I contatti dell'onorevole Cazora

Documento aggiornato al 25/02/2004
Tra i tentativi per stabilire un contatto con i rapitori dell'onorevole Moro anche attraverso criminali comuni ed esponenti della malavita, va ricordato quello che ha visto impegnato l'onorevole Cazora. Questi, sollecitato alcuni giorni dopo il sequestro dalla telefonata di uno sconosciuto che gli prometteva notizie utili alle indagini sul sequestro dell'onorevole Moro, si incontrava con l'autore della telefonata, che lo assicurava di voler collaborare per fini umanitari; a questo scopo gli avrebbe presentato un calabrese che aveva la possibilità di adoperarsi concretamente per salvare la vita di Moro. Lo stesso giorno l'onorevole Benito Cazora si incontrava con il calabrese, il quale si presentava come "Rocco" ed asseriva di poter contattare elementi della malavita milanese attraverso i quali si potevano attingere notizie utili sul sequestro e sulla prigione di Moro. Per fare questo il calabrese - che era venuto meno agli obblighi del confino - aveva bisogno di circolare liberamente senza il rischio di essere arrestato. Come contropartita, in caso di esito positivo, chiedeva solo che venisse regolata la sua posizione con la giustizia.
L'onorevole Cazora consultava alcuni funzionari del Ministero dell'interno, che però davano risposta negativa. Il calabrese si dichiarava disposto a collaborare lo stesso, ed indicava il nome di un detenuto di Rebibbia tale Barone - che era stato in contatto con Sante Notarnicola.
L'onorevole Cazora incontrava Barone a Rebibbia, e questi gli indicava una serie di persone alle quali rivolgersi. Cazora si rendeva allora conto della inutilità delle notizie ricevute in quanto, a suo avviso, le persone indicate non sarebbero state disposte a collaborare. Si rifiutò quindi di rispondere a successive telefonate del calabrese.
Gli rispose tuttavia il 6 maggio, e prese appuntamento per il giorno successivo. Nel luogo dell'appuntamento trovava altra persona sconosciuta, che gli espresse il rammarico per non aver potuto far niente per salvare la vita di Moro. Alla domanda di Cazora, tuttavia, lo sconosciuto indicò una serie di luoghi nei quali poteva trovarsi la prigione di Moro. La mattina dell'8 maggio, alla presenza del sottosegretario Lettieri, l'onorevole Cazora portò le indicazioni al Questore di Roma; ma non venne trovato nulla di consistente in quelle località.
Negli ultimi contatti con il calabrese, questi affermò, tra l'altro, che alcuni rappresentanti del PSI si erano messi in contatto con elementi di sua conoscenza per ottenerne la collaborazione per la liberazione del sequestrato.
Anche il dottor Freato ha fatto riferimento all'iniziativa dell'onorevole Cazora. Egli gli fece incontrare una persona la quale affermava che si sarebbero potute acquisire informazioni da alcuni detenuti, che però dovevano essere trasferiti. Furono interessati al provvedimento il Ministro Bonifacio e il sottosegretario Dell'Andro; ma sopravvenne il tragico epilogo, e non se ne fece più niente.
Tenuto conto che l'interessamento dell'onorevole Cazora si riferisce a circostanze tutte vagliate dagli inquirenti, e che le iniziative di esponenti del partito socialista sono state approfondite con la diretta collaborazione degli interessati, la Commissione non ha ritenuto necessario ascoltare l'onorevole Cazora.
 
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