Da Corriere della Sera del 19/10/2006
Parla uno dei tre attentatori, ex di Potop, fuggito in Nicaragua. Un nastro registrato e sottoscritto riapre il caso giudiziario del '73
"Primavalle, strage firmata Br". Grillo: eravamo brigatisti in prova
di Marco Ansaldo
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Per tutti, l'immagine è quella del volto annerito di Virgilio, 20 anni, morto bruciato sul balcone di casa mentre chiede aiuto. Il rogo di Primavalle, il tragico attentato nel quartiere romano in cui morirono i due fratelli Mattei, figli del segretario locale del Msi, fu un'azione comandata dalle Br. Così sostiene Manlio Grillo, uno dei tre componenti del commando, che oggi vive in Nicaragua.
L'attentato, stando al racconto di Grillo, sarebbe uno dei primi commissionati dalle nascenti Brigate Rosse. L'ennesimo segreto di una vicenda mai pienamente chiarita emerge da una iniziativa civile presentata al Tribunale di Roma dall'ex giudice Carlo Palermo, attuale avvocato della famiglia Mattei. Le novità escono da più di 11 ore di registrazione fatte in Nicaragua dall'ex esponente di Potere operaio - e poi, secondo le sue affermazioni, delle Br - Manlio Grillo, che con Achille Lollo e Marino Clavo partecipò all'azione e fuggì all'estero. Dopo essere rientrato e aver partecipato ad attacchi armati, ormai da molti anni risiede a Managua, capitale del Nicaragua.
"Il capo era uno delle Br - si ascolta Grillo, oggi 65enne, ammettere nei dischetti che conservano la registrazione - quello che ci ha detto: fate 'sto nucleo, vediamo, e poi... Se lui sapeva di Primavalle? E come non lo sapeva? Lì veramente c'è il progetto. Noi avevamo fatto 8 attentati. Ci siamo messi d'accordo con lui: faremo questo, questo, questo. Lui controllava, ci dava i soldi".
La vicenda però ha un giallo nel giallo. Grillo, infatti, ha fissato il memoriale sul registratore con l'intenzione di farne un libro. Ad aiutarlo è stata una donna, un'italiana che per due anni ha vissuto in Nicaragua. Ma nei quindici giorni di lavoro svolto assieme, il registratore è rimasto acceso all'insaputa dell'ex br anche su avvenimenti, persone e argomenti che Grillo non voleva mettere per iscritto, svelando così inconfessabili segreti. Tutto, inesorabilmente, è confluito in nastri integri e, quindi, in trascrizioni complete, di centinaia di pagine che costituiscono adesso un pesantissimo atto di accusa contro Grillo stesso e i suoi sodali. Repubblica ha ascoltato le registrazioni ed è a conoscenza del contenuto delle trascrizioni.
Il libro non è mai stato scritto, e si è trasformato ora in un fascicolo giudiziario. La donna infatti, una volta resasi conto della gravità delle affermazioni raccolte, al ritorno in Italia ha consegnato la sua testimonianza all'avvocato Palermo, il quale, su incarico della famiglia Mattei, ha avviato un'iniziativa civile non solo contro Lollo, Clavo e Grillo ma anche contro Valerio Morucci, Francesco Piperno, Oreste Scalzone, Lanfranco Pace, Jaroslav Novak e altri. Per alcuni di loro è individuata la partecipazione alla banda armata e il favoreggiamento permanente; in particolare il fatto di aver procurato "armi, esplosivi e documenti falsi".
L'attentato avvenne il 16 aprile 1973, prima dell'alba. Secondo la ricostruzione, l'azione fu decisa per colpire il segretario della sezione Msi di Primavalle. Lollo e Clavo, con Grillo in macchina ad aspettarli, appiccarono il fuoco alla porta dell'abitazione dei Mattei con una tanica di benzina. A rimanere intrappolati, in quella scena orribile immortalata da un notissima fotografia, furono due dei figli - Virgilio, 20 anni, e Stefano, 8 - rimasti bruciati sul terrazzo mentre tentavano di salvarsi dal rogo. Lollo venne subito arrestato. Gli altri furono "coperti" da Potere Operaio, e sparirono all'estero. I tre furono condannati a 18 anni per incendio doloso e omicidio colposo.
Nei nastri Grillo accenna a Paola Pitagora come alla persona che lo accompagnò nella sua fuga in treno da Roma a Milano. L'attrice ieri ha smentito decisamente ("di Grillo conosco solo il comico. Ho la querela facile e questa persona non l'ho mai vista. Primavalle fu una pagina grave e vergognosa di questo paese"). Oggi, 33 anni dopo, quelle condanne sono cadute in prescrizione. Ma il tenore delle novità emerse rischia di riaprire completamente il caso e di consentire l'integrale risarcimento per le vittime del terrorismo. La prima udienza del nuovo processo si terrà già a fine dicembre.
L'attentato, stando al racconto di Grillo, sarebbe uno dei primi commissionati dalle nascenti Brigate Rosse. L'ennesimo segreto di una vicenda mai pienamente chiarita emerge da una iniziativa civile presentata al Tribunale di Roma dall'ex giudice Carlo Palermo, attuale avvocato della famiglia Mattei. Le novità escono da più di 11 ore di registrazione fatte in Nicaragua dall'ex esponente di Potere operaio - e poi, secondo le sue affermazioni, delle Br - Manlio Grillo, che con Achille Lollo e Marino Clavo partecipò all'azione e fuggì all'estero. Dopo essere rientrato e aver partecipato ad attacchi armati, ormai da molti anni risiede a Managua, capitale del Nicaragua.
"Il capo era uno delle Br - si ascolta Grillo, oggi 65enne, ammettere nei dischetti che conservano la registrazione - quello che ci ha detto: fate 'sto nucleo, vediamo, e poi... Se lui sapeva di Primavalle? E come non lo sapeva? Lì veramente c'è il progetto. Noi avevamo fatto 8 attentati. Ci siamo messi d'accordo con lui: faremo questo, questo, questo. Lui controllava, ci dava i soldi".
La vicenda però ha un giallo nel giallo. Grillo, infatti, ha fissato il memoriale sul registratore con l'intenzione di farne un libro. Ad aiutarlo è stata una donna, un'italiana che per due anni ha vissuto in Nicaragua. Ma nei quindici giorni di lavoro svolto assieme, il registratore è rimasto acceso all'insaputa dell'ex br anche su avvenimenti, persone e argomenti che Grillo non voleva mettere per iscritto, svelando così inconfessabili segreti. Tutto, inesorabilmente, è confluito in nastri integri e, quindi, in trascrizioni complete, di centinaia di pagine che costituiscono adesso un pesantissimo atto di accusa contro Grillo stesso e i suoi sodali. Repubblica ha ascoltato le registrazioni ed è a conoscenza del contenuto delle trascrizioni.
Il libro non è mai stato scritto, e si è trasformato ora in un fascicolo giudiziario. La donna infatti, una volta resasi conto della gravità delle affermazioni raccolte, al ritorno in Italia ha consegnato la sua testimonianza all'avvocato Palermo, il quale, su incarico della famiglia Mattei, ha avviato un'iniziativa civile non solo contro Lollo, Clavo e Grillo ma anche contro Valerio Morucci, Francesco Piperno, Oreste Scalzone, Lanfranco Pace, Jaroslav Novak e altri. Per alcuni di loro è individuata la partecipazione alla banda armata e il favoreggiamento permanente; in particolare il fatto di aver procurato "armi, esplosivi e documenti falsi".
L'attentato avvenne il 16 aprile 1973, prima dell'alba. Secondo la ricostruzione, l'azione fu decisa per colpire il segretario della sezione Msi di Primavalle. Lollo e Clavo, con Grillo in macchina ad aspettarli, appiccarono il fuoco alla porta dell'abitazione dei Mattei con una tanica di benzina. A rimanere intrappolati, in quella scena orribile immortalata da un notissima fotografia, furono due dei figli - Virgilio, 20 anni, e Stefano, 8 - rimasti bruciati sul terrazzo mentre tentavano di salvarsi dal rogo. Lollo venne subito arrestato. Gli altri furono "coperti" da Potere Operaio, e sparirono all'estero. I tre furono condannati a 18 anni per incendio doloso e omicidio colposo.
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