Da La Repubblica del 31/03/2005
Il presidente della commissione Mitrokhin Guzzanti presto in Turchia per ascoltare Ali Agca, poi in missione a Sofia
"Attentato al Papa, si riapra l´inchiesta"
L´appello del pm Imposimato. Dossier Stasi, la Bulgaria si difende
Il giudice Priore: "Le carte tedesche possono contenere nuove rivelazioni"
di Marco Ansaldo
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ISTANBUL - La verità sull´attentato che il turco Ali Agca compì nel 1981 contro il Papa è ora più vicina, dopo l´invio in Bulgaria da parte del governo tedesco dei documenti appartenuti alla Stasi, i servizi segreti della Germania Est. Il portavoce bulgaro Dimitar Tzonev ha confermato ieri che Sofia è disposta ad aprire i suoi archivi alla commissione parlamentare italiana Mitrokhin per verificare le circostanze dell´attentato contro Giovanni Paolo II e gli eventuali coinvolgimenti dei servizi dell´epoca. Ma, ha spiegato, il fatto che la commissione si stia occupando della "pista bulgara", non implica «accuse contro la Bulgaria e quindi non richiede una reazione ufficiale».
L´ex presidente della Commissione Dossier del Parlamento di Sofia, Metodi Andreev, che ha esaminato i documenti dei servizi durante il regime comunista, ha spiegato che «nel giugno 2002 il governo tedesco ha inviato in Bulgaria un carteggio di un migliaio di fogli della Stasi risalenti agli anni Ottanta, tra i quali circa 60 cartelle dedicate alla cosiddetta "pista bulgara" per l´attentato al Papa. Personalmente non li ho letti perché non so il tedesco, ma secondo una delle mie collaboratrici, le carte dimostrano come la Darjavna sigurnost (i servizi bulgari durante il regime comunista) abbia chiesto l´aiuto della Stasi per dissipare i sospetti in Occidente sul fatto che era stata la Bulgaria a guidare la mano di Ali Agca».
Per ascoltare direttamente l´attentatore turco partirà presto per Istanbul il presidente della commissione Mitrokhin, Paolo Guzzanti, che la prossima settimana avanzerà anche la proposta di una rogatoria in Bulgaria per visionare le carte. Disponibile a essere ascoltato dalla commissione si è detto il magistrato Ferdinando Imposimato, che a lungo si è occupato del caso. «Fino a pochi anni fa - spiega Imposimato - i servizi bulgari non hanno mai voluto collaborare, dicendo una serie di balle rispetto ai documenti di cui ero in possesso. Oggi mi sembra che il loro atteggiamento sia cambiato. Le inchieste sull´attentato e sul caso di Emanuela Orlandi vanno riaperte».
Anche l´ex giudice istruttore Rosario Priore ricorda come ai tempi della sua inchiesta lui stesso entrò in possesso di documenti della Stasi: «L´ex Germania Est e il governo di Sofia mantenevano contatti volti ad arginare la pista bulgara. Adesso è importante sapere se siano state trovate nuove carte da cui possono emergere con più chiarezza fatti e circostanze che condussero all´attentato».
L´ex presidente della Commissione Dossier del Parlamento di Sofia, Metodi Andreev, che ha esaminato i documenti dei servizi durante il regime comunista, ha spiegato che «nel giugno 2002 il governo tedesco ha inviato in Bulgaria un carteggio di un migliaio di fogli della Stasi risalenti agli anni Ottanta, tra i quali circa 60 cartelle dedicate alla cosiddetta "pista bulgara" per l´attentato al Papa. Personalmente non li ho letti perché non so il tedesco, ma secondo una delle mie collaboratrici, le carte dimostrano come la Darjavna sigurnost (i servizi bulgari durante il regime comunista) abbia chiesto l´aiuto della Stasi per dissipare i sospetti in Occidente sul fatto che era stata la Bulgaria a guidare la mano di Ali Agca».
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