Da La Repubblica del 26/11/2006

Caso Litvinenko, indagine sulla diffusione del veleno

Allarme radiazioni a Londra a rischio chi incontrò l' ex spia

Test medici per chi vide l' ex agente del Kgb. Nuova riunione di ministri e servizi segreti Dovrà essere decontaminato il sushi bar dove mangiò Sotto esame i filmati delle telecamere a circuito chiuso

di AA.VV.

LONDRA - «Tutti coloro che pensano di avere incontrato Aleksandr Litvinenko il primo novembre scorso, o di essere stati nei luoghi da lui frequentati quel giorno, sono pregati di contattare il servizio sanitario nazionale per sottoporsi a test di controllo». Poche ore dopo questo annuncio diffuso ieri dalle autorità britanniche, Scotland Yard ha reso noto che bisognerà «decontaminare» Itsu, il ristorante in cui il primo novembre l' ex-colonnello del Kgb pranzò e dove gli fu probabilmente somministrato polonio 210, la sostanza fortemente radioattiva che tre settimane più tardi lo ha ucciso. E' scattata insomma la caccia alle radiazioni, senza scatenare il panico trai milioni di londinesi e di visitatori della capitale, almeno per ora, ma facendo certamente aumentare la preoccupazione. L' ex-colonnello del Kgb, deceduto giovedì sera, prima di sentirsi male andò in giro per Londra lasciando tracce di radioattività al ristorante, in un albergo di Grosvenore Square, forse altrove. Il rischio per la popolazione «è minimo», afferma la Health Protection Agency: ma intanto gli esperti della polizia, coperti dalla testa a piedi da tute protettive, perlustrano la metropoli. E il Gruppo Cobra, l' organismo segreto che riunisce i vertici di forze armati, servizi di sicurezza, ministero degli Interni e della Difesa, si è riunito per la seconda volta in 24 ore a Downing street. Chiarito «cosa» ha ucciso Litvinenko, Scotland Yard cerca adesso di stabilire «chi» lo ha ucciso. A livello ufficiale, viene fatto trapelare poco: Peter Clarke, capo della squadra anti-terrorismo, afferma soltanto che verranno esaminati tutti i filmati delle telecamere a circuito chiuso di Itsu, il sushi-bar in cui Litvinenko pranzò con il suo informatore italiano Mario Scaramella, per cercare «elementi utili» all' inchiesta. Fonti della polizia sono più esplicite, riconoscendo che in quelle immagini si cerca il volto dell' assassino. Gli inquirenti sembrano infatti convinti che l' ex-spia russa fu contaminata proprio al ristorante: «E' probabile che il polonio sia stato spruzzato sul suo cibo con una bomboletta», riferisce il Sun. Spruzzato o in polvere, il polonio potrebbe essere finito anche sugli abiti di Litvinenko, che in questo modo avrebbe poi portato la sostanza radioattiva nell' albergo in cui prese il tè con due uomini d' affari russi e successivamente a casa propria. La stampa non ha dubbi sui mandanti. «Questo assassinio è un affronto alle nostre leggi e alla nostra democrazia», afferma un editoriale sul Times. «Quando un governo usa forze letali in un altro paese, commette un atto di terrorismo, si potrebbe dire un atto di guerra», è ancora più duro il Telegraph, a cui un' altra fonte di Scotland Yard rivela che la polizia avrebbe prove del coinvolgimento di «agenti stranieri» nel complotto per eliminare Litvinenko, ma non le ha rese pubbliche. «Finora l' Occidente ha chiuso un occhio sull' autoritarismo di Vladimir Putin, per bisogno del gas russo», prosegue l' editoriale del Telegraph, «ma la pazienza potrebbe finire». Frai duecentomila russi di "Londongrad", ovvero della «Mosca sul Tamigi», come viene chiamata la città in cui sono emigrati, il giallo suscita crescente apprensione. Sia perché sembra dimostrare che la lunga mano del Cremlino può arrivare fin qui; sia perché le sue ramificazioni si allargano: a parte le accuse a Putin per i crimini in Cecenia, la corruzione e l' assassinio della giornalista Anna Politovskaja, Litvinenko sapeva qualcosa di importante - dicono notizie provenienti dalla comunità di immigrati russi in Israele - sulla Yukos, il gigante petrolifero che il Cremlino ha tolto all' oligarca Mikhail Khodorkovskij, prima di sbatterlo in un campo di prigionia in Siberia per evasione fiscale. L' ex colonnello del Kgb era inoltre legato a Stephen Curtis, un avvocato d' affari inglese che fece da tramite fra gli oligarchi dissidenti, morto nel 2004 quando il suo elicottero esplose misteriosamente in volo sulla Manica: episodio archiviato dalla polizia come un «incidente», ma che alla luce di quanto è successo a Litvinenko appare assai meno accidentale.

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