10. Gli ultimi tentativi
Documento aggiornato al 27/12/2004
Il 6 maggio l'onorevole Signorile si recò dal senatore Fanfani, Presidente del Senato ed altresì autorevole esponente della DC. Secondo Signorile, questi, in colloqui privati, aveva palesato nei confronti della posizione socialista un atteggiamento di comprensione che, senza discostarsi dalle posizioni ufficiali della DC, poteva tuttavia determinare all'interno di essa effetti utili ai fini dell'iniziativa che i socialisti sollecitavano. Signorile, gli riferì perciò che, a quanto gli risultava da contatti avuti - egli non fece il nome di Piperno, né Fanfani pose domande in proposito - esisteva una possibilità di effettuare uno scambio tra l'onorevole Moro ed un "prigioniero comunista".
Il senatore Fanfani fece presente che il problema riguardava le autorità competenti dello Stato, ma a queste egli non avrebbe mancato di riferire quanto era stato portato a sua conoscenza. L'onorevole Signorile ribadì che poteva essere di immediata utilità una pubblica dichiarazione di Fanfani che facesse intendere come la DC riduceva la propria opposizione ad una ipotesi di "scambio". Il senatore Fanfani replicò di non poter pregiudicare la libertà di decisione sia del Governo sia della DC, e l'onorevole Signorile non insistette, raccomandando comunque di fare qualcosa. Il senatore Fanfani pensò allora di sentire qualcuno dei membri del partito disponibili a fare una dichiarazione che potesse ottenere l'effetto di non far precipitare la situazione, ed a tal fine telefonò al Presidente del gruppo dei senatori DC, senatore Bartolomei, in quel giorno ad Arezzo.
La sera stessa, ed il giorno dopo, agenzie di stampa e giornali pubblicarono la dichiarazione del senatore Bartolomei. Questi dichiarò in un discorso a Montevarchi (1) che, per l'efficace difesa dell'ordinamento democratico, restava dovere indeclinabile rispettare in ogni caso la Costituzione e le leggi. Naturalmente, questo dovere non impediva la ricerca delle cose ancora possibili che risultassero utili a ridare la libertà all'onorevole Moro. In questo quadro la DC aveva sollecitato il Governo ad esaminare la praticabilità delle varie iniziative prospettate per la liberazione di Moro. Una presa di posizione del genere fu giudicata utile anche se, probabilmente, non sufficiente per ottenere l'auspicata dilazione dell'esecuzione dell'onorevole Moro.
Il Presidente Fanfani avvertì quindi la Presidenza della Repubblica della conversazione avuta con l'onorevole Signorile, dato che questi lo aveva informato che il professor Vassalli sarebbe stato in condizione di indicare qualche persona che poteva, nel rispetto della legge, essere eventualmente "scambiata" con l'onorevole Moro.
Domenica 7 maggio il professor Vassalli incontrò ancora il Presidente Leone per esaminare la posizione della Besuschio, e nella mattinata dell'8 maggio veniva presentata l'istanza di libertà provvisoria per Buonoconto.
La sera dell'8 maggio, l'onorevole Craxi manifestava al senatore Fanfani la sua viva preoccupazione che la situazione potesse precipitare. Ribadiva che, mentre auspicava l'approfondimento del problema giuridico dello scambio, fosse quanto mai utile, per non dire indifferibile, qualche manifestazione, pubblica di attenuato rigore da parte della DC. Il Presidente Fanfani gli fece presente che il giorno successivo si sarebbe riunita la direzione della DC e gli assicurò che, in quella sede, avrebbe invitato ad un approfondimento di una così grave questione. Pertanto chiedeva all'onorevole Craxi se gli risultava che l'onorevole Moro fosse ancora in vita e quegli convenne sull'opportunità di tale accertamento, pur senza fornire indicazioni sulle possibili fonti di informazione.
Il 9 maggio, mentre era in corso la seduta della Direzione DC, l'annuncio del ritrovamento del corpo senza vita dell'onorevole Moro troncava brutalmente ogni speranza e concludeva nella maniera più dolorosa la tragedia iniziata cinquantacinque giorni prima.
Il senatore Fanfani fece presente che il problema riguardava le autorità competenti dello Stato, ma a queste egli non avrebbe mancato di riferire quanto era stato portato a sua conoscenza. L'onorevole Signorile ribadì che poteva essere di immediata utilità una pubblica dichiarazione di Fanfani che facesse intendere come la DC riduceva la propria opposizione ad una ipotesi di "scambio". Il senatore Fanfani replicò di non poter pregiudicare la libertà di decisione sia del Governo sia della DC, e l'onorevole Signorile non insistette, raccomandando comunque di fare qualcosa. Il senatore Fanfani pensò allora di sentire qualcuno dei membri del partito disponibili a fare una dichiarazione che potesse ottenere l'effetto di non far precipitare la situazione, ed a tal fine telefonò al Presidente del gruppo dei senatori DC, senatore Bartolomei, in quel giorno ad Arezzo.
La sera stessa, ed il giorno dopo, agenzie di stampa e giornali pubblicarono la dichiarazione del senatore Bartolomei. Questi dichiarò in un discorso a Montevarchi (1) che, per l'efficace difesa dell'ordinamento democratico, restava dovere indeclinabile rispettare in ogni caso la Costituzione e le leggi. Naturalmente, questo dovere non impediva la ricerca delle cose ancora possibili che risultassero utili a ridare la libertà all'onorevole Moro. In questo quadro la DC aveva sollecitato il Governo ad esaminare la praticabilità delle varie iniziative prospettate per la liberazione di Moro. Una presa di posizione del genere fu giudicata utile anche se, probabilmente, non sufficiente per ottenere l'auspicata dilazione dell'esecuzione dell'onorevole Moro.
Il Presidente Fanfani avvertì quindi la Presidenza della Repubblica della conversazione avuta con l'onorevole Signorile, dato che questi lo aveva informato che il professor Vassalli sarebbe stato in condizione di indicare qualche persona che poteva, nel rispetto della legge, essere eventualmente "scambiata" con l'onorevole Moro.
Domenica 7 maggio il professor Vassalli incontrò ancora il Presidente Leone per esaminare la posizione della Besuschio, e nella mattinata dell'8 maggio veniva presentata l'istanza di libertà provvisoria per Buonoconto.
La sera dell'8 maggio, l'onorevole Craxi manifestava al senatore Fanfani la sua viva preoccupazione che la situazione potesse precipitare. Ribadiva che, mentre auspicava l'approfondimento del problema giuridico dello scambio, fosse quanto mai utile, per non dire indifferibile, qualche manifestazione, pubblica di attenuato rigore da parte della DC. Il Presidente Fanfani gli fece presente che il giorno successivo si sarebbe riunita la direzione della DC e gli assicurò che, in quella sede, avrebbe invitato ad un approfondimento di una così grave questione. Pertanto chiedeva all'onorevole Craxi se gli risultava che l'onorevole Moro fosse ancora in vita e quegli convenne sull'opportunità di tale accertamento, pur senza fornire indicazioni sulle possibili fonti di informazione.
Il 9 maggio, mentre era in corso la seduta della Direzione DC, l'annuncio del ritrovamento del corpo senza vita dell'onorevole Moro troncava brutalmente ogni speranza e concludeva nella maniera più dolorosa la tragedia iniziata cinquantacinque giorni prima.
Annotazioni − (1) Vedi "Il Popolo" dell'8 maggio 1978.