Da Corriere della Sera del 20/03/2006
Bologna ricorda Biagi, cerimonie separate
Prima l'omaggio di Cofferati, poi quello di Boselli e Bonino. Prodi alla messa voluta dagli amici
di Vittorio Monti
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BOLOGNA — Polemiche dentro il centrosinistra (la Rosa nel pugno contro gli altri). Polemiche tra gli opposti schieramenti. Attacchi a Sergio Cofferati dal centrodestra e dai socialisti per la scelta di una minicelebrazione, anticipata di un giorno, al posto della commemorazione pubblica. Con il successivo tentativo del sindaco di spegnere i toni: «Nessun commento, nessuna polemica» e il riconoscimento del «lavoro preziosissimo che Biagi stava facendo».
Quattro anni dopo, la commemorazione dell'assassinio di Marco Biagi per mano delle Brigate rosse, divide ancora la politica e i partiti. Anche se alla messa di suffragio in San Martino, presente come amico il sottosegretario Maurizio Sacconi, ha prevalso la preghiera. Significativa la partecipazione di Romano Prodi, dal cui schieramento però continuano a partire attacchi alla legge sul lavoro ispirata dalla vittima del terrorismo. Un uomo contro il quale, ha detto il vescovo Ernesto Vecchi, «hanno affilato la loro lingua come spada, hanno scagliato come frecce parole amare per colpire di nascosto l'innocente». Scontate le bordate fra Casa delle Libertà e Unione. Meno prevedibile la divergenza interna all'Unione animata dal gruppo di Enrico Boselli ed Emma Bonino che ha voluto onorare il «suo Marco Biagi». «I disastri di questo Paese non possono essere addebitati alla legge che porta il suo nome» ha detto la Bonino parlando ai socialisti e ai radicali nel salone di Palazzo Re Enzo, in piazza Maggiore.
Passa il tempo, ma sul nome di Biagi continua lo scontro, anche se i diessini bolognesi dicono: «Basta rancori, dobbiamo ritrovare l'unità» e lo stesso Boselli cerca di smorzare le polemiche. Ecco perché il professore bolognese, diventato un uomo simbolo, è stato ricordato con iniziative separate. Un gruppo di amici ed ex studenti ha scelto di pedalare dalla stazione alla casa di via Valdonica, proprio come Biagi fece quattro anni fa, prima di essere assassinato dalle Brigate rosse. La Rosa nel pugno con una manifestazione nella quale il vecchio maestro di diritto di Biagi, Luigi Montuschi, l'ha commemorato riferendosi proprio alla passione per la bicicletta: «Marco pedalava avanti, si faceva fatica a stargli dietro perché aveva una marcia in più». Un discorso destinato a raggiungere le orecchie di Cofferati che, da capo della Cgil, manifestò contrarietà al professore bolognese, assurto a collaboratore strategico del governo Berlusconi. Marina Orlandi, la moglie, sabato non era presente alla cerimonia voluta dal Comune e per la preghiera ha preferito una Messa privata a Modena.
Il centrodestra ha voluto deporre corone di fiori. I socialisti di Giovine Italia hanno tenuto un convegno, nel quale Stefania Craxi ha detto: «Biagi è stato vittima del suo riformismo, come mio padre». Comune, Provincia e Regione avevano anticipato a sabato il ricordo, per non sovrapporsi al dolore della famiglia, decisione bollata dal centrodestra: Pier Ferdinando Casini l'ha giudicata «l'ennesima dimostrazione di come una parte del Paese voglia rimuovere una memoria scomoda». Per Francesco Rutelli della Margherita «è un ferita ancora aperta che non è stata e non può essere chiusa»
Quattro anni dopo, la commemorazione dell'assassinio di Marco Biagi per mano delle Brigate rosse, divide ancora la politica e i partiti. Anche se alla messa di suffragio in San Martino, presente come amico il sottosegretario Maurizio Sacconi, ha prevalso la preghiera. Significativa la partecipazione di Romano Prodi, dal cui schieramento però continuano a partire attacchi alla legge sul lavoro ispirata dalla vittima del terrorismo. Un uomo contro il quale, ha detto il vescovo Ernesto Vecchi, «hanno affilato la loro lingua come spada, hanno scagliato come frecce parole amare per colpire di nascosto l'innocente». Scontate le bordate fra Casa delle Libertà e Unione. Meno prevedibile la divergenza interna all'Unione animata dal gruppo di Enrico Boselli ed Emma Bonino che ha voluto onorare il «suo Marco Biagi». «I disastri di questo Paese non possono essere addebitati alla legge che porta il suo nome» ha detto la Bonino parlando ai socialisti e ai radicali nel salone di Palazzo Re Enzo, in piazza Maggiore.
Passa il tempo, ma sul nome di Biagi continua lo scontro, anche se i diessini bolognesi dicono: «Basta rancori, dobbiamo ritrovare l'unità» e lo stesso Boselli cerca di smorzare le polemiche. Ecco perché il professore bolognese, diventato un uomo simbolo, è stato ricordato con iniziative separate. Un gruppo di amici ed ex studenti ha scelto di pedalare dalla stazione alla casa di via Valdonica, proprio come Biagi fece quattro anni fa, prima di essere assassinato dalle Brigate rosse. La Rosa nel pugno con una manifestazione nella quale il vecchio maestro di diritto di Biagi, Luigi Montuschi, l'ha commemorato riferendosi proprio alla passione per la bicicletta: «Marco pedalava avanti, si faceva fatica a stargli dietro perché aveva una marcia in più». Un discorso destinato a raggiungere le orecchie di Cofferati che, da capo della Cgil, manifestò contrarietà al professore bolognese, assurto a collaboratore strategico del governo Berlusconi. Marina Orlandi, la moglie, sabato non era presente alla cerimonia voluta dal Comune e per la preghiera ha preferito una Messa privata a Modena.
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