Da Corriere della Sera del 20/03/2006
«Cambiare la targa ora è strumentale ma sull'omicidio non ci furono prove»
di Maurizio Giannattanasio
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MILANO — «Nessuno lo sa meglio di me che Calabresi non c'entra nulla con la morte di Pinelli. Ma la sentenza è passata in giudicato nel 1972. Perché si cambia la targa solo adesso a 30 giorni dalle elezioni?». Parla Gerardo D'Ambrosio. Oggi è candidato al Senato con i Ds. Ma 37 anni fa fu il giudice istruttore che firmò la sentenza in cui risultava inequivocabilmente che il commissario Calabresi non c'entrava nulla con la morte di Pinelli.
Dottor D'Ambrosio, il sindaco Albertini ha fatto bene a modificare la targa dedicata a Pinelli?
«So per certo che Calabresi non c'entra nulla con la morte di Pinelli. Non era neppure nella stanza. Non c'era nessuna prova che si trattasse di omicidio. Ma la sentenza è passata in giudicato nel 1972. Perché non lo si è fatto allora? Perché si cambia la targa soltanto adesso a meno di trenta giorni dalle elezioni?».
Lei che risposta si dà?
«Prima vorrei fare un'altra precisazione. Mi stupisco ancora di più che il cambiamento della targa arrivi dopo gli atti di violenza di una settimana fa in corso Buenos Aires e della manifestazione dei neofascisti. Ci si dimentica che nel periodo della strategia della tensione furono usati strumenti simili a questi. La storia purtroppo si ripete. E non è un bene».
Che vuol dire?
«Faccio semplicemente delle constatazioni. Si sa da diverso tempo che sta nascendo un nuovo antagonismo fra estremisti di destra e di sinistra. Ci sono state risse, incendi, tentati omicidi. Il corteo neofascista a Milano era una grossa provocazione. Lo si sapeva».
Significa che quella di Albertini è una decisione strumentale come quella di far sfilare per Milano i neofascisti?
«I politici parlano sempre di giustizia a orologeria, chiedono sempre ai magistrati di aspettare il dopoelezioni. Perché non hanno aspettato loro, che a differenza dei magistrati non hanno termini di scadenza? Hanno governato nove anni. La targa l'hanno cambiata ieri notte».
Quindi una decisione strumentale.
«Hanno scelto il momento sbagliato che segue a disordini di piazza sfruttati politicamente dalla destra. Invece di condannare la violenza hanno sfruttato per i loro fini gli atti di teppismo attribuendoli alla sinistra politica. È una cosa indecente».
Che ricordo ha di quegli anni?
«Sono stati anni terribili per la nostra Repubblica. Per fortuna che intervennero i magistrati che avevano ben presenti i principi della Costituzione e non ebbero esitazioni nell'indagare in qualsiasi direzione. Uno di quei magistrati fu Emilio Alessandrini. È stato ucciso da Prima Linea. E vuole sapere una cosa?».
Quale?
«Dal parco Alessandrini è stato rimosso il monumento dedicato ad Alessandrini. Non c'è più. Non si possono usare due pesi e due misure».
Dottor D'Ambrosio, il sindaco Albertini ha fatto bene a modificare la targa dedicata a Pinelli?
«So per certo che Calabresi non c'entra nulla con la morte di Pinelli. Non era neppure nella stanza. Non c'era nessuna prova che si trattasse di omicidio. Ma la sentenza è passata in giudicato nel 1972. Perché non lo si è fatto allora? Perché si cambia la targa soltanto adesso a meno di trenta giorni dalle elezioni?».
Lei che risposta si dà?
«Prima vorrei fare un'altra precisazione. Mi stupisco ancora di più che il cambiamento della targa arrivi dopo gli atti di violenza di una settimana fa in corso Buenos Aires e della manifestazione dei neofascisti. Ci si dimentica che nel periodo della strategia della tensione furono usati strumenti simili a questi. La storia purtroppo si ripete. E non è un bene».
Che vuol dire?
«Faccio semplicemente delle constatazioni. Si sa da diverso tempo che sta nascendo un nuovo antagonismo fra estremisti di destra e di sinistra. Ci sono state risse, incendi, tentati omicidi. Il corteo neofascista a Milano era una grossa provocazione. Lo si sapeva».
Significa che quella di Albertini è una decisione strumentale come quella di far sfilare per Milano i neofascisti?
«I politici parlano sempre di giustizia a orologeria, chiedono sempre ai magistrati di aspettare il dopoelezioni. Perché non hanno aspettato loro, che a differenza dei magistrati non hanno termini di scadenza? Hanno governato nove anni. La targa l'hanno cambiata ieri notte».
Quindi una decisione strumentale.
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