Da La Repubblica del 20/11/2006

Bufera sui servizi segreti del Cremlino. Nella vicenda anche un italiano, collaboratore della Commissione Mitrokhin

Politkovskaja, Putin sotto accusa

Ex spia russa in fin di vita a Londra, indagava sulla giornalista uccisa - Aleksandr Livtinenko è in ospedale per una grave intossicazione da tallio, un topicida

di Leonardo Coen

MOSCA - Una volta il Kgb usava gli ombrelli dalla punta avvelenata per uccidere gli avversari del regime: successe nel 1978, quando il dissidente bulgaro Georgi Markov fu assassinato alla fermata del bus di Waterloo Bridge, nella City londinese. Oggi si ricorre alle tossine letali, agli intrighi e agli intrugli chimici. Due anni fa se ne accorse l' ucraino Viktor Yushenko, candidato alle presidenziali, che i rivali filorussi tentarono brutalmente di liquidare: il suo volto sfigurato fece il giro del mondo. Adesso è scoppiato il clamoroso affaire del tallio che ha quasi mandato al Creatore Aleksandr Livtinenko, 43 anni, ex colonnello del Kgb in disgrazia ed esule a Londra da dieci anni (è appena diventato cittadino britannico): il tallio è un veleno usato per sterminare i topi, basta un grammo per uccidere. Livtinenko è in ospedale da due settimane, le sue condizioni sono molto gravi. Lo cura lo stesso luminare che scoprì l' avvelenamento di Yushenko. Ha perso i capelli, viene alimentato solo per endovena, ha subito profonde alterazioni epatiche e renali. Litvinenko ha tuttavia avuto il tempo di raccontare che stava indagando sull' omicidio della giornalista Anna Politkovskaia, «una mia cara amica», e che dopo aver incontrato un certo «Mario», un italiano che gli doveva consegnare dei documenti molto importanti sul coinvolgimento di quattro agenti dell' Fsb, il servizio che ha sostituito il Kgb, si è sentito male. Dietro il mio avvelenamento c' è di sicuro lo zampino di Putin, ha confidato ad un amico giornalista. L' accusa è pesantissima. Ma non è la prima volta che succede. Solo che in questi giorni crea più imbarazzo che mai: mentre Putin il diplomatico sta incassando ad Hanoi i dividendi della nuova ambiziosa politica geostrategica russa con l' ammissione al Wto, questa brillante immagine è rovinata dall' ombra lunga del Vladimir Putin ex colonnello del Kgb, al centro di un' oscura storia degna di un romanzo di spionaggio. «è stato quel bandito di Putin ad ordinare l' eliminazione di Litvinenko», ha dichiarato alla stampa inglese l' oligarca in disgrazia Boris Berezovski, che trovò asilo a Londra nel 2001 dopo essere stato il consigliere più ascoltato di Eltsin. Di sicuro, per il momento, c' è che Scotland Yard ha aperto un' indagine per «tentato omicidio» da parte di ignoti. E che, parallelamente, i servizi segreti inglesi - l' MI5 - stanno operando discretamente nell' intricato pianeta della nuova immigrazione russa: Londra ha accolto negli ultimi anni mille miliardari come Berezovski e come il famosissimo Roman Abramovich (il patron del Chelsea, buon amico di Putin), ma anche altre 250mila persone, quasi tutte dotate di notevoli mezzi economici. Quante di costoro hanno una doppia vita? Quanti sono infiltrati negli ambienti degli oppositori di Putin? Londra, inoltre, è il mercato più fiorente delle informazioni, materia prima delle potenti lobby create dagli ex agenti segreti dei servizi dell' Est. Documenti che sono pericolosissimi strumenti di ricatto. Come nel caso dell' omicidio di Anna Politkovskaia. Che stava pubblicando una serie di articoli sulle violazioni dei diritti umani in Cecenia. Proprio la Cecenia è stata la causa della fuga di Aleksandr Litvinenko da Mosca, sei anni fa. Osò dire in faccia a Putin che i servizi di sicurezza si erano riorganizzati come gang criminali e che i vertici delle forze armate russe trafficavano coi leader della guerriglia cecena. Putin interruppe l' incontro e Litvinenko fu sospeso dall' Fsb per essere poi accusato di alto tradimento. Fece in tempo a denunciare pubblicamente a Mosca che le autorità russe gli avevano ordinato di uccidere Berezovski. Scappato in Occidente, Litvinenko non smise di essere critico nei confronti del «nuovo regime» russo. In una famosa conferenza stampa di qualche anno fa, dichiarò che Putin aveva «cinicamente orchestrato nel 1999 una serie di sanguinosi attentati terroristici a Mosca per poter scatenare di nuovo la guerra in Cecenia». Quanto all' avvelenamento, Litvinenko si è sentito male due ore dopo aver pranzato con un "contatto" italiano al ristorante giapponese Sushi-Sashimi Itsu nella zona di Piccadilly: grandi vetrate, sempre affollato. Questo Mario sarebbe, secondo la stampa inglese, il professore napoletano Mario Scaramella, consulente della commissione Mitrokhin (istituita dal parlamento italiano per indagare sulle attività del Kgb in Italia durante la guerra fredda). A Mosca, naturalmente, bocche cucite. Putin non c' è, e al Cremlino i suoi fedelissimi fanno finta di nulla.

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