Da La Repubblica del 03/04/2008
Originale su http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/esteri/battisti-estradizione/...
L'ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo era scappato dalla Francia nel 2004 ed era stato rintracciato il 18 marzo del 2007
Il Brasile dà l'ok all'estradizione. Cesare Battisti tornerà in Italia
Il procuratore generale della Repubblica Souza si dichiara favorevole a una condizione: Convertire l'ergastolo in una pena di 30 anni, massimo previsto dalla legge carioca
di AA.VV.
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BRASILIA - L'estradizione di Cesare Battisti non è più un'ipotesi ma una realtà. L'ex membro dei Proletari Armati per il Comunismo, espatriato prima in Francia, poi in Brasile, dove è stato arrestato nel marzo del 2007, rientrerà presto in Italia.
A comunicarlo il procuratore generale della Repubblica brasiliano, Antonio Fernando Souza, che ha dato parere favorevole al rimpatrio, a condizione però che che l'Italia si impegni a convertire l'ergastolo in una pena di 30 anni, il massimo previsto dalla legge brasiliana. La decisione finale spetta ora al Supremo Tribunale Federale, la Corte Costituzionale brasiliana.
"Anche se avevano una certa connotazione politica, i delitti per i quali Cesare Battisti è stato condannato non avevano come sfondo, per esempio, una manifestazione di protesta o una ribellione - interviene Souza in merito alla decisione presa - Le vittime erano civili e autorità che in quel momento erano da considerarsi indifese. Anche se sono stati eseguiti da membri di una fazione politica, sono pur sempre assassinii generati dal disprezzo per la vita umana".
Battisti, dopo l'evasione dal carcere di Frosinone, si era rifugiato in Francia negli anni 80 grazie alla cosiddetta dottrina Mitterrand, che garantiva asilo agli ex terroristi che annunciavano l'addio alla lotta armata. Negli anni da rifugiato è diventato un apprezzato scrittore di gialli. La gauche francese si è espressa più di una volta in suo favore contro la richiesta di estradizione avanzata dal governo italiano, accusando l'esecutivo francese di venire meno alla promessa dell'allora presidente Francois Mitterrand.
Il 30 giugno del 2004, la Corte d'appello di Parigi aveva dato parere favorevole all'estradizione di Battisti in Italia dove l'uomo, oggi cinquantacinquenne, deve scontare un ergastolo per l'omicidio del gioielliere Torreggiani. Poco dopo il presidente francese Jacques Chirac aveva fatto sapere che avrebbe dato il via libera all'estradizione nel caso in cui il ricorso in Cassazione presentato dai legali di Battisti fosse stato respinto. A quel punto, Battisti era fuggito in Brasile.
Ma la polizia francese non ha più abbandonato le sue tracce. Il 18 marzo dell'anno scorso Battisti, grazie anche a una donna che gli aveva portato dei soldi e che era stata seguita da agenti francesi, è stato catturato in un albergo di Copacabana a Rio de Janeiro.
A comunicarlo il procuratore generale della Repubblica brasiliano, Antonio Fernando Souza, che ha dato parere favorevole al rimpatrio, a condizione però che che l'Italia si impegni a convertire l'ergastolo in una pena di 30 anni, il massimo previsto dalla legge brasiliana. La decisione finale spetta ora al Supremo Tribunale Federale, la Corte Costituzionale brasiliana.
"Anche se avevano una certa connotazione politica, i delitti per i quali Cesare Battisti è stato condannato non avevano come sfondo, per esempio, una manifestazione di protesta o una ribellione - interviene Souza in merito alla decisione presa - Le vittime erano civili e autorità che in quel momento erano da considerarsi indifese. Anche se sono stati eseguiti da membri di una fazione politica, sono pur sempre assassinii generati dal disprezzo per la vita umana".
Battisti, dopo l'evasione dal carcere di Frosinone, si era rifugiato in Francia negli anni 80 grazie alla cosiddetta dottrina Mitterrand, che garantiva asilo agli ex terroristi che annunciavano l'addio alla lotta armata. Negli anni da rifugiato è diventato un apprezzato scrittore di gialli. La gauche francese si è espressa più di una volta in suo favore contro la richiesta di estradizione avanzata dal governo italiano, accusando l'esecutivo francese di venire meno alla promessa dell'allora presidente Francois Mitterrand.
Il 30 giugno del 2004, la Corte d'appello di Parigi aveva dato parere favorevole all'estradizione di Battisti in Italia dove l'uomo, oggi cinquantacinquenne, deve scontare un ergastolo per l'omicidio del gioielliere Torreggiani. Poco dopo il presidente francese Jacques Chirac aveva fatto sapere che avrebbe dato il via libera all'estradizione nel caso in cui il ricorso in Cassazione presentato dai legali di Battisti fosse stato respinto. A quel punto, Battisti era fuggito in Brasile.
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