Da The Guardian del 29/01/2002

Somalia, 3 ottobre 1993 - Il giorno dei "Black Hawk Down"

Salvatori e vittime allo stesso tempo

di George Monbiot

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Il mondo in guerra: ieri, oggi, domaniOggiI conflitti dimenticatiSomalia
Nel 1992 gli Stati Uniti andarono in Somalia con le migliori intenzioni. George Bush senior annunciò che l'America andava a compiere il "lavoro di Dio" in una nazione devastata dalla guerra dei clan e dalla carestia. Ma, come mostra il resoconto di prima mano di Scott Peterson in "Me Against My Brother", la missione fu condannata dai fallimenti dell'intelligence, da alleanze faziose e, in ultimo, dalla convinzione che si può bombardare una nazione per portarla alla pace ed alla prosperità.

Prima di consegnare l'amministrazione della Somalia alle Nazioni Unite nel 1993, il governo degli Stati Uniti aveva già commesso molti errori fondamentali. Aveva appoggiato i capi clan Mohamed Farah Aideed e Ali Mahdi contro un altro signore della guerra, sostenendo il loro potere nel momento in cui questo era già avviato a crollare. Non era riuscito a riconoscere che i capi dei clan in competizione erano pronti ad accettare un disarmo su ampia scala, se fosse stato condotto con imparzialità. Ben lontani dal risolvere il conflitto tra i clan, gli Stati Uniti accidentalmente lo intensificarono.

Con il passaggio di consegne, le forze di pace pachistane delle Nazioni Unite tentarono di requisire la stazione radio di Aideed che trasmetteva propaganda anti-ONU. L'incursione risultò pasticciata, e 25 soldati furono uccisi dai sostenitori di Aideed. Pochi giorni dopo, le truppe pachistane sparavano su una folla disarmata, uccidendo donne e bambini. Le forze delle Nazioni Unite, comandate da un ammiraglio degli Stati Uniti, furono trascinate in una faida sanguinosa con la milizia di Aideed.

Con l'intensificarsi della faida, le forze speciali degli Stati Uniti furono spinte ad occuparsi dell'uomo che oggi viene descritto dall'intelligence americana come "l'Hitler della Somalia". Aideed, che era certamente un uomo spietato e pericoloso, ma anche solo uno dei molti leader dei clan in competizione per il potere nel paese, fu incolpato di tutti i mali della Somalia. La missione di peacekeeping dell'ONU era stata trasformata in una guerra partigiana.

Le forze speciali, troppo sicure di sé e disperatamente disinformate, attaccarono, in rapida successione, le sedi centrali del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, dell'istituto di beneficenza World Concern e gli uffici di Medici senza Frontiere. Riuscirono a catturare, fra decine di civili innocenti ed operatori umanitari, il capo della forza di polizia dell'ONU. Ma la farsa si trasformò presto in tragedia. Quando alcuni dei membri più anziani del clan di Aideed si raggrupparono in un edificio di Mogadisho per discutere di un accordo di pace con le Nazioni Unite, le truppe degli Stati Uniti, come sempre male informate, li fecero saltare in aria, uccidendo 54 persone. Riuscirono così a trasformare in nemici tutti i somali. Le forze speciali furono attaccate da gente armata da tutti i lati. In risposta, le truppe degli Stati Uniti nel campo delle Nazioni Unite cominciarono a lanciare missili sulle aree residenziali.

Quindi, l'incursione contro uno degli edifici di Aideed il 3 ottobre 1993, che condusse alla distruzione di due elicotteri Black Hawk ed alla morte di 18 soldati americani, fu soltanto un ennesimo round della partita del rancore dell'America con il signore della guerra. Le truppe che catturarono gli ufficiali di Aideed furono attaccate da tutti: gente armata giunse perfino dalle milizie rivali per vendicare i morti tra i civili uccisi dagli americani. Le forze speciali degli Stati Uniti, con un riguardo comprensibile ma spietato per la loro propria sicurezza, bloccarono le donne ed i bambini somali nell'edificio in cui erano assediati.

Ridley Scott afferma di aver definito il progetto senza considerare la politica, che è ciò che le persone spesso dicono quando sottoscrivono il punto di vista dominante. La storia che lui riferisce (con l'aiuto del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e del precedente presidente del consiglio di gabinetto) è la storia che le persone americane hanno bisogno di raccontarsi.

Lo scopo dell'incursione del 3 ottobre, come suggerisce Black Hawk Down, era di impedire alle forze criminali di Aideed di affamare la Somalia. Nessun cenno viene fatto della faida tra lui e l'ONU, a parte l'attacco iniziale alle forze di pace pachistane. Non c'è nessun riconoscimento del fatto che il peggio della carestia era passato, o che le truppe degli Stati Uniti avevano da tempo cessato di essere parte della soluzione. La presa degli ostaggi da parte degli Stati Uniti, o anche il ruolo cruciale giocato dai soldati malaysiani nella liberazione dei Ranger sono stati rimossi dal racconto. Invece - e ciò è diventato un tema ben noto a partire dall'11 settembre - il tentativo di catturare i luogotenenti di Aideed è stata una battaglia tra il bene ed il male, tra civiltà e barbarie.

I somali in Black Hawk Down parlano soltanto per condannarsi. Non mostrano emozioni altre dall'avidità e dal desiderio di sangue. La loro comparsa è accompagnata da una sinistra musica araba techno, mentre le forze degli Stati Uniti sono accompagnate da violini, oboi e voci inspirate da Enya. Le truppe americane mostrano ferite orribili. Stringono fotografie dei loro cari e chiedono, in punto di morte, di essere ricordati ai loro genitori o ai loro bambini. I somali cadono come mosche, uccisi in modo pulito, perdonabile, senza compianto.

Alcuni hanno paragonato Black Hawk Down al film britannico Zulu. C'è una qualche legittimità in questo paragone, ma i somali qui offrono una personificazione di gran lunga più convincente del male rispetto ai traballanti, bellicosi Zulu. Sono sinistri, ingannevoli ed imperscrutabili; simili di più alla caricatura britannica dei cinesi durante le guerre dell'oppio.

Ciò a cui assistiamo sia in Black Hawk Down che nella attuale guerra contro il terrorismo è la creazione di un nuovo mito di nazionalità. L'America si sta rappresentando simultaneamente come salvatore del mondo e vittima del mondo; un messia sacrificale, in missione per salvare il mondo dal male. Questo mito contiene pericoli incalcolabili per chiunque altro sulla terra.

Per rispondere dalla convinzione di subire affronti eccezionali, il governo degli Stati Uniti lascia intravedere ciò che potrebbe diventare una guerra mondiale asimmetrica. Non è una coincidenza che la Somalia sia arrivata in cima alla lista delle nazioni che devono prepararsi ad un attacco. Questa guerra, se si materializzerà, non sarà condotta dai generali nei loro bunker, ma da persone che costruiscono la storia che la nazione sceglie di credere.

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