Da La Stampa del 27/03/2006
Caso Alpi
Il teste spiato due volte
di Francesco Grignetti
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E’ l’italiano che meglio conosce i segreti di Mogadiscio. Molti lo considerano l’anima nera che si nasconde dietro l’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Giancarlo Marocchino, imprenditore, faccendiere, gran furbacchione, che in Somalia poteva mettere camion, jeep, autisti (anche miliziani di scorta e preziose informazioni) a disposizione dei giornalisti come dei militari, e probabilmente degli 007, può vantare un record, sia pure “sui generis”: senza essere stato indagato dalla magistratura, nell’ultimo anno, proprio per scoprire il movente che c’è dietro l’omicidio Alpi, è stato sottoposto ad una duplice intercettazione telefonica. A cura dei carabinieri e della guardia di finanza. Gli uni hanno operato all’insaputa degli altri. La prima intercettazione è stata ordinata dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul traffico di rifiuti. La seconda dalla commissione parlamentare sulla morte di Ilaria Alpi. Entrambe le indagini sono state deliberate all’unanimità dai politici partecipanti ai lavori delle commissioni. E ora questo doppio complesso di Bobine (sovrapponibili?) sono state messe a disposizione della Procura di Roma.
“Un faccendiere che di colpo è diventato un oracolo di verità”, lo definisce l’onorevole Paolo Russo, che presiedeva la Commissione Rifiuti, e che ora è n aspra lite con Carlo Taormina. “Una persona che poteva essere ed è stata utile ai lavori della nostra commissione”, replica Taormina. Il quale tiene a sottolineare “I contati con Marocchino sono avvenuti a seguito di deliberazione unanime dell’organismo parlamentare. Tali contati, concretizzatisi tramite un ufficiale di polizia giudiziaria, avrebbero potuto essere interrotti in qualsiasi momento.”
Marocchino (che ha fatto riportare in Italia la macchina di Ilaria e ha portato in commissione un testimone), in una cena a casa sua, il 15 o il 16 marzo 1994, avvisò i giornalisti italiani di fuggire perché c’era in preparazione qualcosa di male contro di loro. E quelli presero l’avvertimento molto sul serio: il giorno dopo in Somalia non c’era più nessuno. Se Ilaria e Miran non fecero in tempo, fu solo per un caso: rientrarono da un lontano villaggio soltanto il 20 Marzo. Poche ore dopo morivano in strada. La famiglia Alpi è convinta che il faccendiere ne sappia molto di più di quanto dice. “Ilaria ricevette una telefonata da Marocchino che le spiegava di andare subito a casa sua – ha scritto il loro avvocato D’Amati -. Con Miran andarono accompagnati solo dall’autista e da un guardiano. Rimasero circa un’ora. Quando uscirono, a 300 metri dall0abitazione e nei pressi dell’ambasciata italiana, la loro Toyota venne bloccata.” Marocchino fu il primo ad accorrere. La Alpi gli morì fra le braccia. Sulla testa di Marocchino, e sulla valutazione da dare ala sua collaborazione, s’è giocato un braccio di ferro tra i due presidenti di Commissione. E’ stato solo all’ultimo che Russo ha comunicato le sue mosse a Taormina. E’ stato in quell’occasione che l’infuocabile onorevole-avvocato ha scoperto che l suo consulente migliore, quello appunto che teneva i contatti con marocchino, era intercettato anch’esso.
“Un faccendiere che di colpo è diventato un oracolo di verità”, lo definisce l’onorevole Paolo Russo, che presiedeva la Commissione Rifiuti, e che ora è n aspra lite con Carlo Taormina. “Una persona che poteva essere ed è stata utile ai lavori della nostra commissione”, replica Taormina. Il quale tiene a sottolineare “I contati con Marocchino sono avvenuti a seguito di deliberazione unanime dell’organismo parlamentare. Tali contati, concretizzatisi tramite un ufficiale di polizia giudiziaria, avrebbero potuto essere interrotti in qualsiasi momento.”
Marocchino (che ha fatto riportare in Italia la macchina di Ilaria e ha portato in commissione un testimone), in una cena a casa sua, il 15 o il 16 marzo 1994, avvisò i giornalisti italiani di fuggire perché c’era in preparazione qualcosa di male contro di loro. E quelli presero l’avvertimento molto sul serio: il giorno dopo in Somalia non c’era più nessuno. Se Ilaria e Miran non fecero in tempo, fu solo per un caso: rientrarono da un lontano villaggio soltanto il 20 Marzo. Poche ore dopo morivano in strada. La famiglia Alpi è convinta che il faccendiere ne sappia molto di più di quanto dice. “Ilaria ricevette una telefonata da Marocchino che le spiegava di andare subito a casa sua – ha scritto il loro avvocato D’Amati -. Con Miran andarono accompagnati solo dall’autista e da un guardiano. Rimasero circa un’ora. Quando uscirono, a 300 metri dall0abitazione e nei pressi dell’ambasciata italiana, la loro Toyota venne bloccata.” Marocchino fu il primo ad accorrere. La Alpi gli morì fra le braccia. Sulla testa di Marocchino, e sulla valutazione da dare ala sua collaborazione, s’è giocato un braccio di ferro tra i due presidenti di Commissione. E’ stato solo all’ultimo che Russo ha comunicato le sue mosse a Taormina. E’ stato in quell’occasione che l’infuocabile onorevole-avvocato ha scoperto che l suo consulente migliore, quello appunto che teneva i contatti con marocchino, era intercettato anch’esso.
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