Da La Repubblica del 30/11/2006

Mosca, un altro male oscuro colpito l' ex premier Gaidar

Sospetto di avvelenamento per l' uomo che fu primo ministro con il presidente Eltsin - Dirige un 'think tank', di rado viene consultato dal Cremlino - Si è accasciato durante una conferenza che stava

di AA.VV.

MOSCA - Succede, anzi è successo il 24 novembre scorso - il giorno dopo la morte di Aleksandr Litvinenko, l' ex spia uccisa dal polonio 210 - ma la notizia è trapelata ieri solo perchè l' ha rivelata il Financial Times, che l' ex premier russo Yegor Gaidar, artefice delle riforme liberali al tempo di Boris Eltsin, si sia sentito molto male durante la conferenza che stava tenendo a Maynooth, la National University of Ireland, e che abbia preso corpo il sospetto di un altro avvelenamento, come nel caso di Livtinenko. Ora Gaidar si trova ricoverato in un ospedale di Mosca, i medici lo hanno dichiarato fuori pericolo, ma ancora non sanno spiegare che cosa abbia avuto e scioglieranno la prognosi venerdì prossimo, lo ha detto la figlia Maria, «Masha» per gli amici, leader di una piccola formazione politica d' opposizione, Da, un movimento di «giovani democratici». C' è la testimonianza di Ekaterina Ghenieva, una delle organizzatrici del convegno irlandese: «Abbiamo mangiato insieme alla prima colazione. Poi lui si è sentito poco bene, è salito in stanza. Era molto pallido. Nel pomeriggio doveva presentare l' ultimo suo libro, "Morte di un' Impero. Lezioni per la Russia contemporanea"». Sempre meno politica, sempre più vita accademica, questo è l' attuale Gaidar. Presiede l' Istituto per l' Economia di Transizione, dirige un «think-tank», talvolta viene consultato dal Cremlino nonostante la sua leggera opposizione nei confronti di Putin, o meglio, nei confronti del suo entourage. La signora Ghenieva, invece, dirige la sede moscovita della Fondazione Soros. «Si vedeva che si sforzava, però è riuscito lo stesso a replicare ad un paio di domande e ha parlare per una decina di minuti. Verso le 18 e 30 è uscito di corsa dall' aula senza concludere la sua presentazione. L' ho seguito. L' ho visto per terra. Sembrava morto, era senza coscienza. Vomitava incessantemente. Perdeva sangue dal naso. è stato così per 35 minuti. Ho pensato che la causa fosse il té della colazione. L' ho accompagnato all' ospedale insieme ad Andrei Sorokhin, direttore della casa editrice "Enciclopedia politica russa". Non l' ho mai abbandonato. Siamo stati nella sua stanza sino a mezzanotte, finchè l' abbiamo visto riprendere coscienza. Ormai era fuori pericolo. Il giorno dopo l' abbiamo trasferito dall' ospedale all' ambasciata e poi abbiamo preso il primo volo per Mosca». Fin qui, sembrerebbe il resoconto di una violenta congestione. Casi del genere sono frequenti. Invece, si trasforma in qualcosa che non si può diagnosticare - almeno così si fa credere - che ora dopo ora assume contorni più sfumati, più ambigui. E che aggiungono mistero ai misteri di questi ultimi giorni, creando nuove apprensioni e nuovi scenari sempre più inquietanti, e sempre meno verosimili. Appena le agenzie di stampa ieri battevano la notizia del malessere di Gaidar, si scatenava il teatrino delle dichiarazioni, delle ipotesi più allarmanti. Come quella di Anatoli Chubais, padre delle privatizzazioni che hanno slegato le mani al business privato, attuale potentissismo presidente del RAO-EES, l' Enel panrussa e membro del partito Sps, Unione delle Forze di destra, cui appartiene anche Gaidar (l' hanno fondata assieme): «C' è una precisa regia. Per me è indiscutibile che la costruzione mortale Politkovskaja-Litvinenko-Gaidar (che per miracolo non è finito come gli altri) sarebbe stata estremamente attraente, per chi si attiene alle varianti anticostituzionali, per il cambio di potere in Russia. Però non penso che dietro ci sia la lunga mano del Cremlino o dei servizi segreti russi, lo escludo. Avessero voluto farlo fuori, perchè scegliere Dublino? Un luogo pìù comodo e semplice di Mosca non si potrebbe immaginare. No, qui è qualcosa di diverso. Legato alla successione di Putin». La figlia Maria evita la trappola delle interpretazioni. Riusciamo a raggiungerla per telefono: «Non voglio fare supposizioni. Mi affiderò alla diagnosi ufficiale che tuttora non è stata stabilita. Ci sono ancora troppi dubbi. è evidente però che il quadro clinico è molto insolito, non corrisponde alle solite malattie». Avvelenamento? «Dai sintomi non si può escludere. Chiaro che non è stato né un ictus né un infarto. è stato qualcos' altro a provocare il suo stato critico. I medici hanno bisogno ancora di altro tempo per escludere ogni altra possibilità tranne quella dell' avvelenamento con una sostanza sconosciuta alla medicina civile». Ma in russo la parola avvelenamento vale anche per l' intossicazione. Dell' organismo. O dell' informazione?

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