Da L'Ora del 28/04/1972

Delitto Tumino

Molte voci tendono a sviare le indagini

di Giovanni Spampinato

Sull'inquietante assassinio dell'ing. Angelo Tumino i carabinieri di Ragusa, a due mesi dal tragico fatto, hanno presentato il primo rapporto al Procuratore della Repubblica. Si sa soltanto che sono state interrogate oltre 50 persone tra amici, parenti e conoscenti della vittima. Si sa che le indagini sono state laboriose e irte di difficoltà.

E a tutt'oggi , almeno ufficialmente, l'assassino non ha un volto. Non si conosce il motivo per cui il noto professionista è stato eliminato, né si conoscono le esatte modalità del crimine.

E' stato, l'omicidio Tumino, una esecuzione in piena regola: freddato con un colpo di pistola calibro nove al centro della fronte, il suo corpo è stato abbandonato in una impervia strada di campagna a dieci chilometri da Ragusa. Il cadavere fu trovato l'indomani da alcuni contadini: non c'era l'auto, non c'era l'arma del delitto, non c'era il bossolo.

il proiettile era fuoriuscito dalla nuca, e non fu ritrovato, nonostante le vaste battute effettuate tutto intorno il luogo del ritrovamento, anche con alcuni cani poliziotto. L'ing. Tumino, ex playboy, già esponente del MSI, già costruttore edile, da alcuni anni si occupava esclusivamente di antiquariato.

Aveva diversi magazzini di oggetti antichi, ed era noto per la spregiudicatezza con cui conduceva gli affari. La sua vita privata era stata piuttosto movimentata.

Una cosa è certa: poche persone, forse una sola, oltre ai parenti del morto, sapevano che sarebbe dovuto recarsi in quei giorni in quella località di campagna dove è stato ritrovato il suo corpo, per rilevare un mobile antico.

Una coincidenza il fatto che il corpo sia stato ritrovato proprio lì? Le indagini, come abbiamo detto, sono state lunghe. Tra le persone interrogate con maggiore insistenza fin dall'inizio c'era il figlio di un magistrato di Ragusa, il giovane Roberto Campria, che doveva tra l'altro spiegare come mai, subito dopo il ritrovamento del cadavere del Tumino, si trovasse a casa dell'ucciso, in compagnia del figlio dell'ingegnere. Tumino e Campria erano molto amici, si frequentavano assiduamente, pare per rapporti d'affari.

Campria ha tra l'altro quwerelato il nostro giornale per aver scritto che era "sotto torchio il figlio di un magistrato". "L'Ora è stato assolto per aver esercitato il suo diritto di cronaca, e il giovane Campria condannato al pagamento delle spese.

Ma - ed è questo l'interrogativo più inquietante - perché fu ucciso l'ing. Tumino? Non certo per rapina.

Chi lo ha ucciso doveva conoscerlo bene, doveva essere da lui considerato un amico. Difficilmente, dicono coloro che lo conoscevano, Tumino sarebbe ingenuamente caduto in una trappola tesa da sconosciuti, si sarebbe difeso e non era uomo da farsi ridurre facilmente in condizioni di impotenza.

Che relazione esiste tra il delitto e la voce secondo cui, una settimana prima di esso, uno sconosciuto avrebbe commissionato ad alcuni giovani un furto nel deposito di materiale di antiquariato di Ibla di proprietà di Angelo Tumino? Era stato pattuito un compenso di 300 mila lire.

Ma il furto non ebbe luogo perché la piccola banda si sarebbe tirata indietro all'ultimo momento temendo eventuali conseguenze dal fatto. L'illazione alla fine è troppo semplice: lo sconosciuto committente avrebbe tentato per altra via di impadronirsi di ciò che interessava (un "pezzo" di gran pregio?), sarebbe giunto allo scontro aperto con Tumino e lo avrebbe ucciso.

Ma i mancati autori del "colpo" sono stati interrogati, le loro case perquisite e a loro carico non sarebbe emerso niente. Né sarebbe venuto fuori il nome del misterioso mandante.

Chi ci ha riferito questa circostanza ci ha anche detto che questo presunto teppista gli avrebbe fatto la rivelazione e poi, nel tentativo di sviare da sé stesso i suoi sospetti, gli avrebbe detto tra l'altro che "l'ingegnere era stato ucciso con la sua stessa pistola". Infine lo avrebbe minacciato e aggredito. Sul fatto indagano i carabinieri, che si mostrano scettici. Una voce provocatoria, fatta apposta per sviare le indagini?

Un altro fatto strano che dovrebbe avere a che fare col caso Tumino riguarda una strana donna che chiese a Modica nel periodo di Pasqua un passaggio a una persona che non la conosceva e cominciò a chiedere cosa succedeva se uno uccideva un uomo, e poi diceva che era stato perché questi cercava di violentarla. Aggiungeva che lei "avrebbe sparato alla fronte".

Infine - è questo il particolare inquietante - chiedeva se la sua posizione sarebbe stata meno grave se avesse detto che "la pistola usata apparteneva al morto". Anche qui, sarebbe facile dedurre che il piano criminoso sarebbe stato eseguito da più persone, che la donna sarebbe servita da esca, e che, nella ipotesi che si fosse scoperto chi era stato, si era preparata la versione dell'omicidio per legittima difesa.

Le due voci vengono dalla stessa fonte, su questo non dovrebbero esserci dubbi. Ma questa fonte è quella degli assassini (o dei complici), oppure di chi cerca di sviare le indagini, facendo battere piste sbagliate?

La gente non sa più che pensare. Un nome viene sussurrato; ma nessuno ha il coraggio di dirlo apertamente, perché si teme di correre dei rischi.

Il delitto ha scosso violentemente l'opinione pubblica; non è questo il primo omicidio in provincia di cui non si trova l'autore.

Molti esprimono il dubbio che le cose siano andate per le lunghe perché da qualche parte si cerca di coprire qualcuno in alto, che non deve essere colpito.

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