Da Corriere di Gela del 30/03/2005
Originale su http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/03_Marzo/30/stasi.shtml
Nuove rivelazioni sull'attentato al Pontefice
«Dossier Stasi conferma pista bulgara»
Agca, documentin della Ddr consegnati a Sofia: «Ecco le prove dei depistaggi per coprire i mandanti»
di Virginia Piccolillo
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ROMA - Il Kgb ordinò l’attentato a papa Wojtyla, gli 007 bulgari lo eseguirono, la Stasi collaborò. Sugli spari in Piazza San Pietro finora c’erano tracce e ipotesi. Adesso ci sono i documenti. Decine di pagine che comproverebbero il coinvolgimento, con responsabilità diverse, del Kgb, della Stasi e della Darzavna Sigurnost bulgara. A conferma di uno scenario che vede il servizio segreto dell’ex Urss nel ruolo di mandante dell’omicidio, i servizi bulgari in quello degli esecutori (che utilizzarono Agca e gli altri terroristi turchi come sicari) e quelli della ex Ddr alla regia dell’intera operazione e delle successive manovre di depistaggio. Carte che il governo tedesco ha scovato negli archivi della Stasi, e ha consegnato alla Bulgaria, nell’ambito di un accordo teso ad abbattere la vecchia censura dei regimi dell’ex blocco sovietico. Un rapporto che conferma quanto detto da Giovanni Paolo II nel libro Memoria e identità : «L’attentato non fu un’iniziativa sua (di Agca, ndr ,) fu qualcun altro a idearlo, qualcun altro l’aveva a lui commissionato». Il dossier, come ha annunciato il portavoce del governo di Sofia, Dimitar Tzonev sarà messo a disposizione dell’Italia e verrà consegnato alla commissione Mitrokhin, l’organismo che indaga sull’attività dei servizi dell’Est nel nostro Paese, presieduto da Paolo Guzzanti.
Ma cosa contengono quelle carte? Le prime indiscrezioni arrivano da un personaggio autorevole: Metodi Andreev, ex presidente della Commissione dossier . «Confermo che quelle carte sono attualmente a Sofia - ha dichiarato all’emittente Radio Nuova Bulgaria -. Secondo i miei calcoli ci sono tra le 10 e le 60 pagine dei più di 1.000 documenti, per lo più lettere, in cui i servizi segreti della Ddr chiedono aiuto e cooperazione ai loro colleghi bulgari per vanificare la versione di una partecipazione della Repubblica balcanica all’attentato al Papa».
Un’ipotesi che combacia con quella rilanciata sul settimanale Oggi dal giudice Ferdinando Imposimato che indagò sull’attentato. Parlando con Markus Wolf, il mitico comandante della Stasi, e setacciando gli archivi di quel servizio, Imposimato si è convinto che «l’attentato è stato voluto dal Kgb, che ne affidò l’incarico ai "fratelli" dei servizi dell’ex Ddr e della Bulgaria».
«Fallito l’attentato - continua Imposimato - è scattata la seconda fase, l’operazione Papst. Bisognava ricattare il Pontefice e il presidente Pertini per costringerli a liberare Agca che in carcere aveva cominciato a confessare». Secondo l’ex magistrato per questo vennero rapite Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi. L’intero progetto dell’omicidio dello scomodo Papa polacco, secondo le sue fonti, sarebbe nato nel ’79 durante una riunione in Crimea in cui Andrej Gromiko, plenipotenziario di Breznev, avrebbe rassicurato i timori del collega polacco su Wojtyla dicendo: «Il problema sarà presto risolto».
Ma cosa contengono quelle carte? Le prime indiscrezioni arrivano da un personaggio autorevole: Metodi Andreev, ex presidente della Commissione dossier . «Confermo che quelle carte sono attualmente a Sofia - ha dichiarato all’emittente Radio Nuova Bulgaria -. Secondo i miei calcoli ci sono tra le 10 e le 60 pagine dei più di 1.000 documenti, per lo più lettere, in cui i servizi segreti della Ddr chiedono aiuto e cooperazione ai loro colleghi bulgari per vanificare la versione di una partecipazione della Repubblica balcanica all’attentato al Papa».
Un’ipotesi che combacia con quella rilanciata sul settimanale Oggi dal giudice Ferdinando Imposimato che indagò sull’attentato. Parlando con Markus Wolf, il mitico comandante della Stasi, e setacciando gli archivi di quel servizio, Imposimato si è convinto che «l’attentato è stato voluto dal Kgb, che ne affidò l’incarico ai "fratelli" dei servizi dell’ex Ddr e della Bulgaria».
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