Da La Repubblica del 25/10/2005
Originale su http://www.repubblica.it/2004/j/sezioni/cronaca/gladio/gladio/gladio.html
L'ex presidente della Repubblica vuole equiparare membri della struttura segreta della Nato ai militari
Cossiga presenta disegno di legge per un "riconoscimento" a Gladio
Non è una novità, è stato già fatto nel 1958 con i partigiani"
di AA.VV.
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ROMA - Dare un "giusto riconoscimento politico e morale anche sul piano dello status militare" a tutti i 622 volontari (ne sono rimasti vivi circa 550) che hanno preso parte a "Stay behind", la struttura meglio conosciuta come Gladio, disciolta al governo italiano il 27 novembre 1990: lo propone un disegno di legge presentato al Senato da Francesco Cossiga.
"Nel 2001 - scrive il presidente emerito della Repubblica nella relazione introduttiva - la corte di Assise di Roma ha statuito in via definitiva ciò che era già politicamente e storicamente evidente: la piena liceità e legittimità della struttura della rete italiana Stay Behind, conosciuta come 'Gladio'", sorta nel 1956 e costituita in seno alla Nato "nell'ambito dei servizi di informazione e di sicurezza".
"Questa struttura - dice Cossiga - era destinata ad operare in clandestinità nell'ipotesi di invasione nemica di parte dei territori degli Stati dell'Alleanza, in concorso con le Forze Speciali e con i servizi di informazione alleati, anche al fine di organizzare e supportare eventuali movimenti di 'resistenza'". Il senatore a vita sottolinea che i membri di Gladio hanno subìto dopo lo scioglimento dell'organizzazione "una vera e propria persecuzione politica e giudiziaria, contraddistinta da pesanti illazioni sulla pretesa natura eversiva di Gladio, e sull'ingiusto collegamento della relativa organizzazione ai non ancora del tutto chiariti episodi di destabilizzazione sofferti dal nostro Paese dagli anni '60 sino alla definitiva sconfitta del terrorismo e soprattutto alla fine della guerra fredda".
Per questo, dice Cossiga, "è necessario che la verità storica e anche ormai quella giudiziaria finalmente emersa, si sostanzi anche in un giusto riconoscimento politico e morale anche sul piano dello status militare, per tutti coloro che, in conformità al superiore dovere sancito dall'art. 52 della Costituzione e agli ordini del legittimo governo della Repubblica, avevano dato la loro consapevole disponibilità per servire la Patria, al di sopra di ogni distinzione di credo ideale politico o religioso, o di appartenenza sindacale".
In particolare il provvedimento, che si compone di tre articoli, sancisce "l'equiparazione al servizio presso le Forze Armate dello Stato del servizio volontario prestato presso la struttura Stay Behind da parte dei suoi membri cosiddetti 'esterni'". Una equiparazione che, secondo il senatore a vita, "non costituisce un caso isolato nell'ambito del nostro ordinamento in quanto in passato si è già provveduto allo stesso modo per il Corpo Volontari della Libertà", e che "rileva esclusivamente sotto il profilo politico, morale e anche sul piano militare: viene infatti espressamente escluso al riguardo qualsiasi effetto retributivo, previdenziale e assistenziale".
Per chi ha partecipato a Gladio, poi, viene prevista la istituzione di un distintivo onorifico e si equipara l'Associazione Stay Behind tra gli appartenenti alla disciolta struttura alle altre Associazioni d'arma riconosciute dal ministero della Difesa.
"Nel 2001 - scrive il presidente emerito della Repubblica nella relazione introduttiva - la corte di Assise di Roma ha statuito in via definitiva ciò che era già politicamente e storicamente evidente: la piena liceità e legittimità della struttura della rete italiana Stay Behind, conosciuta come 'Gladio'", sorta nel 1956 e costituita in seno alla Nato "nell'ambito dei servizi di informazione e di sicurezza".
"Questa struttura - dice Cossiga - era destinata ad operare in clandestinità nell'ipotesi di invasione nemica di parte dei territori degli Stati dell'Alleanza, in concorso con le Forze Speciali e con i servizi di informazione alleati, anche al fine di organizzare e supportare eventuali movimenti di 'resistenza'". Il senatore a vita sottolinea che i membri di Gladio hanno subìto dopo lo scioglimento dell'organizzazione "una vera e propria persecuzione politica e giudiziaria, contraddistinta da pesanti illazioni sulla pretesa natura eversiva di Gladio, e sull'ingiusto collegamento della relativa organizzazione ai non ancora del tutto chiariti episodi di destabilizzazione sofferti dal nostro Paese dagli anni '60 sino alla definitiva sconfitta del terrorismo e soprattutto alla fine della guerra fredda".
Per questo, dice Cossiga, "è necessario che la verità storica e anche ormai quella giudiziaria finalmente emersa, si sostanzi anche in un giusto riconoscimento politico e morale anche sul piano dello status militare, per tutti coloro che, in conformità al superiore dovere sancito dall'art. 52 della Costituzione e agli ordini del legittimo governo della Repubblica, avevano dato la loro consapevole disponibilità per servire la Patria, al di sopra di ogni distinzione di credo ideale politico o religioso, o di appartenenza sindacale".
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