Da Corriere della Sera del 15/03/2007
Catania, Antonella Falcidia fu uccisa nel 1993 con 23 coltellate. Su un cuscino del divano le tre lettere «enz», per indicare Vincenzo
Il pm legge Lucarelli e dopo 13 anni arresta l'omicida
Lo scrittore: bisogna usare le nuove tecniche. E si scopre che la vittima tracciò col sangue il nome del marito
di Alfio Sciacca
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CATANIA — Per oltre 13 anni Vincenzo Morici, primario di Chirurgia all'ospedale di Taormina, è stato parte lesa di un delitto efferato. Il 4 dicembre '93 la moglie, Antonella Falcidia 44 anni, anche lei medico, venne massacrata con 23 coltellate nel salotto di casa. I sospetti erano caduti anche sul marito. Ma una prima inchiesta era stata archiviata e il «giallo Falcidia» sembrava destinato a restare tale, mentre Morici si era risposato diventando padre per la seconda volta. Ma l'altra sera è stato arrestato con l'accusa di essere l'assassino della moglie. Lo spunto per la svolta è arrivato dalla lettura di un libro di Lucarelli che nel 2006 ha indotto il pm Faro a chiedere la riapertura del caso. L'inchiesta, condotta con i pm Ursino e Papa, si è avvalsa di nuove tecniche che hanno permesso di scoprire un indizio decisivo. Tre lettere, «ENZ», scritte dalla vittima col suo stesso sangue sul divano a fiori dove è stata massacrata. Prima di morire Antonella avrebbe così indicato il nome dell'assassino, il marito Enzo. A suo tempo quella era stata confusa con una delle tante macchie di sangue, ora è stata analizzata con uno scanner che evita sgranature consentendo di decifrare le tre lettere.
DELITTO — Secondo la ricostruzione dei pm, Antonella aveva scoperto che il marito aveva un'altra donna.
Al suo rientro a casa era scoppiata una violenta lite sfociata nel delitto d'impeto. Morici colpì la moglie con 22 coltellate, poi si spostò in cucina per lavare l'arma. Tornato in salotto si accorse che Antonella era agonizzante e la finì con un colpo alla gola, con lo stesso coltello o con un bisturi. La donna prima di morire aveva indicato col suo sangue il nome dell'assassino.
Non si tratta dell'unico elemento dell'accusa. A cominciare dall'alibi. Morici sostiene di aver trovato la moglie morta al rientro da Nicosia. All'epoca faceva un tratto di strada da solo fino ad Agira, poi proseguiva con un collega. Quest'ultimo aveva detto che al rientro da Nicosia si erano lasciati alle 20.30. Ora parla delle 20.10. Un orario che rende compatibile la presenza di Morici sul luogo del delitto nell'ora del decesso.
«Inoltre — dice il procuratore aggiunto Renato Papa — quello che ha detto Morici è stato sempre smentito». In particolare i sospetti fatti cadere su un cingalese marito della colf. I pm hanno chiarito la personalità del presunto assassino: «Ha sempre un atteggiamento razionale e sa mantenere la calma». Ma hanno pure scoperto che tempo fa è stato denunciato per lesioni da un'ex compagna. La ciocca di capelli che la Falcidia stringeva in mano è della stessa vittima, mentre non porta da nessuna parte l'impronta sul tappeto insanguinato. Indizi forse lasciati per depistare.
LA DIFESA — Il caso resta comunque controverso. Morici si dichiara innocente, mentre gli avvocati sono pronti a dare battaglia, anche sull'arma del delitto che non è mai stata trovata. Contestano poi che la scritta «ENZ» si basa su una foto in quanto il divano è stato distrutto, come sono stati smarriti gli abiti del presunto assassino, mentre l'appartamento in cui si è consumato il delitto ormai è abitato da un'altra famiglia.
DELITTO — Secondo la ricostruzione dei pm, Antonella aveva scoperto che il marito aveva un'altra donna.
Al suo rientro a casa era scoppiata una violenta lite sfociata nel delitto d'impeto. Morici colpì la moglie con 22 coltellate, poi si spostò in cucina per lavare l'arma. Tornato in salotto si accorse che Antonella era agonizzante e la finì con un colpo alla gola, con lo stesso coltello o con un bisturi. La donna prima di morire aveva indicato col suo sangue il nome dell'assassino.
Non si tratta dell'unico elemento dell'accusa. A cominciare dall'alibi. Morici sostiene di aver trovato la moglie morta al rientro da Nicosia. All'epoca faceva un tratto di strada da solo fino ad Agira, poi proseguiva con un collega. Quest'ultimo aveva detto che al rientro da Nicosia si erano lasciati alle 20.30. Ora parla delle 20.10. Un orario che rende compatibile la presenza di Morici sul luogo del delitto nell'ora del decesso.
«Inoltre — dice il procuratore aggiunto Renato Papa — quello che ha detto Morici è stato sempre smentito». In particolare i sospetti fatti cadere su un cingalese marito della colf. I pm hanno chiarito la personalità del presunto assassino: «Ha sempre un atteggiamento razionale e sa mantenere la calma». Ma hanno pure scoperto che tempo fa è stato denunciato per lesioni da un'ex compagna. La ciocca di capelli che la Falcidia stringeva in mano è della stessa vittima, mentre non porta da nessuna parte l'impronta sul tappeto insanguinato. Indizi forse lasciati per depistare.
LA DIFESA — Il caso resta comunque controverso. Morici si dichiara innocente, mentre gli avvocati sono pronti a dare battaglia, anche sull'arma del delitto che non è mai stata trovata. Contestano poi che la scritta «ENZ» si basa su una foto in quanto il divano è stato distrutto, come sono stati smarriti gli abiti del presunto assassino, mentre l'appartamento in cui si è consumato il delitto ormai è abitato da un'altra famiglia.