Da Corriere della Sera del 03/05/2006
Originale su http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/05_Maggio/02/appello....

Il pg di Roma chiede incostituzionalità della norma e stralcio

Legge Pecorella: Br, rischio proscioglimento

Ben 14 brigatisti, accusati dell'omicidio D'Antona e assolti in primo grado, potrebbero non essere più processati

di AA.VV.

ROMA - Nuovo dibattito causato dalle conseguenze dell'applicazione della legge sull'inappellabilità delle sentenze di prosciglimento di primo grado da parte del pm. Un'eccezione di legittimità costituzionale della cosiddetta «legge Pecorella», che ritiene inammissibile l'appello proposto dal pubblico ministero alle sentenze di proscioglimento, è stata infatti sollevata martedì 2 maggio, nell'aula bunker del carcere di Rebibbia a Roma, dal procuratore generale Antonio Marini durante la prima udienza del processo di secondo grado ai 14 brigatisti rossi, alcuni dei quali accusati, tra l'altro, dell'omicidio del professor Massimo D'Antona.
RICHIESTA DI STRALCIO - Il Pg Marini ha chiesto al presidente della I Corte d'assise di appello, nel caso la Corte accolga martedì 9 maggio l'eccezione di legittimità costituzionale, di sospendere l'intero procedimento nei confronti dei brigatisti rossi, o in subordine di stralciare le posizioni di quegli imputati assolti in primo grado dall'accusa di omicidio, e cioè in particolare Federica Saraceni e Paolo Broccatelli, e anche di stralciare le posizioni degli imputati assolti dall'accusa di banda armata, ossia Alessandro Costa e Roberto Badel.
INCOSTITUZIONALITA' - Nel lungo intervento il pg Marini, motivando l'istanza di eccezione di legittimità costituzionale, ha parlato tra l'altro del diritto violato, secondo la nuova normativa della parte civile. «Con le nuove norme - ha detto il procuratore Marini - non si è giunti affatto a un accorciamento della lunghezza del giudizio, anzi, i tempi si sono notevolmente allungati». Marini ha citato più volte i rilievi che furono formulati, prima della modifica attuata dal Parlamento, dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, sull'originario impianto normativo della cosiddetta legge Pecorella. Infine, ha parlato di palese incostituzionalità della norma, in particolare della parte in cui non si pone alcun termine nella produzione di nuove prove decisive. Anche la parte civile, rappresentata dagli avvocati Luca Petrucci per la vedova D'Antona, e Cristina Michetelli per la figlia del giuslavorista, si sono associati in subordine presentando una memoria, alle richieste del Pg nel caso di inammissibilità dell' appello in sede civilistica della stessa parte civile.

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