Da News Italia Press del 19/12/2005
Originale su http://www.newsitaliapress.it/interna.asp?sez=265&info=124475
L'Italia e l'Onu: una storia lunga 50 anni
di AA.VV.
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Roma – 50 anni fa l'Italia faceva il proprio ingresso nell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) realizzando così uno dei passi più significativi nell'adempimento dell'articolo 11 della Costituzione Repubblicana volto al riconoscimento e alla promozione delle organizzazioni internazionali orientate al consolidamento della pace tra le nazioni. A distanza di mezzo secolo si ricorda quella tappa del percorso di crescita nello scenario internazionale correlato al consolidamento della democrazia entro i propri confini .
"L'Italia presentò la domanda di ammissione alle Nazioni Unite il 7 maggio 1947 – ha ricordato il Ministro degli Affari Esteri Gianfranco Fini - . Ma, a causa dei ripetuti veti, la richiesta fu respinta più volte nonostante un parere favorevole della Corte Internazionale di Giustizia del 28 maggio 1948. Né servì il fatto che l'Italia, oltre ad avere tutti i requisiti previsti, ospitava fin dal 1946 un'importante agenzia specializzata dell'ONU, la FAO, ed era stato nominata nel 1949 dall'Assemblea Generale potenza amministratrice della Somalia. Ma, alla fine, - ha concluso il Ministro - la ragione prevalse e l'Italia venne finalmente ammessa alle Nazioni Unite il 14 dicembre 1955. Da allora siamo fieri di aver ampiamente recuperato il tempo ingiustamente perduto ".
In occasione dell'anniversario, il Ministero ha voluto ricordare lo spirito che ha animato la nascita dell'Organizzazione, evidenziando le esigenze poste dal contesto storico in cui nacquero le Nazioni Unite. "Il grande progresso compiuto nel XX secolo – ha affermato Giuseppe Drago, Sottosegretario agli Affari Esteri con delega ai temi trattati in ambito ONU ed agenzie specializzate - è consistito nel rendersi conto dell'insufficienza del metodo dell'equilibrio e soprattutto nel cogliere le ragioni di questa insufficienza: il fautore e protagonista della pace non è solo lo Stato, bensì un soggetto diverso, l'uomo ".
Drago ha poi ricordato come la nascita dell'organismo abbia rappresentato un frattura concettuale rispetto alle logiche che avevano, fino a quel momento, costituito il fondamento della Società delle Nazioni, l'antenato dell'ONU. "Si è scoperta la politica di pace consistente nel nutrire la libertà, la dignità e lo sviluppo dell'uomo – ha detto il Sottosegretario - . Le Nazioni Unite, nel perseguire il proprio compito fondamentale di tutelare la pace, si occupano dell'uomo, del suo sviluppo economico, delle sue condizioni sanitarie o dei diritti dell'infanzia. Le Nazioni Unite hanno aperto, così, nuovi orizzonti. Malgrado ciò, ci si accorge che le Nazioni Unite dovranno riformarsi, ammodernarsi e aggiornare la propria struttura alle esigenze di un mondo che non è più quello del 1944, quando vennero fondate ".
Il mondo odierno non ha solo assunto un aspetto profondamente diverso da quello del dopoguerra, ma ne ha, per così dire, completato il superamento. Il globo diviso in due grandi blocchi contrapposti e separati dalla cortina di ferro ha lasciato spazio a uno scenario probabilmente ancora in cerca dei propri equilibri; in questo contesto l'Italia sembra perseguire nell'organizzazione almeno due obiettivi. "Due sono i punti di riferimento dell'Italia alle Nazioni Unite – ha spiegato Fini - , accanto all'attenta difesa degli interessi nazionali: il consolidamento del ruolo dell'Unione Europea come soggetto di politica internazionale e la tenace promozione del superiore interesse dell'intera comunità internazionale nelle questioni concernenti la pace e la sicurezza, lo sviluppo economico e la tutela dei diritti umani ".
Il Ministro degli Esteri ha poi voluto ricordare l'impegno italiano sul fronte militare nel panorama delle missioni di peace keeping e peace enforcing sostenute e promosse dalle Nazioni Unite. "A questo riguardo è con particolare commozione che voglio ricordare il sacrificio in vite umane offerto dall'Italia al mantenimento della pace e della sicurezza – ha affermato Fini - . Oltre cento nostri concittadini hanno perso la vita, in aree geografiche che vanno dall'Africa al Medio Oriente, dai Balcani all'Asia Centrale, nell'ambito di operazioni intese a promuovere i principi di fratellanza riconosciuti nello Statuto dell'ONU ".
La storia delle missioni ONU non sembrerebbe tuttavia prestarsi a una narrazione trionfalistica o agiografica. Dalla Ex Jugoslavia alla Somalia passando attraverso la tragedia dei conflitti mai evitati e troppo spesso esclusi dall'agenda delle priorità, sembra decisamente lunga la lista delle occasioni mancate dalla Nazioni Unite . Ma le debolezze mostrate dall'Organizzazione non sarebbero, secondo Drago, un motivo sufficiente per delegittimare un sistema transnazionale capace anche di cogliere molteplici successi.
"Non è però saggio trarne un giudizio di sfiducia in questo strumento di pace – ha ricordato il Sottosegretario - . L'ONU è la punta visibile di un iceberg sommerso, di quel complesso sistema in cui si sono istituzionalizzate forme avanzatissime di cooperazione internazionale che chiamiamo 'multilateralismo', di un metodo che non riesce ancora a risolvere o prevenire tutti i conflitti, ma ne disinnesca comunque moltissimi". Un ruolo che, al tempo stesso, si trasferirebbe a tutte le organizzazioni a carattere transnazionale. "Le Organizzazioni internazionali, famiglia che direttamente o indirettamente fa capo alle Nazioni Unite, costituiscono un foro di continuo incontro fra le nazioni, che ripropone sempre le modalità del dialogo pacifico per gestire in comune la ricerca di un benessere globale prima ancora che uno squilibrio divenga causa di un conflitto" ha aggiunto Drago .
Non è solo la proprietà terapeutica dell'ONU in sede di prevenzione o di risoluzioni dei conflitti ad animare il dibattito oggi presente intorno all'organizzazione. Alleanze ormai consolidate nel contesto dell'Assemblea e la prerogativa del veto per i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza costituiscono ormai elementi soggetti a forti critiche . Proprio l'allargamento del Consiglio di Sicurezza, di fatto figlio dell'ultimo conflitto mondiale ed espressione di equilibri mondiali superati dopo il crollo dell'Unione Sovietica, rappresenta oggi una delle proposte maggiormente diffuse e apertamente espresse da diversi Paesi, come Germania e Brasile .
"L'impegno italiano è anche proiettato verso il futuro: attualmente il nostro Paese si è impegnato a favore di una riforma complessiva delle Nazioni Unite, che riguardi tutti i settori delle attività dell'organizzazione" ha ricordato Fini trovando l'eco del sottosegretario Drago. Affermazioni che parrebbero rilanciare la proposta italiana di un seggio permanente per l'Unione Europea, già avanzata in passato .
"L'Italia presentò la domanda di ammissione alle Nazioni Unite il 7 maggio 1947 – ha ricordato il Ministro degli Affari Esteri Gianfranco Fini - . Ma, a causa dei ripetuti veti, la richiesta fu respinta più volte nonostante un parere favorevole della Corte Internazionale di Giustizia del 28 maggio 1948. Né servì il fatto che l'Italia, oltre ad avere tutti i requisiti previsti, ospitava fin dal 1946 un'importante agenzia specializzata dell'ONU, la FAO, ed era stato nominata nel 1949 dall'Assemblea Generale potenza amministratrice della Somalia. Ma, alla fine, - ha concluso il Ministro - la ragione prevalse e l'Italia venne finalmente ammessa alle Nazioni Unite il 14 dicembre 1955. Da allora siamo fieri di aver ampiamente recuperato il tempo ingiustamente perduto ".
In occasione dell'anniversario, il Ministero ha voluto ricordare lo spirito che ha animato la nascita dell'Organizzazione, evidenziando le esigenze poste dal contesto storico in cui nacquero le Nazioni Unite. "Il grande progresso compiuto nel XX secolo – ha affermato Giuseppe Drago, Sottosegretario agli Affari Esteri con delega ai temi trattati in ambito ONU ed agenzie specializzate - è consistito nel rendersi conto dell'insufficienza del metodo dell'equilibrio e soprattutto nel cogliere le ragioni di questa insufficienza: il fautore e protagonista della pace non è solo lo Stato, bensì un soggetto diverso, l'uomo ".
Drago ha poi ricordato come la nascita dell'organismo abbia rappresentato un frattura concettuale rispetto alle logiche che avevano, fino a quel momento, costituito il fondamento della Società delle Nazioni, l'antenato dell'ONU. "Si è scoperta la politica di pace consistente nel nutrire la libertà, la dignità e lo sviluppo dell'uomo – ha detto il Sottosegretario - . Le Nazioni Unite, nel perseguire il proprio compito fondamentale di tutelare la pace, si occupano dell'uomo, del suo sviluppo economico, delle sue condizioni sanitarie o dei diritti dell'infanzia. Le Nazioni Unite hanno aperto, così, nuovi orizzonti. Malgrado ciò, ci si accorge che le Nazioni Unite dovranno riformarsi, ammodernarsi e aggiornare la propria struttura alle esigenze di un mondo che non è più quello del 1944, quando vennero fondate ".
Il mondo odierno non ha solo assunto un aspetto profondamente diverso da quello del dopoguerra, ma ne ha, per così dire, completato il superamento. Il globo diviso in due grandi blocchi contrapposti e separati dalla cortina di ferro ha lasciato spazio a uno scenario probabilmente ancora in cerca dei propri equilibri; in questo contesto l'Italia sembra perseguire nell'organizzazione almeno due obiettivi. "Due sono i punti di riferimento dell'Italia alle Nazioni Unite – ha spiegato Fini - , accanto all'attenta difesa degli interessi nazionali: il consolidamento del ruolo dell'Unione Europea come soggetto di politica internazionale e la tenace promozione del superiore interesse dell'intera comunità internazionale nelle questioni concernenti la pace e la sicurezza, lo sviluppo economico e la tutela dei diritti umani ".
Il Ministro degli Esteri ha poi voluto ricordare l'impegno italiano sul fronte militare nel panorama delle missioni di peace keeping e peace enforcing sostenute e promosse dalle Nazioni Unite. "A questo riguardo è con particolare commozione che voglio ricordare il sacrificio in vite umane offerto dall'Italia al mantenimento della pace e della sicurezza – ha affermato Fini - . Oltre cento nostri concittadini hanno perso la vita, in aree geografiche che vanno dall'Africa al Medio Oriente, dai Balcani all'Asia Centrale, nell'ambito di operazioni intese a promuovere i principi di fratellanza riconosciuti nello Statuto dell'ONU ".
La storia delle missioni ONU non sembrerebbe tuttavia prestarsi a una narrazione trionfalistica o agiografica. Dalla Ex Jugoslavia alla Somalia passando attraverso la tragedia dei conflitti mai evitati e troppo spesso esclusi dall'agenda delle priorità, sembra decisamente lunga la lista delle occasioni mancate dalla Nazioni Unite . Ma le debolezze mostrate dall'Organizzazione non sarebbero, secondo Drago, un motivo sufficiente per delegittimare un sistema transnazionale capace anche di cogliere molteplici successi.
"Non è però saggio trarne un giudizio di sfiducia in questo strumento di pace – ha ricordato il Sottosegretario - . L'ONU è la punta visibile di un iceberg sommerso, di quel complesso sistema in cui si sono istituzionalizzate forme avanzatissime di cooperazione internazionale che chiamiamo 'multilateralismo', di un metodo che non riesce ancora a risolvere o prevenire tutti i conflitti, ma ne disinnesca comunque moltissimi". Un ruolo che, al tempo stesso, si trasferirebbe a tutte le organizzazioni a carattere transnazionale. "Le Organizzazioni internazionali, famiglia che direttamente o indirettamente fa capo alle Nazioni Unite, costituiscono un foro di continuo incontro fra le nazioni, che ripropone sempre le modalità del dialogo pacifico per gestire in comune la ricerca di un benessere globale prima ancora che uno squilibrio divenga causa di un conflitto" ha aggiunto Drago .
Non è solo la proprietà terapeutica dell'ONU in sede di prevenzione o di risoluzioni dei conflitti ad animare il dibattito oggi presente intorno all'organizzazione. Alleanze ormai consolidate nel contesto dell'Assemblea e la prerogativa del veto per i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza costituiscono ormai elementi soggetti a forti critiche . Proprio l'allargamento del Consiglio di Sicurezza, di fatto figlio dell'ultimo conflitto mondiale ed espressione di equilibri mondiali superati dopo il crollo dell'Unione Sovietica, rappresenta oggi una delle proposte maggiormente diffuse e apertamente espresse da diversi Paesi, come Germania e Brasile .
"L'impegno italiano è anche proiettato verso il futuro: attualmente il nostro Paese si è impegnato a favore di una riforma complessiva delle Nazioni Unite, che riguardi tutti i settori delle attività dell'organizzazione" ha ricordato Fini trovando l'eco del sottosegretario Drago. Affermazioni che parrebbero rilanciare la proposta italiana di un seggio permanente per l'Unione Europea, già avanzata in passato .
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