Da La Repubblica del 02/12/2006

L'ex consulente della Mitrokhin scrive una lunga nota riferita dal suo avvocato. "Spero di sopravvivere per poter smentire tutte le diffamazioni sul mio conto"

Scaramella: "Avvelenato per le informazioni ricevute da Aleksandr Litvinenko"

Giallo sulle sue reali condizioni di salute. La stampa britannica: "Sta morendo". Lui smentisce: "Non ho alcun sintomo, non sono allettato né internato"

di AA.VV.

LONDRA - "Spero di sopravvivere per poter smentire tutte le diffamazioni scritte e dette contro di me e fornire tutti i chiarimenti necessari". Mario Scaramella, l'ex consulente della Commissione Mitrokhin contaminato dal polonio 210 e sotto osservazione in un ospedale di Londra, ha scritto una dichiarazione, riferita dal suo avvocato, Sergio Rastrelli. "Ho motivo di ritenere - si legge - che l'avvelenamento mio e di Litvinenko (l'ex agente del Kgb che Scaramella aveva incontrato in un sushi bar della capitale britannica prima che morisse contaminato dal polonio, ndr) possa essere collegato alle informazioni che lo stesso Litvinenko, per mesi, mi ha trasmesso. Appena e se mi sarà possibile - conclude - sono pronto a smentire, con ulteriori dettagli, tutte le accuse indebitamente e pericolosamente rivoltemi".

L'ex consulente della Mitrokhin "parla" nel giorno dei dubbi sulle sue reali condizioni. Alle rassicurazioni dell'Agenzia britannica per la protezione della salute ("Sta bene, gli indici di polonio rinvenuti nelle urine sono molto bassi, non destano preoccupazione") fanno da contraltare le notizie della stampa britannica, secondo la quale Scaramella sarebbe grave e prossimo alla morte. A ciò si aggiungono le parole del senatore di Forza Italia, Paolo Guzzanti, ex presidente della Mitrokhin: "I medici gli hanno confermato che morirà, l'ho sentito, è angosciatissimo".

Il ministero italiano della Salute, intanto, rassicura: "Non esistono elementi per ipotizzare alcun pericolo per la salute pubblica in Italia". Secondo il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, "non si ha l'impressione che si tratti di un allarme generalizzabile". Gli accertamenti svolti nella sala delle conferenze stampa del Senato, frequentata di recente da Scaramella, sono risultati negativi al polonio.

Scaramella, nella sua lettera, riferisce che Scotland Yard, "che fin da subito mi ha invitato a partecipare alle indagini in qualità di testimone, non indagato né sospettato", gli ha comunicato ieri "lo status formale di vittima nella loro indagine". In quanto alla contaminazione, spiega: "Nella giornata di ieri, in fase di ultimazione della mia collaborazione con le autorità inglesi, mi è stato comunicato da Scotland Yard e dall'Autorità nazionale britannica per la salute che sono stato avvelenato da polonio 210. Pur nella profonda angoscia di questa consapevolezza - continua Scaramella - mi sento bene, non ho sintomi, non sono allettato né internato: ricevo, senza necessità di precauzioni, personale medico e di polizia".

Le analisi delle urine, spiega, "hanno evidenziato le tracce di una dose di polonio 'significativamente inferiore' rispetto a quella usata contro Litvinenko, ma considerata la natura dell'agente, la dose assunta dall'organismo è comunque ritenuta 'potenzialmente letale' e, quindi, in grado di uccidermi".

L'ex collaboratore della Mitrokhin spiega di essere sotto monitoraggio clinico presso lo University College London Hospital, dove sono in corso esami di sangue, midollo e altre biopsie "che comunque non hanno rilevato alcun effetto tossico sui miei organi interni. Il polonio rimarrà nell'organismo a concentrazioni pericolose per alcuni mesi - precisa Scaramella - durante i quali dovrò essere sotto strettissimo controllo medico".

L'Unità armi atomiche del ministero della Difesa inglese, dopo accurati controlli, non ha trovato tracce di polonio sugli abiti dell'italiano né nei luoghi che ha frequentato nei giorni prima e dopo l'avvelenamento, "quindi, per quanto gli effetti su di me siano gravi, non sono assolutamente pericoloso per le persone che mi sono vicine e mi sono state vicine in questo ultimo mese. Le autorità sanitarie inglesi e italiane, sulla base delle evidenze raccolte, dovrebbero infatti comunicare in modo congiunto che non si raccomanda alcun test per le persone che mi sono state vicine".

Finora, 68 persone potenzialmente a rischio sono state sottoposte in Gran Bretagna a esami delle urine per la ricerca del polonio e solo in due casi, Scaramella e la vedova Litvinenko, i test hanno dato esito positivo. Nel caso della vedova, i livelli riscontrati sono così bassi da non richiedere ulteriori accertamenti. Resta fermo a 12 il numero dei luoghi in cui sono state trovate tracce della sostanza, inclusi 3 aerei British Airways che hanno volato a più riprese nelle ultime settimane sulla rotta Londra-Mosca. Ventiquattro le persone mandate in una clinica specialistica per esami addizionali.

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