Da L'Ora del 06/03/1972
Ragusa, febbraio. - Il fascisti sparano. Pochi giorni fa hanno tirato addosso con una pistola lancia
di Giovanni Spampinato
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Chi è il signor Xenofòn Mephalopoulos, greco di Siracusa? E' solo un operatore economico dotato di ingentissimi capitali che ha trovato conveniente investire nella cittadina siciliana (speculazione edilizia, ecc.), o è un agente dei colonnelli?
Un anno fa su queste stesse colonnr, in un'inchiesta sul neofascismo nella Sicilia orientale, scrivemmo: "Forse significa qualcosa la presenza a Siracusa di un ricchissimo greco, tale Mephalopoulos, molto legato al sindaco dc Giuliano, e che fa la spola con Atene. Il nababbo ellenico è uno dei principali azionisti della SAIA, una importante società immobiliare a livello nazionale, e proprietario della Sicilmontaggi". E aggiungevamo: "Nelle acque siracusane - è noto - c'è intenso traffico di sigarette provenienti dalla Grecia; ci sono grossi fatti di cronaca in proposito. Dalle mani del greco passano miliardi, ma forse i soldi non sono tutti suoi. Potrebbe essere uno dei principali tramiti per i gruppi fascisti nel meridione. I soldi arriverebbero, oltre che dallaGrecia, dalla Spagna e dal Sud Africa".
Il signor Mephalopoulos non ha mai smentito quanto abbiamo scritto di lui. Ma che sia un estimatore non tiepido dei colonnelli lo stanno a dimostrare parecchi fatti. Nel '70, d'accordo col suo amico Giuliano, effettua il tentativo di gemellare Siracusa con Atene (la reazione delle forze democratiche lo fece abortire). Lo scorso anno, nell'euforia della vittoria del campionato da parte del Siracusa che passa in serie C (Mephalopoulos è il patron della squadra) il solito "l'Aretuseo" pubblica una strana notizia (poi rivelatasi infondata) secondo cui un giocatore del Siracusa sarebbe stato acquistato dall'Atene. L'articolo era accompagnato da una foto che ritreva Mephalopoulos mentre si intratteneva cordialmente con Aristotele Onassis ...
Ma dopo la pubblicazione di quell'inchiesta abbiamo avuto la prova di quanto prima solo sospettavamo: Xenofòn Mephalopoulos è "real vice-console di Grecia" in Sicilia e ci sono fondatissimi motivi per ritenere che sia un agente dei colonnelli greci.
Nella primavera scorsa, un marinaio greco viene colto da malore mentre è in navigazione. Ha frequenti emorragie, bisogna ricoverarlo urgentemente in ospedale. Il comandante del mercantile greco su cui è imbarcato si rifiuta però di sbarcarlo, pretendendo da lui una dichiarazione firmata in cui "confessa" che è comunista. Il marinaio naturalmente non accetta, sapendo cosa gli succederebbe, e riesce a fuggire mentre la nave è all'attracco al porto di Gela. Lo raccolgono sanguinante alcuni portuali, e lo accompagnano alla Camera del Lavoro. I dirigenti del sindacato lo fanno ricoverare in ospedale, chiedendo (inutilmente) attraverso un'agenzia i documenti e la paga. Infine vengono fortunosamente in possesso di un numero di telefono di Siracusa, che leggono su carta intestata, in inglese, al vice-console di Grecia Xenofòn Mephalopoulos. Il numero è il 24251, e corrisponde a quello della SAIA, la società immobiliare di cui il greco è amministratore delegato. i sindacalisti telefonano, Mephalopoulos urla che il marittimo sia accompagnato immediatamente a Siracusa, affermando che in 24 ore l'avrebbe fatto giungere ad Atene.
Il marinaio rifiuta energicamente, e una volta guarito si mette in contatto con una organizzazione di esuli politici greci e si trasferisce in una città del nord.
Cosa sarebbe successo al marittimo "comunista" se fosse stato consegnato al vice-console, non sappiamo. Ma ci sono troppe "voci" di oppositori del regime misteriosamente scomparsi per essere ottimisti. I sindacalisti gelesi e il marinaio greco, dal tono di Mephalopoulos, prevedono il peggio ... Quanti "servizi" di questo tipo Mephalopoulos (o persone a lui vicine) rendono ai colonnelli? E che parte vi hanno i neofascisti aretusei?
Mephalopoulos continua ad essere legato agli ambienti dell'edilizia siracusana, all'ex sindaco Giuliano e a Trigilia Caracciolo. Ma i suoi affari non si fermano qui.
Un anno fa su queste stesse colonnr, in un'inchiesta sul neofascismo nella Sicilia orientale, scrivemmo: "Forse significa qualcosa la presenza a Siracusa di un ricchissimo greco, tale Mephalopoulos, molto legato al sindaco dc Giuliano, e che fa la spola con Atene. Il nababbo ellenico è uno dei principali azionisti della SAIA, una importante società immobiliare a livello nazionale, e proprietario della Sicilmontaggi". E aggiungevamo: "Nelle acque siracusane - è noto - c'è intenso traffico di sigarette provenienti dalla Grecia; ci sono grossi fatti di cronaca in proposito. Dalle mani del greco passano miliardi, ma forse i soldi non sono tutti suoi. Potrebbe essere uno dei principali tramiti per i gruppi fascisti nel meridione. I soldi arriverebbero, oltre che dallaGrecia, dalla Spagna e dal Sud Africa".
Il signor Mephalopoulos non ha mai smentito quanto abbiamo scritto di lui. Ma che sia un estimatore non tiepido dei colonnelli lo stanno a dimostrare parecchi fatti. Nel '70, d'accordo col suo amico Giuliano, effettua il tentativo di gemellare Siracusa con Atene (la reazione delle forze democratiche lo fece abortire). Lo scorso anno, nell'euforia della vittoria del campionato da parte del Siracusa che passa in serie C (Mephalopoulos è il patron della squadra) il solito "l'Aretuseo" pubblica una strana notizia (poi rivelatasi infondata) secondo cui un giocatore del Siracusa sarebbe stato acquistato dall'Atene. L'articolo era accompagnato da una foto che ritreva Mephalopoulos mentre si intratteneva cordialmente con Aristotele Onassis ...
Ma dopo la pubblicazione di quell'inchiesta abbiamo avuto la prova di quanto prima solo sospettavamo: Xenofòn Mephalopoulos è "real vice-console di Grecia" in Sicilia e ci sono fondatissimi motivi per ritenere che sia un agente dei colonnelli greci.
Nella primavera scorsa, un marinaio greco viene colto da malore mentre è in navigazione. Ha frequenti emorragie, bisogna ricoverarlo urgentemente in ospedale. Il comandante del mercantile greco su cui è imbarcato si rifiuta però di sbarcarlo, pretendendo da lui una dichiarazione firmata in cui "confessa" che è comunista. Il marinaio naturalmente non accetta, sapendo cosa gli succederebbe, e riesce a fuggire mentre la nave è all'attracco al porto di Gela. Lo raccolgono sanguinante alcuni portuali, e lo accompagnano alla Camera del Lavoro. I dirigenti del sindacato lo fanno ricoverare in ospedale, chiedendo (inutilmente) attraverso un'agenzia i documenti e la paga. Infine vengono fortunosamente in possesso di un numero di telefono di Siracusa, che leggono su carta intestata, in inglese, al vice-console di Grecia Xenofòn Mephalopoulos. Il numero è il 24251, e corrisponde a quello della SAIA, la società immobiliare di cui il greco è amministratore delegato. i sindacalisti telefonano, Mephalopoulos urla che il marittimo sia accompagnato immediatamente a Siracusa, affermando che in 24 ore l'avrebbe fatto giungere ad Atene.
Il marinaio rifiuta energicamente, e una volta guarito si mette in contatto con una organizzazione di esuli politici greci e si trasferisce in una città del nord.
Cosa sarebbe successo al marittimo "comunista" se fosse stato consegnato al vice-console, non sappiamo. Ma ci sono troppe "voci" di oppositori del regime misteriosamente scomparsi per essere ottimisti. I sindacalisti gelesi e il marinaio greco, dal tono di Mephalopoulos, prevedono il peggio ... Quanti "servizi" di questo tipo Mephalopoulos (o persone a lui vicine) rendono ai colonnelli? E che parte vi hanno i neofascisti aretusei?
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