1. Quadro storico-politico
Dalla relazione della Commissione Parlamentare sul Terrorismo.
Documento aggiornato al 24/02/2006
L'esposizione che precede consente indubbiamente di rimarcare alcune differenze che segnano la vicenda Gladio rispetto ad altre che la avevano preceduta e che in essa in qualche modo confluirono. Ed infatti mentre Gladio è la storia di un segreto assoluto mantenuto per oltre quarant'anni, fenomeni anteriori oggetto di indagine da parte della Commissione (quali ad esempio la organizzazione Osoppo e per altro profilo l'associazione Pace e Libertà) ebbero nel loro svolgimento solo in parte carattere di segretezza. Sicché non soltanto la loro esistenza fu almeno in parte immediatamente percepibile, ma la loro storia, anche per i profili evolutivi, può oggi ricostruirsi su tracce documentali abbastanza copiose. Tale differenza è fenomeno in sé comprensibile ed insieme fortemente significativo per il suo collegamento (che alla Commissione appare indiscutibile), come effetto a causa, al consolidarsi delle istituzioni democratiche nel nostro Paese durante il sesto decennio del secolo. Non è dubbio infatti che negli ordinamenti democratici la pluralità dei centri di decisione e di controllo determinano una trasparenza che attenua - ottativamente sino a farlo scomparire - il carattere di parziale invisibilità connaturato al potere (87). Altrettanto indubbio è peraltro che nel concreto dell'esperienza storica tale obiettivo non è mai stato pienamente raggiunto, permanendo anche all'interno degli ordinamenti democratici contemporanei quello che in sede teorica è stato efficacemente definito un irriducibile "nucleo cesareo" (gli "arcana imperii"), un'area di "decisioni chiuse" (e come tali sottratte alla trasparenza e visibilità che caratterizza la decisione democratica) cui appartengono, peraltro senza esaurirla, gli apparati di sicurezza, quali organismi "armati" incorporanti forti elementi di emergenza e istituzionalmente operanti secondo principi di segretezza fortemente derogatori rispetto alle regole generali proprie di ogni altro settore. Su tali basi, sempre in sede teorica, è stato altresì sottolineato come tale duplicità di piani sia venuta ad accentuarsi a partire dal secondo dopoguerra in funzione della specificità della situazione internazionale. Nella stessa, infatti, i singoli stati nazionali sono venuti a trovarsi inseriti, sia pure in forme diverse, in due grandi aree economiche, politiche e militari: da ciò lo svilupparsi all'interno di ciascuno stato di un fenomeno che efficacemente è stato definito come il "sistema della doppia lealtà" (88). Tale sistema ha fortemente influito principalmente, ma non soltanto, sugli apparati di sicurezza in quanto parti di uno schieramento internazionale a difesa di un ordine dato contro un'insidia, determinandone l'assunzione di compiti che solo ad una prima approssimazione possono qualificarsi frutto di occasionali deviazioni. Gli stessi ad un'analisi più approfondita appaiono invece la conseguenza naturale della dilatazione che l a categoria della "sicurezza" assume per l'attenuarsi in modo quasi assoluto della differenza tra interno/esterno ed insieme per l'attitudine dei servizi (strumenti delicati funzionanti in un settore sempre più strategico del mondo contemporaneo: raccolta, analisi ed organizzazione di informazioni) ad un più alto grado di integrazione o per lo meno di coordinamento internazionale, non registrabile per gli altri apparati nazionali; ciò tanto più in situazioni specifiche come quella italiana, il cui carattere di "frontiera" è stato già prima più volte sottolineato. Dalla correttezza di tale impostazione teorica il materiale indagativo raccolto dalla Commissione sin dalla sua costituzione consente un ampio ed agevole riscontro; può dirsi anzi che tale impostazione è apparsa alla Commissione un criterio di analisi che consente un inquadramento sufficientemente unitario di un materiale che altrimenti apparirebbe eterogeneo. Da ciò una duplice conseguenza:
a) il dover riconoscere che in Italia, più intensamente che in altre democrazie occidentali, le istituzioni visibili sono state sottoposte ad una tensione e torsione continua per effetto di vicende sotterranee che assunsero negli anni '60/'70 una crescente drammatizzazione, fortemente influenzando anche lo svolgimento visibile degli eventi;
b) il dover prendere atto che al consolidarsi delle istituzioni democratiche ha corrisposto un più intenso livello di occultamento di tali flussi sotterranei, che divengono identificabili soltanto attraverso i loro ricorrenti e sempre più drammatici momenti di emersione. Tra questi, nella sequenza cronologica che caratterizza l'esposizione, assumono rilievo gli eventi già ampiamente noti che fortemente segnarono la situazione politica del Paese nell'estate del 1964 e che ebbero, come momento preliminare e preparatorio, un nuovo orientamento operativo dal Sifar assunto già sul finire del decennio anteriore.
a) il dover riconoscere che in Italia, più intensamente che in altre democrazie occidentali, le istituzioni visibili sono state sottoposte ad una tensione e torsione continua per effetto di vicende sotterranee che assunsero negli anni '60/'70 una crescente drammatizzazione, fortemente influenzando anche lo svolgimento visibile degli eventi;
b) il dover prendere atto che al consolidarsi delle istituzioni democratiche ha corrisposto un più intenso livello di occultamento di tali flussi sotterranei, che divengono identificabili soltanto attraverso i loro ricorrenti e sempre più drammatici momenti di emersione. Tra questi, nella sequenza cronologica che caratterizza l'esposizione, assumono rilievo gli eventi già ampiamente noti che fortemente segnarono la situazione politica del Paese nell'estate del 1964 e che ebbero, come momento preliminare e preparatorio, un nuovo orientamento operativo dal Sifar assunto già sul finire del decennio anteriore.