Da Metro del 14/07/2005
Originale su http://www.metronews.it/det.php?id=7194&fid=art_id

Una Chiesa di pace contro il terrorismo

di Alessandro Banfi

Articolo presente nelle categorie:
Il mondo in guerra: ieri, oggi, domaniOggiTerrorismo internazionale
Cercano di tirare il Papa dalla loro parte. Ormai tutti i giorni. La questione è semplice: dopo la strage di Londra, si è rinnovata l’offensiva contro Benedetto XVI. In questione è la posizione della Chiesa cattolica sulla guerra in Iraq. Se il Papa non partecipa alla crociata, che crociata è? Se la Chiesa non vuole lo scontro di civiltà, in che cosa si distingue l’identità dell’Occidente? Si finisce per fare la guerra in nome della Coca Cola, mentre la si vorrebbe fare in nome di Dio. Certo, si tratta di una guerra difensiva, cominciata dopo l’11 settembre 2001. Ma Giovanni Paolo II, e con lui tutta la Chiesa, non ha mai accettato l’idea della guerra preventiva, ha avversato l’intervento militare in Iraq, ammonendo che avrebbe potuto peggiorare la situazione internazionale. Ora l’offensiva è rivolta al nuovo Papa, a Joseph Ratzinger perché si convinca a fare il cappellano dell’Occidente. Ma anche il nuovo Papa resiste. E cancella dal comunicato preparato in fretta e furia dagli addetti del Vaticano sugli attentati di Londra quell’aggettivo: “anti cristiani” che aveva fatto gioire la stampa interessata.

È ovvio che si tratta di sfumature politiche: una bomba è sempre contro l’umanità e anche contro il Vangelo. Un attentato è sempre anti cristiano. Ma quell’espressione avrebbe potuto legittimare l’idea di uno scontro di religioni: l’Islam all’attacco della civiltà occidentale cristiana. Mai l’attenta diplomazia vaticana aveva usato una simile espressione per condannare gli atti terroristici rivendicati da Al Qaida. Una novità di linguaggio, un nuovo approccio, più muscoloso alla questione islamica? No, per niente.

Ratzinger sta deludendo tanti suoi ammiratori interessati. È così dal giorno della sua elezione. A cominciare dalla scelta del nome: Benedetto come Benedetto XV, per richiamarsi al Papa della pace, a colui che si batté con tutte le forze contro “l’inutile strage” della Prima guerra mondiale. Un pontificato in cui la pace è un fondamento. Eppure la pressione aumenta: alla nuova guerra contro il terrorismo servirebbe la religione come sovrastruttura, almeno secondo quelli che più estremizzano la vicenda. Da entrambe le parti. Ma lo scontro non sarà mai di civiltà, sempre di alcuni individui contro altri.

Le Brigate Rosse in Italia entrarono in crisi quando fu evidente che i terroristi non rappresentavano affatto i comunisti, Osama Bin Laden e Al Qaida finiranno quando saranno gli arabi e in genere i mussulmani a prendere le distanze dal terrore che si richiama a quei popoli e a quelle religioni. Ratzinger ha riecheggiato Paolo VI che si rivolgeva allora “agli uomini delle Brigate Rosse” che tenevano sotto sequestro Moro. Anche lui si è rivolto ai terroristi come singoli uomini, li ha implorati “in nome di Dio” perché non si uccida e non ci si uccida più nel nome dell’Altissimo: “Preghiamo” ha detto “anche per gli attentatori: il Signore tocchi i loro cuori. A quanti fomentano sentimenti di odio e a quanti compiono azioni terroristiche tanto ripugnanti dico: Dio ama la vita, che ha creato, non la morte. Fermatevi, in nome di Dio!”. Nessuno può imputare alla Chiesa di essere debole in questo attacco terroristico alle nostre società, la sua forza è quella della pace.

Sullo stesso argomento

Articoli in archivio

LE CRITICHE DI MARCELLO PERA VERSO UN’EUROPA MULTICULTURALE
Ma la storia lo dimostra: siamo tutti meticci
di Andrea Riccardi su Famiglia cristiana del 09/09/2005
 
Cos'è Archivio900?
"Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato golpe (e che in realtà è una serie di golpes istituitasi a sistema di protezione del potere"... [Leggi]
Rassegna personale
Attualmente non hai selezionato directory degli articoli da incrociare.
Contenuti
Notizie dalla storia
Notizie dalla storia
Attenzione
I documenti raccolti in questo sito non rappresentano il parere degli autori che si sono limitatati a raccoglierli come strumento di studio e analisi.
Leggi il disclaimer