Da La Repubblica del 02/07/2005
Tre arresti e 24 indagati in tutta Italia
Una polizia illegale contro il terrorismo
di Massimo Calandri
Una nuova Gladio «istituzionalizzata», come dicevano gli stessi aderenti, che tra gli obiettivi principali aveva la protezione del Papa, la caccia agli eversori islamici e a latitanti come Cesare Battisti, il monitoraggio di tutti i luoghi frequentati dagli extracomunitari, il reperimento di fondi attraverso organismi internazionali (era appena stata inoltrata alla Ue la richiesta di un finanziamento di 32 milioni di euro). Indagando sui reclutatori di Fabrizio Quattrocchi, il body-guard genovese sequestrato ed ucciso in Iraq lo scorso anno, la Procura del capoluogo ligure ha scoperto un' organizzazione che aveva dato vita ad una sorta di polizia «parallela» illegale, specializzata in indagini sull' eversione e nata all' indomani della strage alla stazione madrilena di Atocha. Il Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo, inquietante combriccola composta da una trentina fra carabinieri, poliziotti, guardie carcerarie, finanzieri, militari in congedo e non, professionisti del depistaggio come Elio Ciolini alcuni dei quali con un passato in Gladio (Antonino Arconte), era guidato da Gaetano Saya e Riccardo Sindoca, fondatori del Nuovo Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale. I due sono da ieri agli arresti domiciliari nelle abitazioni di Firenze e Pavia, la Digos genovese ha compiuto 26 perquisizioni in dieci regioni italiane. Ventiquattro gli indagati per associazione a delinquere finalizzata all' usurpazione di pubbliche funzioni e - nel caso degli undici appartenenti alle forze dell' ordine - per aver rivelato notizie contenute nella banca-dati del Ministero dell' Interno. In serata è stato arrestato a Milano un poliziotto affiliato alla Dssa, trovato con una pistola con matricola abrasa ed una mappa della città suddivisa per etnìe. Pattugliamenti, ispezioni, interrogatori, contatti con i servizi segreti, che però li hanno sempre tenuti alla larga. Tre le città nel mirino: Milano, Firenze, Roma. La polizia «parallela» indagava mostrando placche, usando lampeggianti e palette, violando le banche dati del ministero. Nel mirino le comunità mussulmane, le macellerie islamiche, i luoghi di aggregazione dei cittadini stranieri, i loro negozi. Venivano redatti rapporti da inviare ai servizi segreti, alla magistratura, alla polizia giudiziaria, o da mostrare ai giornalisti per strappare un riconoscimento ufficiale. Quando i pm Francesca Nanni e Nicola Piacente interrogavano Luigi Valle, amico di Quattrocchi reduce da Bagdad, non immaginavano che da lì a poco il contractor sarebbe stato contattato dalla Dssa con altri reduci come Cristiano Meli. I magistrati volevano fare chiarezza sull' arruolamento del body-guard, e si sono trovati di fronte i crociati delle nuove «legioni» anti-islamiche, della nuova Gladio.
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