9. La ricerca di possibili intermediari
Documento aggiornato al 27/12/2004
L'onorevole Signorile, vice segretario del PSI, che, come ricordato nel capitolo VIII, già a metà aprile si era incontrato con Franco Piperno, in casa del direttore dell'Espresso Livio Zanetti, presente il giornalista Mario Scialoja, tornò ad incontrare l'esponente di Autonomia il 5 maggio.
L'onorevole Signorile ha spiegato quegli incontri con la necessità di approfondire lo studio dei messaggi e della condotta delle BR con una persona che, per il particolare tipo di cultura e per la dimestichezza con gli ambienti estremisti e con il loro linguaggio, potesse meglio capire le reali intenzioni delle BR.
Piperno - ha dichiarato alla Commissione l'onorevole Signorile - con la logica tipica della sinistra extraparlamentare, tendeva ad identificare la DC con lo Stato e con il Governo e, partendo da questa premessa, riteneva che fosse necessario l'intervento di un autorevole esponente della DC che significasse, di fatto, una trattativa con le BR e, quindi, un riconoscimento delle BR stesse. Appariva perciò chiaro che non poteva essere il PSI l'interlocutore di una qualsiasi trattativa.
Il PSI doveva intervenire nei confronti della DC per ottenere che essa si impegnasse in questo senso. Nell'incontro del 5 maggio, Piperno espresse anche l'avviso che si era ormai ai tempi stretti e che si dovesse quindi intervenire con la massima urgenza. Così, il giorno successivo, l'onorevole Signorile chiese ed ottenne un incontro con il senatore Fanfani.
L'onorevole Signorile ha sottolineato come, all'epoca, nessuna imputazione e nessun sospetto gravavano su Pipemo ed ha affermato che neppure la successiva pubblicazione su "Metropoli" del famoso fumetto che raffigurava anche il colloquio Signorile-Fanfani, fino ad allora rimasto segreto, lo indusse a sospettare il vero ruolo di Piperno.
Come si è accennato, il 6 maggio l'onorevole Craxi incontrava, per iniziativa del senatore Landolfi, Lanfranco Pace, di cui il parlamentare socialista era da tempo amico. Sembra poco credibile che l'incontro tra il senatore Landolfi e l'ingegner Pace, che fu all'origine del successivo incontro tra quest'ultimo e l'onorevole Craxi, sia stato del tutto casuale, come il senatore Landolfi ha affermato. Né il parlamentare socialista ha dato una spiegazione convincente del motivo che lo indusse a provocare l'incontro con il segretario del suo partito e che non sarebbe stato - nella versione dei fatti da lui fornita - quello di utilizzare Pace per contattare le BR.
Anche Pace insistette con l'onorevole Craxi sulla necessità di esercitare maggiori pressioni per ottenere un'iniziativa della DC; spiegò che il gerundio "eseguendo" contenuto nel comunicato delle BR non significava "avendo eseguito"; dichiarò che i tempi erano tuttavia ristrettissimi. Chiese all'onorevole Craxi quale fosse l'orientamento del senatore Fanfani e se questi fosse quindi disponibile per un'iniziativa. Il segretario del PSI, come già ricordato, affidò al suo interlocutore il messaggio in codice "misura per misura".
L'onorevole Signorile ha spiegato quegli incontri con la necessità di approfondire lo studio dei messaggi e della condotta delle BR con una persona che, per il particolare tipo di cultura e per la dimestichezza con gli ambienti estremisti e con il loro linguaggio, potesse meglio capire le reali intenzioni delle BR.
Piperno - ha dichiarato alla Commissione l'onorevole Signorile - con la logica tipica della sinistra extraparlamentare, tendeva ad identificare la DC con lo Stato e con il Governo e, partendo da questa premessa, riteneva che fosse necessario l'intervento di un autorevole esponente della DC che significasse, di fatto, una trattativa con le BR e, quindi, un riconoscimento delle BR stesse. Appariva perciò chiaro che non poteva essere il PSI l'interlocutore di una qualsiasi trattativa.
Il PSI doveva intervenire nei confronti della DC per ottenere che essa si impegnasse in questo senso. Nell'incontro del 5 maggio, Piperno espresse anche l'avviso che si era ormai ai tempi stretti e che si dovesse quindi intervenire con la massima urgenza. Così, il giorno successivo, l'onorevole Signorile chiese ed ottenne un incontro con il senatore Fanfani.
L'onorevole Signorile ha sottolineato come, all'epoca, nessuna imputazione e nessun sospetto gravavano su Pipemo ed ha affermato che neppure la successiva pubblicazione su "Metropoli" del famoso fumetto che raffigurava anche il colloquio Signorile-Fanfani, fino ad allora rimasto segreto, lo indusse a sospettare il vero ruolo di Piperno.
Come si è accennato, il 6 maggio l'onorevole Craxi incontrava, per iniziativa del senatore Landolfi, Lanfranco Pace, di cui il parlamentare socialista era da tempo amico. Sembra poco credibile che l'incontro tra il senatore Landolfi e l'ingegner Pace, che fu all'origine del successivo incontro tra quest'ultimo e l'onorevole Craxi, sia stato del tutto casuale, come il senatore Landolfi ha affermato. Né il parlamentare socialista ha dato una spiegazione convincente del motivo che lo indusse a provocare l'incontro con il segretario del suo partito e che non sarebbe stato - nella versione dei fatti da lui fornita - quello di utilizzare Pace per contattare le BR.
Anche Pace insistette con l'onorevole Craxi sulla necessità di esercitare maggiori pressioni per ottenere un'iniziativa della DC; spiegò che il gerundio "eseguendo" contenuto nel comunicato delle BR non significava "avendo eseguito"; dichiarò che i tempi erano tuttavia ristrettissimi. Chiese all'onorevole Craxi quale fosse l'orientamento del senatore Fanfani e se questi fosse quindi disponibile per un'iniziativa. Il segretario del PSI, come già ricordato, affidò al suo interlocutore il messaggio in codice "misura per misura".