Da La Repubblica del 24/11/2004

Grazianeddu, la primula rossa sarda, ha ottenuto la grazia. Il primo arresto a 14 anni. Il primo tentato omicidio a 19

Mesina, vita da bandito pastore tra faide, evasioni e leggende

di AA.VV.

ROMA - Le sue prime parole sono state:"Ci crederò quando mi chiameranno e mi scarcereranno". Le ha dette Graziano Mesina agli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Voghera quando sono andati ad avvisarlo che il presidente della Repubblica gli aveva concesso la grazia. E' uno dei tre, gli altri sono Luigi Pellè e Aldo Orrù.

Ma chi è Graziano Mesina? Ha trascorso in carcere circa 40 anni per il meccanismo del cumulo delle pene. Nono di dieci figli, Mesina, Grazianeddu per gli amici, nacque 62 anni fa a Orgosolo da Pasquale Mesina, pastore, e Caterina Pinna. Il primo arresto a 14 anni per porto abusivo di pistola e oltraggio a pubblico ufficiale.

Quella prima vicenda si chiuse con il perdono giudiziale ma Mesina tornò in carcere nel maggio del 1960 per aver sparato in luogo pubblico. In quell'occasione la futura primula rossa del banditismo sardo compì la sua prima evasione dalla caserma dei carabinieri dove era stato condotto dopo l'arresto. Venne ricatturato e subì una condanna a sette mesi.

La sera dell'antivigilia di Natale del 1961, Mesina fece il salto di qualità nella sua attività criminale: in un bar di Orgosolo ferì a colpi di pistola un pastore che avrebbe accusato la sua famiglia del sequestro e dell'assassinio di un possidente locale, Pietrino Crasta.

Questa volta l'accusa fu di tentato omicidio e Grazianeddu venne condannato a 16 anni. Inizia a questo punto la leggenda del bandito, fra evasioni spericolate, persino da un treno durante un trasferimento, latitanza e sequestri di persona.

Meno di sette anni dopo, il 26 marzo del 1968 una pattuglia della stradale fermò un'auto durante un normale controllo e Mesina, che aveva detto di chiamarsi Carta, venne riconosciuto e arrestato.


Nel 1973 due tentativi di fuga, da Volterra prima e Regina Coeli. L'evasione gli riuscì nel 1976 dal carcere di Lecce. Insieme a lui c'era un terrorista dei Nap, Martino Zichitella. La latitanza di Mesina durò un anno circa, fin quando venne arrestato in Trentino.

Nel 1992 tornò in Sardegna, secondo più fonti per occuparsi del sequestro del piccolo Farouk Kassam, una vicenda segnata dalle polemiche sul riscatto e sul ruolo che avrebbe avuto proprio Mesina. L'anno dopo per Mesina si riaprirono le porte del carcere, dopo il ritrovamento di armi nel cascinale nell'astigiano dove viveva.

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Fonte: www.filibertoputzu.it
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