Da Il mondo del 27/03/1998
Le rivelazioni del Mondo hanno rotto il silenzio. E il caso scoppia anche in Italia
Diteci tutto su Echelon
di Guido Gentili
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La prossima settimana, grazie al rapporto dell'Istituto monetario europeo (Ime), sapremo molto di piu' sul percorso dell'Italia verso la moneta unica. Come detto piu' volte, i banchieri centrali nutrono forti perplessita' sulla sostenibilita' della convergenza italiana. E non e' affatto da escludere, in generale, che le riserve dell'Ime, se espresse con accenti forti, finiscano addirittura per riflettersi sulla Corte costituzionale tedesca, chiamata a certificare la partecipazione di quel Paese all'Unione monetaria a condizione che tutti i Paesi partner assicurino una convergenza sostenibile anche nel medio e lungo periodo. L'Italia arriva all'ultimo giro della corsa con molte cifre a posto ma un po' in affanno, come dimostra il nuovo strappo su quell'assurdita' economica che sono le 35 ore. Ha ragione l'amministratore delegato della Fiat, Paolo Cantarella, quando dice che "restare in Europa sara' difficile". E fa bene il ministro del Tesoro, Ciampi, a osservare che la partita non e' ancora chiusa e a ricordare, a proposito del Sud, che non esistono soluzioni "miracolistiche" e che non c'e' spazio per interventi "a pioggia". La storia del Mezzogiorno, purtroppo, e' piena di cattedrali nel deserto, di progetti mai andati in porto, di lavori "socialmente utili" che non sono lavori, di decine di migliaia di miliardi bruciati sull'altare dell'assistenzialismo. No, restare in Europa non sara' facile. Basta guardare all'inchiesta del nostro giornale sul miracolo spagnolo: Madrid ha 10 linee metropolitane, Roma 2; Barcellona 6, Milano 3. Altro che "convergenza". Le rivelazioni del Mondo su Echelon, il sistema segreto mondiale di intercettazioni che fa capo a Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda, stanno mettendo in imbarazzo molti governi europei e allarmano, nel pieno di una concorrenza internazionale spietata e senza esclusione di colpi, i quartier generali di molti grandi gruppi industriali e finanziari europei. Del resto, come meravigliarsi? Un documento della Direzione generale ricerca del Parlamento europeo afferma testualmente che "...in Europa tutte le telefonate, i fax e i testi di posta elettronica sono regolarmente intercettati, e dal centro strategico inglese di Menwith Hill le informazioni vengono trasferite al quartier generale della National Security Agency, l'agenzia di spionaggio elettronico americana...". In sostanza una sorta di "grande orecchio", come l'ha chiamato il Tg5 di Enrico Mentana, puo' sintonizzarsi su ogni nostro piccolo gesto quotidiano. Il che, oltre a porre un serissimo problema politico e diplomatico, non e' propriamente rassicurante. Simon Davies della London School of Economics e direttore dell'organizzazione per i diritti civili Privacy International, afferma che la "Gran Bretagna sta agendo in aperta violazione dello spirito di Maastricht". Franco Frattini, presidente del comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, annuncia che mettera' il caso Echelon all'ordine del giorno della prossima riunione del comitato e dice che "i casi sono due: o il governo sapeva, e non ce lo ha detto, e sarebbe grave. Oppure non sapeva, e non e' meno grave... Vorrei capire se la nostra intelligence ha i sensori attivi e sapere che cosa fa per tutelare gli interessi del sistema Paese". Il governo sa? E se si', che cosa? La presidenza del Consiglio, i ministeri degli Esteri e della Difesa devono chiarire. Massimo Brutti, sottosegretario alla Difesa, spiega che l'esecutivo e' tenuto alla riservatezza sulle materie che investono altri Paesi, ma che un accertamento "va fatto, e non solo in Europa". In Italia, puo' muoversi, dice, il comitato parlamentare. Mentre resta fermo che "la stampa ha il diritto di rivelare i fatti dei quali viene a conoscenza". Ovvio, ma fondamentale.
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