Da La Repubblica del 09/12/2006
E sulla vicenda è già partito il progetto di un film per la tv Channel 4. Ancora mistero sulle condizioni delle due ex spie ricoverate a Mosca
Londra, polonio al bar dell´hotel contaminato anche Lugovoij
Test sui clienti del Millennium, avvelenati i baristi
di Leonardo Coen
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MOSCA - Lo stesso polonio 210 che ha ucciso Aleksandr Litvinenko il 1 novembre scorso ha contaminato Dmitri Kovtun - giovedì è rimasto brevemente in coma - e Andrei Lugovoij, l´imprenditore ed ex agente del Kgb che aveva con Litvinenko un appuntamento al Pine Bar dell´hotel Millennium Mayfair di Londra. Lugovoij andò a quell´incontro accompagnato dal socio Dmitri Kovtun. C´era un terzo personaggio, Vyaceslav Sokolenko: non è certo che sedette allo stesso tavolino di quel bar, quando Litvinenko sorseggiò una tazza di tè in compagnia di Lugovoij e Kovtun. Di Sokolenko non si parla più: un mistero nei misteri del caso Litvinenko.
Scotland Yard ha stabilito che l´ex spia venne contaminata in quel bar: infatti tutti e sette i baristi al lavoro in quelle ore sono risultati positivi alla sostanza radioattiva, nella stessa misura in cui è stata rilevata alla moglie dell´ex spia, Marina. I sette non correrebbero rischi a breve, ma nel lungo termine potrebbero ammalarsi di cancro, «un rischio molto piccolo», rassicurano le autorità sanitarie britanniche. Quel giorno furono 250 i clienti del bar e tutti sono stati invitati a presentarsi in ospedale per i test. Idem a Mosca: il ministero della Salute russo offre esami a chiunque abbia paura d´essere stato contaminato. Sembra il gioco delle parti. Come nelle matrioske, ogni giorno si apre una nuova storia che ne cela un´altra. Il Kgb era sublime esecutore di depistaggi.
Per esempio, si ridimensiona la pista del sushi bar di Piccadilly, dove Litvinenko vide Mario Scaramella, l´ex consulente della commissione Mitrokin. C´è di più. Gli inquirenti inglesi sono sempre più convinti - anzi quasi certi - che «l´arma del delitto» sia stata una micidiale pillola al polonio 210 confezionata in una stanza dell´albergo, dove sono state trovate «tracce significative» del radionucleide. Se è così, gli inglesi sanno anche chi ha occupato quella stanza. Tuttavia, è ipotizzabile una simile leggerezza? Troppe tracce «evidenti» per pensare che sia stato un omicidio su commissione. Non solo complicato nell´esecuzione, ma esageratamente teatrale. Perché il polonio non uccide subito.
E qui c´entra la pista di Mosca. Lugovoij e Kovtun sono finiti in ospedale. Kovtun ha parlato coi magistrati russi due volte, gli inglesi hanno assistito all´interrogatorio. Lugovoij, invece, non ha ancora parlato. Il suo interrogatorio slitta ogni giorno. Che cosa lo impedisce? Eppure lui è il teste chiave. Afferma che è stato Litvinenko a invitarlo a Londra. L´ex agente del Kgb, oggi titolare della più grossa fabbrica russa di «bibite analcoliche tipiche & antiche», sa che le sue spiegazioni non hanno convinto gli inglesi. Forse c´è qualcuno che non vuole che dica di più.
Questi rinvii irritano gli inglesi. Dicono che si vogliono nascondere ricatti e di traffici loschi, sotto la copertura di società russe di import ed export. I russi replicano: era Litvinenko il mercante di segreti, stava al centro di un traffico clandestino di materiali radioattivi, è rimasto accidentalmente contaminato. Già, e Kovtun? E Lugovoij? «I medici dicono che sono stazionario», dice. Però la stessa agenzia che riporta queste dichiarazioni ha scritto che nel suo corpo «sono state riscontrate disfunzioni di alcuni organi colpiti da radionucleidi». Sta meglio di Kovtun, spiega l´agenzia. Ma come sta davvero Kovtun? E il terzo uomo, Sokolenko, che fine ha fatto?
Gli ingredienti del giallo finiranno anche in un film, commissionato dalla rete britannica Channel 4 al regista Peter Kosminky, autore di film-inchiesta come The Government Inspector, sulla morte dello scienziato David Kelly coinvolto nella manipolazione delle prove sulle armi di distruzione di massa di Saddam.
Scotland Yard ha stabilito che l´ex spia venne contaminata in quel bar: infatti tutti e sette i baristi al lavoro in quelle ore sono risultati positivi alla sostanza radioattiva, nella stessa misura in cui è stata rilevata alla moglie dell´ex spia, Marina. I sette non correrebbero rischi a breve, ma nel lungo termine potrebbero ammalarsi di cancro, «un rischio molto piccolo», rassicurano le autorità sanitarie britanniche. Quel giorno furono 250 i clienti del bar e tutti sono stati invitati a presentarsi in ospedale per i test. Idem a Mosca: il ministero della Salute russo offre esami a chiunque abbia paura d´essere stato contaminato. Sembra il gioco delle parti. Come nelle matrioske, ogni giorno si apre una nuova storia che ne cela un´altra. Il Kgb era sublime esecutore di depistaggi.
Per esempio, si ridimensiona la pista del sushi bar di Piccadilly, dove Litvinenko vide Mario Scaramella, l´ex consulente della commissione Mitrokin. C´è di più. Gli inquirenti inglesi sono sempre più convinti - anzi quasi certi - che «l´arma del delitto» sia stata una micidiale pillola al polonio 210 confezionata in una stanza dell´albergo, dove sono state trovate «tracce significative» del radionucleide. Se è così, gli inglesi sanno anche chi ha occupato quella stanza. Tuttavia, è ipotizzabile una simile leggerezza? Troppe tracce «evidenti» per pensare che sia stato un omicidio su commissione. Non solo complicato nell´esecuzione, ma esageratamente teatrale. Perché il polonio non uccide subito.
E qui c´entra la pista di Mosca. Lugovoij e Kovtun sono finiti in ospedale. Kovtun ha parlato coi magistrati russi due volte, gli inglesi hanno assistito all´interrogatorio. Lugovoij, invece, non ha ancora parlato. Il suo interrogatorio slitta ogni giorno. Che cosa lo impedisce? Eppure lui è il teste chiave. Afferma che è stato Litvinenko a invitarlo a Londra. L´ex agente del Kgb, oggi titolare della più grossa fabbrica russa di «bibite analcoliche tipiche & antiche», sa che le sue spiegazioni non hanno convinto gli inglesi. Forse c´è qualcuno che non vuole che dica di più.
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