 2004, quando riuscirono ad usare il Consiglio di Sicurezza dell'ONU per fare fuori la sovranità di due Stati, la Siria ed il Libano, tramite la Risoluzione 1559, votata all'inizio del settembre dell'anno scorso.
Detta Risoluzione 1559 impone alla Siria di ritirare le sue forze armate dal Libano, prescindendo dagli accordi bilaterali esistenti tra due Stati sovrani. Il governo del Libano ha ripetutamente respinto la Risoluzione 1559, e la Siria si è ufficialmente
dichiarata disposta a ritirare le sue forze armate dal Libano, prescindendo dagli accordi di mutuo soccorso stipulati tra i due paesi, qualora il Consiglio di Sicurezza riuscisse a fare rispettare ad Israele le sue ben più vecchie Risoluzioni, innanzitutto quella n. 242 del giugno 1967. Nessuna TV occidentale ha informato il pubblico europeo o americano che i governi francese ed americano insistono che
la Risoluzione 1559 - e solo quella - sia rispettata dalla Siria e che la Siria non abbia alcun diritto di chiedere il preventivo od anche contemporaneo rispetto della Risoluzione 242 che le ridarebbe le Alture del Golan (ed ai palestinesi il West Bank e la Striscia di Gaza).[arabicnews.com]
Per quanto riguarda il pericolo di guerra civile in Libano, la Risoluzione 1559 deliberatamente provoca questa eventualità, coprendo le spalle e dando man forte al partito "anti-siriano" dei maroniti attorno al generale Michel Aoun (che opera dalla Francia e regolarmente visita i campi d'addestramento delle sue milizie in Australia) e ad altre figure della vecchie Falangi Libanesi e dei vecchi Kata'ib, una parte delle quali sta tranquillamente operando dal Libano, come il clan attorno alla famiglia Gemayel ed i suoi seguaci, dei quali, duole dirlo, fa parte anche il cardinale Nusrallah Sfeir (senza mai essere stato richiamato dalla Santa Sede
per le sue aperte attività politiche, destabilizzanti).[Daily Star]
Occorre rammentare che tutta l'accozzaglia del disciolto Esercito
libanese del sud (ELS) che durante l'occupazione israeliana era al soldo di Israele (gli ufficiali più importanti, quali Antoine Lahad, avevano anche la cittadinanza israeliana), passata nei paesi europei e negli USA, viene usata per ricomporre una solida milizia anti-siriana e per "liberare" il Libano, anche e sopratutto con i mezzi
della guerra civile, da innescare tramite stragi ed atti terroristici.
Che abbiano fatto fuori Hariri non dovrebbe stupire nessuno. Hobeika è stato fatto fuori alla vigilia della sua deposizione sui fatti di Sabra e Chatila davanti al Tribunale di Belgio. Hariri era una specie di Berlusconi, un opportunista senza scrupoli, ma lungimirante. Avevo letto nelle ultime settimane dei tentativi dello sciagurato fronte Aoun-Jumblatt-Sfeir di imbarcare Hariri. Con i soldi di Hariri, la
vittoria sarebbe stata assicurata (basta avere presente la sua ultima campagna elettorale, condotta con i mezzi moderni della manipolazione di massa attorno a slogan vuoti) - ma una vittoria referendaria od elettorale, che avrebbe anche allontanato le prospettive di una guerra civile, mettendo sotto il proprio comando generale i signori nostalgici che spingono verso la guerra civile. Imbarcare Hariri
sarebbe significato mettere un freno all'impresa della guerra civile. Ed è questo il senso della presunta ambiguità attribuita alla posizione di Hariri (che ha fatto tanto per farsi odiare dai libanesi, sulle cui teste aveva fatto abbattere edifici interi, per
fare spazio ai progetti della sua impresa Solidère, ma difficilmente i parenti delle vittime da lui uccise dispongono dei mezzi per portare a termine un attentato come quello di ieri). Che nelle redazioni arrivino "rivendicazioni" della paternità dell'attentato, da parte di misteriosi nuovi gruppi "islamisti", non è che la solita spazzatura. Fa parte della propaganda costruire il "nemico islamista" virtuale per potergli attribuire le distruzioni ed i morti. E per quanto riguarda la presunta paternità siriana, una simile affermazione mette a dura prova l'intelligenza umana: quando mai i servizi segreti siriani, per eliminare uno - sempre che avessero avuto questa intenzione nei confronti di Rafik Hariri - danno così clamorosamente all'occhio compiendo una strage? Per quanto ne fossi informata io, l'opinione pubblica in Siria non era per niente allarmata dalla prospettiva di un eventuale referendum in Libano sulla questione del ritiro delle forze armate. Anzi, molti
hanno sorriso dell'idea che Walid Jumblatt, una volta ritirate le protezioni siriane, se la sarebbe vista da solo con i suoi falsi amici falangisti. Perché la Siria avrebbe fatto fuori proprio Rafik Hariri, un uomo d'affari libanese che non era certo una figura carismatica del vecchio Kata'ib od un vecchio comandante delle Falangi Libanesi? Un uomo d'affari che sicuramente avrebbe appoggiato la posizione siriana senza riserve, nella misura che questo gli avrebbe garantito affari proficui per la durata di una generazione (cosa che la Siria in questo momento non può garantire, ma che la guerra civile renderebbe assolutamente impossibile).
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