11. I sospetti sulla Cecoslovacchia
Documento aggiornato al 27/12/2004
La Commissione ha dedicato grande attenzione al possibile ruolo che, secondo voci correnti, avrebbe svolto la Cecoslovacchia.
Secondo notizie raccolte dai servizi di sicurezza italiani i gruppi dell'Autonomia organizzata avrebbero ricevuto nel 1978 un contributo di lire 70 milioni dall'industria cecoslovacca Skoda. Pare, però, probabile che tale finanziamento sia stato effettuato da un concessionario italiano della ditta cecoslovacca. Non si è riusciti però ad avere dai servizi, che tale notizia avevano raccolto, notizie più precise al riguardo.
Per quanto riguarda la presenza in Cecoslovacchia di un rilevante numero di italiani che avrebbero partecipato, secondo i servizi, a corsi di imprecisata natura, va tenuto conto che in quegli anni, stanti i buoni rapporti allora esistenti tra i partiti comunisti italiano e cecoslovacco ' molti militanti del PCI parteciparono presso scuole di partito a corsi sulla storia del movimento operaio, di economia politica etc. Pure in Cecoslovacchia si rifugiarono in quegli anni cittadini italiani perseguiti per reati commessi durante la Resistenza. Conseguentemente i dati forniti dai nostri servizi al riguardo appaiono privi di interesse ai fini perseguiti dalla Commissione.
Preoccupazione destano invece le visite effettuate in Cecoslovacchia da Giangiacomo Feltrinelli, che nel 1971 si recò a Praga tre volte: dal 14 al 16 febbraio, dal 30 maggio al I' giugno, dal 30 luglio al 4 agosto. Nel secondo e nel terzo viaggio egli utilizzò un passaporto falso. Scopo del primo viaggio fu, invece, quello di accompagnare Augusto Viel, allora ricercato per omicidio, il quale ha dichiarato ai giudici di aver soggiornato in un villino dove erano altri ospiti. Viel fu poi riaccompagnato da Feltrinelli a Milano, da dove avrebbe dovuto successivamente essere trasferito in Africa.
Anche Alberto Franceschini e Fabrizio Pelli hanno soggiornato in Cecoslovacchia, ma prima della loro adesione alle BR.
Savasta ha escluso categoricamente ogni partecipazione di brigatisti italiani a campi di addestramento in Cecoslovacchia, ma ha aggiunto che alcuni brigatisti, prima di militare nell'organizzazione terroristica, collaboravano con Radio Praga per le trasmissioni in lingua italiana e, a tal fine, avevano soggiornato in Cecoslovacchia.
Quanto al campo di Karlovy Vary in Cecoslovacchia, non sono stati acquisiti riscontri apprezzabili.
E' emerso soltanto che giovani libici che frequenterebbero corsi di addestramento di tipo militare nelle città di Brno e Gottwaldow durante i fine settimana sarebbero stati notati in compagnia anche di qualche giovane non identificato che si sarebbe espresso in lingua italiana.
La notizia recentemente riportata dalla stampa, secondo la quale nel 1978 sarebbe stata rinvenuta in un covo BR la chiave di un appartamento di Praga, è stata smentita dal SISDE. Concludendo, è tutto al più ipotizzabile che il gruppo Feltrinelli abbia goduto di qualche aiuto da parte delle autorità cecoslovacche. Poiché invece nessun rapporto è emerso per quanto riguarda le BR e Prima Linea, non trova riscontro l'ipotesi secondo la quale la Cecoslovacchia abbia, successivamente allo scioglimento dei gruppo Feltrinelli, mantenuto rapporti con elementi del terrorismo italiano.
L'onorevole Andreotti, Presidente del Consiglio all'epoca dei fatti di via Fani, ha ricordato come negli anni immediatamente successivi alla fine della guerra i servizi informativi riferirono frequentemente di centri di addestramento in territori dell'Est europeo ma che successivamente tali preoccupazioni cessarono.
A tal proposito va però rilevato che per quanto riguarda gli anni dell'immediato dopoguerra si è probabilmente trattato dei corsi di preparazione politica ai quali si è in precedenza accennato.
Secondo notizie raccolte dai servizi di sicurezza italiani i gruppi dell'Autonomia organizzata avrebbero ricevuto nel 1978 un contributo di lire 70 milioni dall'industria cecoslovacca Skoda. Pare, però, probabile che tale finanziamento sia stato effettuato da un concessionario italiano della ditta cecoslovacca. Non si è riusciti però ad avere dai servizi, che tale notizia avevano raccolto, notizie più precise al riguardo.
Per quanto riguarda la presenza in Cecoslovacchia di un rilevante numero di italiani che avrebbero partecipato, secondo i servizi, a corsi di imprecisata natura, va tenuto conto che in quegli anni, stanti i buoni rapporti allora esistenti tra i partiti comunisti italiano e cecoslovacco ' molti militanti del PCI parteciparono presso scuole di partito a corsi sulla storia del movimento operaio, di economia politica etc. Pure in Cecoslovacchia si rifugiarono in quegli anni cittadini italiani perseguiti per reati commessi durante la Resistenza. Conseguentemente i dati forniti dai nostri servizi al riguardo appaiono privi di interesse ai fini perseguiti dalla Commissione.
Preoccupazione destano invece le visite effettuate in Cecoslovacchia da Giangiacomo Feltrinelli, che nel 1971 si recò a Praga tre volte: dal 14 al 16 febbraio, dal 30 maggio al I' giugno, dal 30 luglio al 4 agosto. Nel secondo e nel terzo viaggio egli utilizzò un passaporto falso. Scopo del primo viaggio fu, invece, quello di accompagnare Augusto Viel, allora ricercato per omicidio, il quale ha dichiarato ai giudici di aver soggiornato in un villino dove erano altri ospiti. Viel fu poi riaccompagnato da Feltrinelli a Milano, da dove avrebbe dovuto successivamente essere trasferito in Africa.
Anche Alberto Franceschini e Fabrizio Pelli hanno soggiornato in Cecoslovacchia, ma prima della loro adesione alle BR.
Savasta ha escluso categoricamente ogni partecipazione di brigatisti italiani a campi di addestramento in Cecoslovacchia, ma ha aggiunto che alcuni brigatisti, prima di militare nell'organizzazione terroristica, collaboravano con Radio Praga per le trasmissioni in lingua italiana e, a tal fine, avevano soggiornato in Cecoslovacchia.
Quanto al campo di Karlovy Vary in Cecoslovacchia, non sono stati acquisiti riscontri apprezzabili.
E' emerso soltanto che giovani libici che frequenterebbero corsi di addestramento di tipo militare nelle città di Brno e Gottwaldow durante i fine settimana sarebbero stati notati in compagnia anche di qualche giovane non identificato che si sarebbe espresso in lingua italiana.
La notizia recentemente riportata dalla stampa, secondo la quale nel 1978 sarebbe stata rinvenuta in un covo BR la chiave di un appartamento di Praga, è stata smentita dal SISDE. Concludendo, è tutto al più ipotizzabile che il gruppo Feltrinelli abbia goduto di qualche aiuto da parte delle autorità cecoslovacche. Poiché invece nessun rapporto è emerso per quanto riguarda le BR e Prima Linea, non trova riscontro l'ipotesi secondo la quale la Cecoslovacchia abbia, successivamente allo scioglimento dei gruppo Feltrinelli, mantenuto rapporti con elementi del terrorismo italiano.
L'onorevole Andreotti, Presidente del Consiglio all'epoca dei fatti di via Fani, ha ricordato come negli anni immediatamente successivi alla fine della guerra i servizi informativi riferirono frequentemente di centri di addestramento in territori dell'Est europeo ma che successivamente tali preoccupazioni cessarono.
A tal proposito va però rilevato che per quanto riguarda gli anni dell'immediato dopoguerra si è probabilmente trattato dei corsi di preparazione politica ai quali si è in precedenza accennato.