Da Corriere della Sera del 25/03/2006
La vedova del banchiere, 84 anni, si è spenta a Montreal. Diceva: so chi ha ucciso Roberto
Morta Clara Calvi, 20 anni sulle tracce degli assassini del marito
di AA.VV.
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Quando parlava di suo marito, omostrava le foto dell’album di famiglia, finiva sempre per regalare qualche particolare sulla vita privata di tanti protagonisti dei misteri d’Italia.Gli uomini che hanno segnato gli scandali politico-finanziari degli anni ’70 e ’80 lei li avvicinava a cena. Sindona? «Veniva con la moglie amangiare
gli spaghetti da noi alle Bahamas. E li voleva quasi crudi, duri». Licio Gelli? «Mio marito me lo fece conoscere al Grand Hotel a Roma, sembrava così per bene». Il finanziere massone Ortolani «lo incontrammo anche a casa sua, con la famiglia, a
Montevideo». Il presidente dello Ior Paul Marcinkus «lo vedevamo abbastanza spesso a Nassau, dov’era nostro ospite». E sempre, ogni volta, ripeteva: «Mio marito non si è ucciso, è stato ammazzato». Una volta disse che lui stava trattando
«l’assunzione dei debiti dello Ior da parte dell’Opus Dei». Ieri, a 84 anni, Clara Canetti Calvi, vedova di Roberto Calvi, è morta a Montreal, in Canada. Da tempo era malata. È stato il figlio, Carlo, a dare la notizia alle agenzie di stampa, aggiungendo subito che a Roma ci sono cinque persone sotto processo per concorso nell’omicidio di suo padre. Il «banchiere di Dio» che fu trovato impiccato sotto il Ponte dei Frati Neri, a Londra, il 18 giugno 1982. Roberto Calvi e Clara Canetti si erano sposati nel 1952. Lui aveva 32 anni e da cinque faceva l’impiegato al Banco Ambrosiano. Lei, avrebbe detto anni dopo, semplicemente lo trovava bello. Lui delBanco Ambrosiano sarebbe diventato presidente. Lei era destinata a diventare una giovane vedova. Quando suo marito morì aveva già lasciato l’Italia: «Roberto temeva che mi volessero rapire per costringerlo a stare zitto» spiegò. Così quel giorno del ’82 era a Washington. Nell’ultima telefonata disse che il
marito si era raccomandato: «Non muoverti da quella casa, persone importanti ti proteggono». Dopo la sua morte si nascose, assieme ai figli: «Andammo all’hotel Watergate, scortati dalla polizia e con sei agenti privati davanti alla nostra porta».
Molti anni fa si era trasferita in Quebec, dov’è rimasta per sempre. Negli anni è stata interrogata dai magistrati italiani che a più riprese si sono occupati di indagini su Calvi. È stata ascoltata dalla Commissione d’inchiesta sulla P2. Ha inviato esposti ai pm e in base alle sue rivelazioni a volte sono state seguite nuove piste. Ha ingaggiato investigatori privati in Inghilterra.È morta mentre il processo
per l’omicidio Calvi è in corso. Imputati: l’ex cassiere della mafia Pippo Calò, l’uomo d’affari Flavio Carboni, la sua ex compagna Manuela Kleinszig, l’ex boss della Magliana Ernesto Diotallevi e l’ex contrabbandiere Silvano Vittor.
gli spaghetti da noi alle Bahamas. E li voleva quasi crudi, duri». Licio Gelli? «Mio marito me lo fece conoscere al Grand Hotel a Roma, sembrava così per bene». Il finanziere massone Ortolani «lo incontrammo anche a casa sua, con la famiglia, a
Montevideo». Il presidente dello Ior Paul Marcinkus «lo vedevamo abbastanza spesso a Nassau, dov’era nostro ospite». E sempre, ogni volta, ripeteva: «Mio marito non si è ucciso, è stato ammazzato». Una volta disse che lui stava trattando
«l’assunzione dei debiti dello Ior da parte dell’Opus Dei». Ieri, a 84 anni, Clara Canetti Calvi, vedova di Roberto Calvi, è morta a Montreal, in Canada. Da tempo era malata. È stato il figlio, Carlo, a dare la notizia alle agenzie di stampa, aggiungendo subito che a Roma ci sono cinque persone sotto processo per concorso nell’omicidio di suo padre. Il «banchiere di Dio» che fu trovato impiccato sotto il Ponte dei Frati Neri, a Londra, il 18 giugno 1982. Roberto Calvi e Clara Canetti si erano sposati nel 1952. Lui aveva 32 anni e da cinque faceva l’impiegato al Banco Ambrosiano. Lei, avrebbe detto anni dopo, semplicemente lo trovava bello. Lui delBanco Ambrosiano sarebbe diventato presidente. Lei era destinata a diventare una giovane vedova. Quando suo marito morì aveva già lasciato l’Italia: «Roberto temeva che mi volessero rapire per costringerlo a stare zitto» spiegò. Così quel giorno del ’82 era a Washington. Nell’ultima telefonata disse che il
marito si era raccomandato: «Non muoverti da quella casa, persone importanti ti proteggono». Dopo la sua morte si nascose, assieme ai figli: «Andammo all’hotel Watergate, scortati dalla polizia e con sei agenti privati davanti alla nostra porta».
Molti anni fa si era trasferita in Quebec, dov’è rimasta per sempre. Negli anni è stata interrogata dai magistrati italiani che a più riprese si sono occupati di indagini su Calvi. È stata ascoltata dalla Commissione d’inchiesta sulla P2. Ha inviato esposti ai pm e in base alle sue rivelazioni a volte sono state seguite nuove piste. Ha ingaggiato investigatori privati in Inghilterra.È morta mentre il processo
per l’omicidio Calvi è in corso. Imputati: l’ex cassiere della mafia Pippo Calò, l’uomo d’affari Flavio Carboni, la sua ex compagna Manuela Kleinszig, l’ex boss della Magliana Ernesto Diotallevi e l’ex contrabbandiere Silvano Vittor.
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