03. Dialettizzatevi con Moro". Uno a uno: la salvezza? Ma almeno un "gesto"!
Commissione Parlamentare - Relazione Minoranza MSI
Documento aggiornato al 04/01/2005
La Relazione di maggioranza esclude la "trattativa" e nega che la "trattativa" fosse una via praticabile per condurre alla salvezza di Aldo Moro. In ciò la DC e il PCI vengono favoriti da alcuni ripensamenti tardivi di esponenti socialisti, prima fermamente convinti della validità della "trattativa".
A noi interessa rilevare che una cosa è scegliere la "fermezza" e respingere l'idea della trattativa, altra è dichiarare che la trattativa non avrebbe comunque dato risultato. Il "dialettizzatevi con Moro" trasmesso dal "fronte interno" delle BR, e riferito da Giannino Guiso è contro quest'ultima ipotesi, e risponde in pieno allo sforzo di Aldo Moro di "dialettizzarsi" con la DC. Nessuno può dire, almeno per ora, che lo scambio uno a uno era un obbiettivo concreto e realizzabile, ma nessuno può escluderlo visto che non è stato seriamente perseguito.
Una cosa sembra certa: che se fosse esistita la certezza della non praticabilità di tale via, la DC avrebbe dato all'opinione pubblica almeno un segnale di pietà anche in questo senso. Ma Moro non invocava pietà. Insegnava alla DC, freddamente, il modo "tecnico" della propria liberazione. Ecco il significato di quel "dialettizzarsi". Moro parla dell'uso internazionale dello scambio di prigionieri ("questa - dirà - è una guerra o guerriglia"), cita precedenti di altri Stati, cita precedenti del nostro Stato (Fiumicino, e la libertà concessa ai terroristi catturati, portati addirittura in salvo a Beirut dai nostri Servizi). E' rimasta confusa la vicenda dell'uno a uno, ma se è vero - come sembra certo - che le BR, a quel punto, chiedevano solo un "gesto" da parte del Governo (qualcuno parlò - ad esempio - della rimozione dei vetri nelle sale di colloquio delle carceri di massima sicurezza), a quel punto, non il Governo direttamente, ma magari i suoi Servizi tuttofare un "gesto" dovevano compierlo. Un "gesto" che non prevedesse scambi, ma che servisse a sondare in concreto la volontà dei terroristi.
Questa immobilità assoluta, questa voluta carenza di iniziative, resta sospetta. E non si può giustificare con la linea della "fermezza"! Come non trova giustificazione il non avere capito, da parte del Governo e di chi lo sosteneva, che i tempi delle BR erano molto più ristretti dei tempi del fronte della "fermezza".
I conciliaboli dei partiti, le estenuanti riunioni politiche, le riunioni governative, mal si conciliavano con l'urgenza di decidere in concreto per passare dalla passività all'iniziativa. Le BR hanno giocato come il gatto con il topo, in un primo momento: basti pensare alla graduale ricollocazione delle auto nei luoghi del delitto sotto gli occhi della Polizia, mentre Roma e l'Italia assistevano al più spettacolare schieramento di forze di questi ultimi decenni. Poi hanno lasciato l'iniziativa a Moro che l'ha condotta con disperata lucidità, sentendosi dare del "pazzo" dalla sua gente. Ma il drammatico gioco non poteva durare più a lungo; del resto 54 giorni non sono pochi per un Governo bene intenzionato a piombare sui terroristi, o a compiere un "gesto" non compromettente. Naturalmente per un Governo disposto a non bruciare occasioni decisive come Gradoli e Triaca!
A noi interessa rilevare che una cosa è scegliere la "fermezza" e respingere l'idea della trattativa, altra è dichiarare che la trattativa non avrebbe comunque dato risultato. Il "dialettizzatevi con Moro" trasmesso dal "fronte interno" delle BR, e riferito da Giannino Guiso è contro quest'ultima ipotesi, e risponde in pieno allo sforzo di Aldo Moro di "dialettizzarsi" con la DC. Nessuno può dire, almeno per ora, che lo scambio uno a uno era un obbiettivo concreto e realizzabile, ma nessuno può escluderlo visto che non è stato seriamente perseguito.
Una cosa sembra certa: che se fosse esistita la certezza della non praticabilità di tale via, la DC avrebbe dato all'opinione pubblica almeno un segnale di pietà anche in questo senso. Ma Moro non invocava pietà. Insegnava alla DC, freddamente, il modo "tecnico" della propria liberazione. Ecco il significato di quel "dialettizzarsi". Moro parla dell'uso internazionale dello scambio di prigionieri ("questa - dirà - è una guerra o guerriglia"), cita precedenti di altri Stati, cita precedenti del nostro Stato (Fiumicino, e la libertà concessa ai terroristi catturati, portati addirittura in salvo a Beirut dai nostri Servizi). E' rimasta confusa la vicenda dell'uno a uno, ma se è vero - come sembra certo - che le BR, a quel punto, chiedevano solo un "gesto" da parte del Governo (qualcuno parlò - ad esempio - della rimozione dei vetri nelle sale di colloquio delle carceri di massima sicurezza), a quel punto, non il Governo direttamente, ma magari i suoi Servizi tuttofare un "gesto" dovevano compierlo. Un "gesto" che non prevedesse scambi, ma che servisse a sondare in concreto la volontà dei terroristi.
Questa immobilità assoluta, questa voluta carenza di iniziative, resta sospetta. E non si può giustificare con la linea della "fermezza"! Come non trova giustificazione il non avere capito, da parte del Governo e di chi lo sosteneva, che i tempi delle BR erano molto più ristretti dei tempi del fronte della "fermezza".
I conciliaboli dei partiti, le estenuanti riunioni politiche, le riunioni governative, mal si conciliavano con l'urgenza di decidere in concreto per passare dalla passività all'iniziativa. Le BR hanno giocato come il gatto con il topo, in un primo momento: basti pensare alla graduale ricollocazione delle auto nei luoghi del delitto sotto gli occhi della Polizia, mentre Roma e l'Italia assistevano al più spettacolare schieramento di forze di questi ultimi decenni. Poi hanno lasciato l'iniziativa a Moro che l'ha condotta con disperata lucidità, sentendosi dare del "pazzo" dalla sua gente. Ma il drammatico gioco non poteva durare più a lungo; del resto 54 giorni non sono pochi per un Governo bene intenzionato a piombare sui terroristi, o a compiere un "gesto" non compromettente. Naturalmente per un Governo disposto a non bruciare occasioni decisive come Gradoli e Triaca!