Da La Repubblica del 23/09/2007
Su indicazioni di un pentito riesumato in un cimitero vicino Catanzaro il corpo di un pregiudicato. Resta il mistero sulla scomparsa del giornalista: accanto ai resti anche un lungo coltello a serrama
Giallo De Mauro: nella fossa due teschi. "E' possibile che ci siano i resti del giornalista"
di AA.VV.
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CATANZARO - Due teschi e ossa di altre persone in una tomba nel piccolo cimitero di Conflenti, nel Catanzarese, infittiscono il caso della scomparsa di Mauro De Mauro, 37 anni fa. In quello che ora comincia ad apparire un cimitero usato dalla 'ndrangheta per far scomparire i morti scomodi, è stata riesumata stamattina la salma di un pregiudicato ucciso e sepolto all'epoca della sparizione del cronista de L'Ora di Palermo. La Direzione distrettuale antimafia ha voluto verificare le indicazioni di un pentito, e il caso è riaperto. Domani saranno riesumate altre due salme sulla cui lapide non è inciso alcun nome.
Il cadavere sotterrato fu identificato all'epoca per quello di Salvatore Belvedere, un pregiudicato di Lamezia Terme. Secondo il pentito di mafia Massimo De Stefano, un tempo affiliato alla cosca Torcasio, quello sarebbe stato invece il corpo del giornalista.
Il collaboratore ha riferito del piano che sarebbe stato organizzato nel 1971 per fare credere morto Belvedere, esponente di spicco della 'ndrangheta, evasonel 1970 dal carcere di Lamezia Terme insieme ad altri tre pregiudicati. Il suo scopo era quello di potersi allontanare dalla Calabria e rifugiarsi in Corsica, dove si sarebbe rifatto una nuova vita. Ed al suo posto, nel cimitero di Conflenti, sempre secondo il racconto del pentito, sarebbe stato sepolto proprio Mauro De Mauro.
Ma i necrofori oggi hanno trovato i resti di più persone nella fossa del cimitero. Oltre ad una bara, c'erano due teschi e anche un lungo coltello a serramanico, forse interrato accanto ai cadaveri secondo il rituale della vecchia 'ndrangheta.
Per chiarire se quei resti sono appartenuti al giornalista, servirà una comparazione del Dna, ma i medici hanno messo le mani avanti: "Serviranno sessanta giorni ma il buon esito dell'esame - ha detto il professor Giulio Di Mizio, il medico legale incaricato di effettuare l'esame - dipende dalle condizioni in cui si trovano le ossa. Per questo non abbiamo la certezza che l'esame possa andare a buon fine".
Gli inquirenti sono più ottimisti e parlano di "ipotesi credibile": "Che Mauro De Mauro sia sepolto a Conflenti - ha detto il dirigente della squadra mobile di Catanzaro Francesco Rattà - è credibile perchè l'ipotesi è fondata su ipotesi investigative attendibili. Certezze, comunque, non possiamo averne".
"Andremo avanti nelle indagini", spiega il capo della Mobile. "Procedendo un passo per volta. Comunque, prendiamo in seria considerazione la testimonianza di Salvatore Mirante, il poliziotto in pensione che ha raccolto nei primi anni '90 la confidenza del collaborare di giustizia. A quei tempi la polizia giudiziaria non aveva ancora a disposizione i mezzi tecnici per svolgere seri accertamenti. Oggi abbiamo l'esame del Dna e possiamo valutare con maggiore sicurezza se l'informazione è vera".
Il cadavere sotterrato fu identificato all'epoca per quello di Salvatore Belvedere, un pregiudicato di Lamezia Terme. Secondo il pentito di mafia Massimo De Stefano, un tempo affiliato alla cosca Torcasio, quello sarebbe stato invece il corpo del giornalista.
Il collaboratore ha riferito del piano che sarebbe stato organizzato nel 1971 per fare credere morto Belvedere, esponente di spicco della 'ndrangheta, evasonel 1970 dal carcere di Lamezia Terme insieme ad altri tre pregiudicati. Il suo scopo era quello di potersi allontanare dalla Calabria e rifugiarsi in Corsica, dove si sarebbe rifatto una nuova vita. Ed al suo posto, nel cimitero di Conflenti, sempre secondo il racconto del pentito, sarebbe stato sepolto proprio Mauro De Mauro.
Ma i necrofori oggi hanno trovato i resti di più persone nella fossa del cimitero. Oltre ad una bara, c'erano due teschi e anche un lungo coltello a serramanico, forse interrato accanto ai cadaveri secondo il rituale della vecchia 'ndrangheta.
Per chiarire se quei resti sono appartenuti al giornalista, servirà una comparazione del Dna, ma i medici hanno messo le mani avanti: "Serviranno sessanta giorni ma il buon esito dell'esame - ha detto il professor Giulio Di Mizio, il medico legale incaricato di effettuare l'esame - dipende dalle condizioni in cui si trovano le ossa. Per questo non abbiamo la certezza che l'esame possa andare a buon fine".
Gli inquirenti sono più ottimisti e parlano di "ipotesi credibile": "Che Mauro De Mauro sia sepolto a Conflenti - ha detto il dirigente della squadra mobile di Catanzaro Francesco Rattà - è credibile perchè l'ipotesi è fondata su ipotesi investigative attendibili. Certezze, comunque, non possiamo averne".
"Andremo avanti nelle indagini", spiega il capo della Mobile. "Procedendo un passo per volta. Comunque, prendiamo in seria considerazione la testimonianza di Salvatore Mirante, il poliziotto in pensione che ha raccolto nei primi anni '90 la confidenza del collaborare di giustizia. A quei tempi la polizia giudiziaria non aveva ancora a disposizione i mezzi tecnici per svolgere seri accertamenti. Oggi abbiamo l'esame del Dna e possiamo valutare con maggiore sicurezza se l'informazione è vera".
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