Da redazione del 19/03/2007
Il prestigioso quotidiano inglese The Indipendent chiede scusa ai propri lettori. La droga, ogni droga fa male e promuoverne mediaticamente la legalizzazione è stato un errore grave
Ma il boss non ha paura
Il clamoroso articolo d’oltre manica a Casa Nostra però sembra non scalfire il fronte di chi vuole legalizzare “la maria”. E Cosa Nostra tira un respiro di sollievo
di Roberto Bortone
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“Purtroppo ci siamo. Questi però uno più uno non lo sapranno fare! Dai, non è detta l’ultima parola Pasquà!”.
No, non è l’ennesima intercettazione telefonica, state tranquilli. Non è nemmeno un pizzino od una frase in codice. E’ solo quello che probabilmente qualche intelligente camorrista, laureato in economia e commercio, con il padre ex-boss in carcere, sta oggi pensando e confidando al suo segretario particolare. E’ il 18 marzo, sono le 8 del mattino in punto. La giovane promessa della criminalità dal colletto bianco ha appena finito di leggere un giornale inglese che si chiama The Indipendent. Glielo ha portato di corsa Pasquale. Pure lui ormai, dopo anni ed anni di “permanenza” all’estero l’inglese lo mastica benino, e si è subito reso conto che al suo capo quel giornale poteva interessare. In prima pagina c’è un titolo esplosivo: “Cannabis, chiediamo scusa. Nel 1997 questo giornale aveva lanciato una campagna per depenalizzare la droga. Se solo avessimo potuto sapere quello che vi stiamo rivelando oggi…”. “Questi sono pazzi!! Ci vogliono rovinare!” aveva esclamato il giovane boss in un primo momento leggendo quelle pagine di stampa inglese. Ma poi accendendosi una sigaretta, si era ricreduto, tranquillizzato. Forse si era ricordato delle parole di suo padre e di quell’occhiolino sfuggente lanciatogli mentre lo stavano portando in cella, per sempre. “Stai tranquillo che questi uno più uno non lo sanno e non lo vogliono fare”. Già, chi ci ha provato in fondo è stato barbaramente ammazzato. Torniamo però al nostro articolo e al nostro boss. Che diavolo dice l’Indipendent? Mica si saranno fatti un mega cannone in redazione? Ebbene no. Dalla lucidità di quando riportato sembra abbiano definitivamente smesso. L’articolo, anzi la serie di articoli, semplicemente riconoscono che decenni di lotta mediatica spesi per aprire ed allargare il fronte della legalizzazione delle droghe in Gran Bretagna sono stati decenni buttati. Anzi spesi male, al servizio della criminalità organizzata e della società di psichiatria. La prima ha visto allargato il suo mercato del 500% grazie allo scivolamento sociale che la campagna mediatica e politica ha provocato in una larga fascia di giovani e giovanissimi. La seconda ha conosciuto un incremento mostruoso dei casi di schizofrenia legata all’utilizzo della cannabis. Tra chi? Sempre tra i giovani, state tranquilli. Un esercito di dipendenti, che è passato da 5000 persone nel 2005 ai 13.000 del 2006! Potere della televisione, del passaparola, dell’Indipendent e dello skunk. La micidiale droga introdotta negli ultimi anni in mezza Europa dalle organizzazioni criminali. Inutile specificarvi il made in Italy dei meticolosi commercianti senza frontiere.
E quindi? Perché il boss non ha più paura che qualcuno ponga fine ai suoi lucrosi traffici una volta per sempre? Se un giornale di sinistra, autorevole e ascoltato come il The Indipendent arriva a chiedere scusa ai propri lettori, significa che la Gran Bretagna intera è sull’orlo di prendere una decisione drastica e tremenda per le organizzazioni criminali: chiudere con ogni specie di droga, sintetica, leggera, pesante, evitando ogni scappatoia, ogni deriva: fa male, poco, tanto, a volte, solo ad alcuni, ognuno deve essere libero di scegliere e balle simili. No, la droga, ogni droga fa male e ingrassa sempre e comunque la criminalità organizzata. Uno Stato che si definisca minimamente democratico non può né produrre, né controllare la vendita di qualsivoglia stupefacente, tanto meno permettere che qualcuno lo faccia al suo posto. Ponendo fine a questo infausto dibattito chiamato legalizzazione si aprirebbe finalmente, concretamente, la prima possibilità reale di vincere la criminalità su un fronte sempre aperto, la prima linea dello spaccio di droga, fonte di immensi capitali che continuamente vengono riciclati e reinvestiti in attività legali. Abbiamo scoperto l’acqua calda? Sembrerebbe di no, a vedere quanto poco questa clamorosa presa di posizione della stampa britannica, abbia influito e stia influendo sul dibattito nostrano in tema di droghe e criminalità. Uno più uno. In Italia non sempre fa due. Stai tranquillo giovane boss, al massimo la vendi tutta giù da noi la tua sporca roba.
No, non è l’ennesima intercettazione telefonica, state tranquilli. Non è nemmeno un pizzino od una frase in codice. E’ solo quello che probabilmente qualche intelligente camorrista, laureato in economia e commercio, con il padre ex-boss in carcere, sta oggi pensando e confidando al suo segretario particolare. E’ il 18 marzo, sono le 8 del mattino in punto. La giovane promessa della criminalità dal colletto bianco ha appena finito di leggere un giornale inglese che si chiama The Indipendent. Glielo ha portato di corsa Pasquale. Pure lui ormai, dopo anni ed anni di “permanenza” all’estero l’inglese lo mastica benino, e si è subito reso conto che al suo capo quel giornale poteva interessare. In prima pagina c’è un titolo esplosivo: “Cannabis, chiediamo scusa. Nel 1997 questo giornale aveva lanciato una campagna per depenalizzare la droga. Se solo avessimo potuto sapere quello che vi stiamo rivelando oggi…”. “Questi sono pazzi!! Ci vogliono rovinare!” aveva esclamato il giovane boss in un primo momento leggendo quelle pagine di stampa inglese. Ma poi accendendosi una sigaretta, si era ricreduto, tranquillizzato. Forse si era ricordato delle parole di suo padre e di quell’occhiolino sfuggente lanciatogli mentre lo stavano portando in cella, per sempre. “Stai tranquillo che questi uno più uno non lo sanno e non lo vogliono fare”. Già, chi ci ha provato in fondo è stato barbaramente ammazzato. Torniamo però al nostro articolo e al nostro boss. Che diavolo dice l’Indipendent? Mica si saranno fatti un mega cannone in redazione? Ebbene no. Dalla lucidità di quando riportato sembra abbiano definitivamente smesso. L’articolo, anzi la serie di articoli, semplicemente riconoscono che decenni di lotta mediatica spesi per aprire ed allargare il fronte della legalizzazione delle droghe in Gran Bretagna sono stati decenni buttati. Anzi spesi male, al servizio della criminalità organizzata e della società di psichiatria. La prima ha visto allargato il suo mercato del 500% grazie allo scivolamento sociale che la campagna mediatica e politica ha provocato in una larga fascia di giovani e giovanissimi. La seconda ha conosciuto un incremento mostruoso dei casi di schizofrenia legata all’utilizzo della cannabis. Tra chi? Sempre tra i giovani, state tranquilli. Un esercito di dipendenti, che è passato da 5000 persone nel 2005 ai 13.000 del 2006! Potere della televisione, del passaparola, dell’Indipendent e dello skunk. La micidiale droga introdotta negli ultimi anni in mezza Europa dalle organizzazioni criminali. Inutile specificarvi il made in Italy dei meticolosi commercianti senza frontiere.
E quindi? Perché il boss non ha più paura che qualcuno ponga fine ai suoi lucrosi traffici una volta per sempre? Se un giornale di sinistra, autorevole e ascoltato come il The Indipendent arriva a chiedere scusa ai propri lettori, significa che la Gran Bretagna intera è sull’orlo di prendere una decisione drastica e tremenda per le organizzazioni criminali: chiudere con ogni specie di droga, sintetica, leggera, pesante, evitando ogni scappatoia, ogni deriva: fa male, poco, tanto, a volte, solo ad alcuni, ognuno deve essere libero di scegliere e balle simili. No, la droga, ogni droga fa male e ingrassa sempre e comunque la criminalità organizzata. Uno Stato che si definisca minimamente democratico non può né produrre, né controllare la vendita di qualsivoglia stupefacente, tanto meno permettere che qualcuno lo faccia al suo posto. Ponendo fine a questo infausto dibattito chiamato legalizzazione si aprirebbe finalmente, concretamente, la prima possibilità reale di vincere la criminalità su un fronte sempre aperto, la prima linea dello spaccio di droga, fonte di immensi capitali che continuamente vengono riciclati e reinvestiti in attività legali. Abbiamo scoperto l’acqua calda? Sembrerebbe di no, a vedere quanto poco questa clamorosa presa di posizione della stampa britannica, abbia influito e stia influendo sul dibattito nostrano in tema di droghe e criminalità. Uno più uno. In Italia non sempre fa due. Stai tranquillo giovane boss, al massimo la vendi tutta giù da noi la tua sporca roba.
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