Da La Repubblica del 18/10/2005
Il presidente ha visitato la camera ardente allestita nella sede della Regione Calabria
Delitto Fortugno, Ciampi a Reggio. "Calabresi, reagite. Non siete soli"
Mons. Bregantini: "La 'ndrangheta vuole dominare la politica". Bianco, Copaco: "Servono misure straordinarie". Pisanu riferirà alla Camera
di AA.VV.
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LOCRI (Reggio Calabria) - "Reagite con fermezza calabresi: non siete soli, l' Italia tutta è con voi". Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, è arrivato a Reggio Calabria per rendere omaggio alla salma di Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale calabrese assassinato domenica a Locri. Ciampi si è fermato davanti al feretro per diversi minuti, in silenzio. Prima di lasciare la camera ardente, allestita nella sede del Consiglio regionale della Calabria, il Capo dello Stato si è intrattenuto con la famiglia del politico ucciso e con diversi esponenti delle istituzioni calabresi. "Alla Calabria - ha detto - va la solidarietà di tutti gli italiani, in una battaglia che bisogna vincere, che non si può perdere. L'impegno delle istituzioni a cui sono affidate la sicurezza dei cittadini e l'ordine pubblico, non basta, non basterà mai se mancherà l'appoggio consapevole della società alle forze dell'ordine e alla magistratura. La malavita organizzata vuole condannare questa regione all'arretratezza. Ma, lo ripeto, le istituzioni dello Stato centrale e le autorità regionali e locali debbono sentire l'appoggio di tutti i cittadini". Domani, a Locri, i funerali di Stato.
La camera ardente. La salma di Fortugno è giunta nel palazzo Campanella, sede dell'Assemblea legislativa regionale a Reggio Calabria, intorno alle 10. Il feretro è stato portato a braccia tra due ali di dipendenti regionali, rappresentanti istituzionali e politici, conoscenti o semplici cittadini sino all'aula del Consiglio dove è stato sistemato il catafalco. Davanti la vedova, Maria Grazia, i figli Giuseppe ed Anna, il suocero Mario Laganà, presidente onorario della Margherita calabrese. Numerosi i politici e gli amici di Fortugno che già dall'apertura della camera ardente si sono recati a testimoniare il loro affetto alla famiglia. Tra i primi il presidente della Regione, Agazio Loiero, che ha lungamente abbracciato il figlio della vittima. Tanta commozione tra coloro che con Francesco Fortugno avevano lavorato sino a domenica scorsa.
Giovani in corteo. A Locri si è svolta stamane la manifestazione degli studenti delle scuole superiori della zona, una marcia pacifica contro la violenza mafiosa, all'insegna dello slogan "Basta ai massacri". I ragazzi hanno raggiunto in corteo Palazzo Nieddu, l'edificio in cui l'esponente della Margherita è stato ucciso. E hanno distribuito un volantino: "Troppi eventi spiacevoli ed evitabili, troppi massacri. Diciamo basta. Noi studenti e futuri uomini della Locride, della Calabria e dell'Italia, a queste ingiustizie, che fanno di questa terra splendida, una terra maledetta e penalizzata a causa dell'omertà, dell'indifferenza ma soprattutto della paura. L'ultima prova è stato l'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno".
"Oggi le scuole della Locride manifestano la loro indignazione contro questi gesti che ormai - si legge ancora - sono pane quotidiano nel nostro territorio e che aumenteranno con il trascorrere del tempo, se noi ragazzi, prossimo futuro della Locride, non iniziamo a pensare che la nostra terra ha bisogno di ben altre cose rispetto a quelle attuali, che danno un'immagine negativa del nostro paese".
L'accusa del vescovo. Dell'omicidio di Fortugno è tornato a parlare anche il vescovo di Locri, monsignor Giancarlo Bregantini, per sottolineare che il delitto è paragonabile "per la Locride ai più gravi delitti della mafia in Sicilia". In un comunicato dal titolo "Lacrime e coraggio", il prelato afferma che "il sangue di Fortugno si aggiunge al tanto sangue già sparso in questa terra", e accusa la 'ndrangheta, che "vuole dominare e sottomettere la politica" per sottometterla ai suoi interessi, e per questo "cerca di spezzare i legami tra la gente e la classe politica, per ricondurli a sé, perché solo così possa meglio dominare e piegare entrambi". E ancora: "La 'ndrangheta lancia nel contempo a tutti noi un macabro messaggio di umiliazione sociale, per intimorire e paralizzare ogni altra azione di bene e di sviluppo.
"Una sfida che richiede misure straordinarie". Enzo Bianco, presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, ha detto che l'omicidio di Fortugno è "una sfida allo Stato" che richiede "una risposta molto ferma" anche con il ricorso ad "azioni e misure straordinarie". Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu ha garantito il massimo impegno del governo nel contrasto alla criminalità organizzata calabrese: "La Calabria - ha detto - è la Regione nella quale massima è la violenza e l'aggressività. Il recente, drammatico episodio, anche nelle modalità con le quali è stato compiuto l'attentato, lo conferma". Sull'assassinio di Fortugno, il ministro dell'Interno riferirà giovedì alla Camera.
La camera ardente. La salma di Fortugno è giunta nel palazzo Campanella, sede dell'Assemblea legislativa regionale a Reggio Calabria, intorno alle 10. Il feretro è stato portato a braccia tra due ali di dipendenti regionali, rappresentanti istituzionali e politici, conoscenti o semplici cittadini sino all'aula del Consiglio dove è stato sistemato il catafalco. Davanti la vedova, Maria Grazia, i figli Giuseppe ed Anna, il suocero Mario Laganà, presidente onorario della Margherita calabrese. Numerosi i politici e gli amici di Fortugno che già dall'apertura della camera ardente si sono recati a testimoniare il loro affetto alla famiglia. Tra i primi il presidente della Regione, Agazio Loiero, che ha lungamente abbracciato il figlio della vittima. Tanta commozione tra coloro che con Francesco Fortugno avevano lavorato sino a domenica scorsa.
Giovani in corteo. A Locri si è svolta stamane la manifestazione degli studenti delle scuole superiori della zona, una marcia pacifica contro la violenza mafiosa, all'insegna dello slogan "Basta ai massacri". I ragazzi hanno raggiunto in corteo Palazzo Nieddu, l'edificio in cui l'esponente della Margherita è stato ucciso. E hanno distribuito un volantino: "Troppi eventi spiacevoli ed evitabili, troppi massacri. Diciamo basta. Noi studenti e futuri uomini della Locride, della Calabria e dell'Italia, a queste ingiustizie, che fanno di questa terra splendida, una terra maledetta e penalizzata a causa dell'omertà, dell'indifferenza ma soprattutto della paura. L'ultima prova è stato l'omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno".
"Oggi le scuole della Locride manifestano la loro indignazione contro questi gesti che ormai - si legge ancora - sono pane quotidiano nel nostro territorio e che aumenteranno con il trascorrere del tempo, se noi ragazzi, prossimo futuro della Locride, non iniziamo a pensare che la nostra terra ha bisogno di ben altre cose rispetto a quelle attuali, che danno un'immagine negativa del nostro paese".
L'accusa del vescovo. Dell'omicidio di Fortugno è tornato a parlare anche il vescovo di Locri, monsignor Giancarlo Bregantini, per sottolineare che il delitto è paragonabile "per la Locride ai più gravi delitti della mafia in Sicilia". In un comunicato dal titolo "Lacrime e coraggio", il prelato afferma che "il sangue di Fortugno si aggiunge al tanto sangue già sparso in questa terra", e accusa la 'ndrangheta, che "vuole dominare e sottomettere la politica" per sottometterla ai suoi interessi, e per questo "cerca di spezzare i legami tra la gente e la classe politica, per ricondurli a sé, perché solo così possa meglio dominare e piegare entrambi". E ancora: "La 'ndrangheta lancia nel contempo a tutti noi un macabro messaggio di umiliazione sociale, per intimorire e paralizzare ogni altra azione di bene e di sviluppo.
"Una sfida che richiede misure straordinarie". Enzo Bianco, presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, ha detto che l'omicidio di Fortugno è "una sfida allo Stato" che richiede "una risposta molto ferma" anche con il ricorso ad "azioni e misure straordinarie". Il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu ha garantito il massimo impegno del governo nel contrasto alla criminalità organizzata calabrese: "La Calabria - ha detto - è la Regione nella quale massima è la violenza e l'aggressività. Il recente, drammatico episodio, anche nelle modalità con le quali è stato compiuto l'attentato, lo conferma". Sull'assassinio di Fortugno, il ministro dell'Interno riferirà giovedì alla Camera.
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