Da La Repubblica del 21/11/2006
Mosca nega ogni addebito, ma secondo l' opposizione l' ordine di liquidare l' ex tenente colonnello dell' Fsb sarebbe venuto dagli uomini di Putin
Ex spia avvelenata, spunta la pista cecena
Litvinenko, in fin di vita a Londra, aveva denunciato le trame dell' Intelligence - L' agente aveva addossato ai servizi segreti la responsabilità di alcuni attentati avvenuti nel 1999 nella capitale
di Leonardo Coen
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MOSCA - C' entra la Cecenia, dietro l' incredibile affaire Litvinenko, l' ex 007 russo avvelenato a Londra con una dose di tallio che gli sta lentamente distruggendo l' organismo? C' entra, eccome. è il tallone d' Achille del Cremlino. Chi cerca di raccontare come sono andate veramente le cose e come stanno andando finisce sottoterra, come la povera Anna Politkovskaja, la giornalista uccisa sulla soglia di casa il 7 ottobre scorso. Proprio ieri Boris Stomakhin, direttore del mensile Radikalnaja Politika e leader dell' Associazione rivoluzionaria di contatto, è stato condannato a cinque anni di prigione per «incitazione all' odio religioso tramite mass media». Colpevole d' essersi schierato col «popolo ribelle ceceno», intervendo sul sito web Kavkaz-center, il più scatenato contro l' attuale premier Ramzam Kadyrov, appoggiato dal Cremlino. Anche il tenente colonnello Aleksandr Litvinenko aveva osato rivelare presunte trame oscure del Cremlino che avevano per obiettivo il rilancio delle operazioni militari russe in Cecenia. In un libello scritto assieme ad uno storico dissidente che vive in America, Litvinenko aveva addirittura accusato l' Fsb di aver «perpetrato» alcuni terribili attentati nel settembre del 1999 a Mosca, bombe che fecero saltare per aria due palazzi causando trecento morti: la rabbia popolare venne pilotata e strumentalizzata per lanciare Putin come il nuovo uomo forte della Russia. Insomma, Litvinenko è un traditore. «Liquidate il Rinnegato», sarebbe stato l' ordine dal Cremlino, secondo gli oppositori di Putin. Ordine che viene smentito con sdegno dalle autorità russe, a cominciare dall' intelligence per le operazioni all' estero (in sigla Svr: Sluzbha Vneshnej Razvedki): «Noi non c' entriamo - ha detto il portavoce Serghei Ivanov - bisogna semmai guardare altrove». Però un mese fa la Duma ha autorizzato la presidenza a mandare oltre i confini della Russia reparti speciali per combattere il terrorismo, uomini con licenza di uccidere. Ma chi sono i terroristi nemici della Russia? Solo gli uomini di al-Qaeda, i ribelli ceceni, o anche i dissidenti che rovinano l' immagine del Paese, come appunto Litvinenko? Non facciamo diventare gigante un nano, dicono in molti a Mosca. Ma sa di difesa d' ufficio del Cremlino. Ghennadi Gudkov, per esempio, è un rispettabile deputato della Duma, eletto nelle file del Partito popolare, minuscola formazione di sinistra schierata con Putin. è stato colonnello nell' Fsb (Federalnaja Sluzhba Bezopasnosti, il servizio di sicurezza federale), quello che Putin dirigeva prima di assumere il comando del Cremlino. Qui il 77,3 per cento dell' entourage di Putin ha prestato servizio nel Kgb e (o) all' Fsb, se non nei servizi militari. Gudkov sa che l' ex collega Aleksandr Litvinenko, da tenente colonnello dell' Fsb, aveva per incarico formale la lotta contro le cosche della mafia russa. Come sa che oggi sta sul filo del rasoio, tra la vita e la morte, all' University College Hospital di Londra. L' avvelenamento era un modus operandi del Kgb. è verosimile l' ipotesi che Litvinenko possa essere stato avvelenato da un agente dei servizi segreti russi? Gudkov si mette a ridere: «Perché? Secondo me questo compagno è l' ultimo della lista, a chi interessa uno che veniva soprannominato alla Lubjanka, la nostra sede centrale, "skvozniak", cioè spiffero? Corrispondeva al suo carattere: voleva sempre far vento, con le sue parole. Con le sue troppe parole». è sprezzante, Gudkov. Si permette di sfottere l' ex collega, raccomandandogli di «non tracannare più la vodka adulterata». Sottintende: al tallio? Oppure: guardati da chi te la offre... come Boris Berezovski, l' oligarca russo transfuga a Londra dopo essere stato il consigliori di Eltsin e gran protettore di Litvinenko, colui che accusa platealmente Putin di essere il burattinaio della vicenda. L' uomo che Litvinenko avrebbe dovuto accoppare su ordine dell' Fsb, ordine che lui denunciò clamorosamente. In un crescendo di paranoie e aggressività, Gudkov lancia un messaggio: «Caro Boris Abramovich, non cercare di allestire uno spettacolo come questo», una messa in scena per screditare la Russia e Putin. Perché «se avessimo voluto eliminare Litvinenko, non l' avremmo lasciato in vita a raccontare che l' Fsb ha tentato di ucciderlo», spiega ai giornalisti una «fonte anonima» dei servizi russi. Nell' imprevedibile e letale mondo del depistaggio, oggi a Mosca contano di nuovo le parole che possono uccidere più di una lama.
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