Da La Repubblica del 23/11/2006

spionaggio e veleni, Mosca

Dopo la giornalista, l' ex spia ora in Russia prevale la paura

Silenzi e sospetti nell' ufficio dove lavorava Anna Politkovskaja

di AA.VV.

MOSCA - Dimitri Muratov, direttore del bisettimanale Novaja Gazeta, il giornale di Anna Politkovskaja, deve incontrare il giudice istruttore della procura generale. Anzi, il giudice è già nella sua stanza. Lui arriva in leggero ritardo. L' inchiesta ufficiale avanza lentamente: forse il magistrato vuole sapere da Muratov quali sono le novità dell' altra inchiesta, quella parallela che i giornalisti della Novaja Gazeta avevano promesso di fare sull' onda emotiva del feroce agguato, sicuri che l' esecuzione della Politkovskaja fosse collegata con le sue inflessibili inchieste sugli abusi russi in Cecenia. Sono già le sei del pomeriggio. Il colloquio si svolge nell' ufficio di Muratov, al terzo piano della redazione. Pochi metri più in là, ecco la stanza numero 307. Ci lavorava Anna. Lì le tendine sono abbassate, in segno di lutto. Un modo per ricordarla, immaginandola ancora dietro quei vetri. C' è solo la sua foto sulla scrivania, al posto del computer che è stato "secretato" per l' inchiesta. Sono spariti tutti i dossier e gli incartamenti che lei ammucchiava nelle due scaffalature. Anche le carte che coprivano la scrivania non ci sono più: le hanno sequestrate. Ma non c' è più neanche quella voglia di parlare e di denunciare, di scoprire e di spiegare che i colleghi e il suo direttore avevano un mese e mezzo fa. Oggi, solo silenzi, e paura che leggi negli sguardi. è cambiato qualcosa, in questo mese e mezzo? Nemmeno le notizie da Londra, sul misterioso tentativo di ammazzare col veleno l' ex tenente colonnello dell' Fsb, Aleksandr Litvinenko, riescono a convincere Muratov ad analizzare l' episodio, e valutare l' attendibilità delle affermazioni di questo ex spione che sostiene di essere stato un «buon amico di Anna» e di aver voluto indagare - pure lui - sulla sua morte. Non si fida. Intanto, già la presunta amicizia tra Anna e Livtinenko è ridimensionata dalle dichiarazioni di Ilja, figlio della giornalista uccisa: «So che si sono incontrati soltanto un paio di volte». Poi, c' è che Litvinenko ha incontrato due russi a Londra prima di restare intossicato. Uno si chiama Volodja, e non si sa se è un nome vero o un nome in codice. Ma l' altro è piuttosto noto: Andrei Lugovoj, un tempo capo della sicurezza di Ort, la tv che apparteneva all' oligarca Boris Berezovski. E questo autorizza i russi a dire che si tratta di una messinscena di Berezovski per evitare di essere estradato dalla Gran Bretagna. Come mai? Perché proprio pochi giorni fa Mosca e Londra hanno sottoscritto un memorandum di collaborazione tra la Procura generale russa e il servizio della Procura Reale d' Inghilterra e Galles. Sulla testa di Berezovski, ex eminenza grigia di Boris Eltsin entrato in rotta di collisione con Putin, c' è tutta una serie di imputazioni che lo porterebbero diritto in galera, a partire dalla vicenda Aeroflot (l' appropriazione indebita degli utili esteri), passando per l' imbroglio delle false esportazioni di auto Vaz, per finire con le pesanti accuse da parte dell' Fsb di aver cospirato contro il Paese, incitando alla «intercettazione violenta del potere». Una formula macchinosa per dire che è un nemico dello Stato. Lo Stato di Putin. Così, dicono a Mosca, l' agguato mortale alla Politkovskaja e l' avvelenamento di Litvinenko potrebbero convincere il giudice britannico Timothy Workman a respingere le richieste russe di estradizione nei confronti del miliardario esule a Londra. Tra le tante dichiarazioni di giornata, la più intrigante è quella di una mente abituata ai ragionamenti più sofisticati. Il mitico scacchista Garry Kasparov, fondatore del movimento politico «Fronte civico unito» che si oppone a Putin, chiosa la situazione: «La tolleranza dell' Occidente è ormai allo stremo. L' opinione pubblica comincia a capire che in Russia si sta assistendo ad un' offensiva totale contro chi non è d' accordo con la politica del Cremlino. Risultati chiari dell' inchiesta sulla morte della Politovskaja finora non ce ne sono. Ma è stata assassinata in Russia, mentre l' attentato a Litvinenko è avvenuto a Londra. E perciò la Gran Bretagna si metterà a indagare sul serio. Tuttavia, il Cremlino non si preoccupa più della propria reputazione: tanto, ha già firmato l' accordo sul Wto».

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