Da La Repubblica del 31/01/2007
Intesa bipartisan sulla riforma in commissione alla Camera. Gli imam potranno lavorare per gli agenti, i sacerdoti e i giornalisti professionisti no
Nascono Sin, Sie e Dis, limiti agli 007
I nuovi Servizi non potranno indagare su partiti, sindacati e stampa
di Alberto Custodero
ROMA - Gli imam potranno lavorare per gli 007, i sacerdoti no. Vietati gli archivi alla Pio Pompa. Stop a nepotismo e clientele. Basta agli scandali dei fondi neri. E accesso al segreto di stato per la Corte Costituzionale. La riforma dei servizi segreti licenziata ieri notte dalla commissione Affari Costituzionali e discussa lunedì in aula cambia nome alle strutture: Sin al posto di Sisde, Sie invece di Sismi mentre il Dis sostituisce il Cesis. E bilancia gli equilibri fra settori dello stato. La legge dà più poteri al presidente del consiglio e agli stessi servizi che avranno licenza di commettere molti reati (ad eccezione di quelli che ledono i diritti delle persone). Ma conferisce maggiore peso ai controlli del Copaco che aumenta da 8 a 10 il numero dei componenti (uno spetta alla Lega). E che potrà, fra l´altro, controllare le spese dell´intelligence. Ma la discussione della futura riforma è stata pesantemente condizionata dal caso Abu Omar. Non ci sarà più un caso-Farina (il vicedirettore di Libero che lavorava per il Sismi): i giornalisti non potranno collaborare con l´intelligence. E neppure potrà esserci un archivio come quello gestito in via Nazionale dal Pio Pompa: la legge prevede che Sin, Sie e Dis «non possano istituire archivi al di fuori di quelli la cui esistenza è stata comunicata al Copaco». A mediare fra le richieste dell´ala sinistra della maggioranza - che rivendicava, in particolare, l´istituzione di un ministro ad hoc - e le proposte più conservatrici dell´opposizione è stato Luciano Violante, presidente della commissione Affari Costituzionali. Il risultato è stato un autentico compromesso. Il presidente del Consiglio, sul quale si concentra la maggior parte del potere sugli 007, potrà nominare una «autorità delegata» a scelta: un sottosegretario come oggi. Oppure un ministro senza portafoglio. Fra le novità del testo giunto in dirittura d´arrivo c´è anche una norma antiraccomandazioni. Il regolamento per le assunzioni prevede «adeguate modalità selettive» per l´arruolamento degli 007. E stabilisce l´incompatibilità «assoluta» per i parenti dei direttori dei servizi. Se Sin e Sie non potranno svolgere attività illegali contro partiti politici, sindacati e giornalisti, un sottile distinguo (ma dalle conseguenze importanti, visto l´allarme sul terrorismo islamista), è stato introdotto per regolamentare il rapporto con i religiosi. Il divieto di collaborazione è previsto per «ministri di culto riconosciuti ai sensi dell´ordinamento vigente», formula, questa, che comprende i sacerdoti, ma esclude gli imam. «Nell´islam - ha spiegato Luciano Violante - non c´è un equivalente dei sacerdoti, non esistendo una gerarchia come quella della religione cattolica». Per quanto riguarda i rapporti con la giustizia, se gli 007 commettono reati non autorizzati, è lo stesso presidente del Consiglio a denunciarli alla magistratura. In nessun caso, però, il segreto di Stato, che durerà 15 anni, è opponibile alla Corte Costituzionale
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