La Controrivoluzione Preventiva

06. Nello Stato Imperialista riformismo e annientamento sono forme integrate della medesima funzione

Documento aggiornato al 07/02/2005
Poiché con la formazione dello Stato imperialista il carattere antagonistico della contraddizione di classe si svela fino in fondo, acuito inoltre dalla contraddizione tra interesse globale dell'imperialismo e interessi particolari dell'area (contraddizione interimperialistica), le forme e gli strumenti del dominio devono necessariamente rafforzarsi e raffinarsi al massimo grado. Istruito dalle lotte presenti e passate dei popoli su scala planetaria, consapevole della sua debolezza strategica e della forza tattica che l'enorme apparato gli conferisce, l'imperialismo delle multinazionali punta all'unico obbiettivo che può prolungargli la sopravvivenza: prevenire ed annientare la rivoluzione prima che essa possa dispiegarsi in tutta la sua potenza e mobilitare tutte le sue forze nel progetto strategico vitale: la controrivoluzione preventiva.
Con il riformismo, le piccole concessioni alle "aristocrazie" metropolitane, cerca di bloccare la lotta proletaria prima che raggiunga il livello di guardia, per recuperarla, rinserrandola poi all'interno del suo "sviluppo"; contemporaneamente, pacificate le retrovie, passa all'annientamento di quella parte di proletariato che non può "comprare" né rinserrare nel suo sviluppo.
Il riformismo non è mai separato dall'annientamento. Non è un'altra cosa. Il riformismo non è una politica della classe operaia, ma una politica dello stato imperialista contro il proletariato metropolitano.
Lo Stato imperialista delle multinazionali si presenta quindi come una struttura riformistico-repressiva altamente integrata e centralizzata. Da una parte abbiamo gli strumenti pacifici il cui scopo è assicurare il consenso delle masse: partiti istituzionali, sindacati, mass-media... Dall'altra gli strumenti militari il cui fine è l'annientamento: nuclei speciali, tribunali speciali, carceri speciali e cioè forze per la repressione generalizzata. Entrambi sono parti coesistenti e funzionali della stessa politica. Entrambi sono forme di uno stesso Stato.
Insomma Santillo è il gemello di Lama!
Questa coesistenza delle funzioni riformistico-repressive subisce poi, a seconda delle fasi del ciclo economico, delle modificazioni di qualità di una certa importanza, ma non tali da intaccare la sostanza dello Stato imperialista.
Così nella fase di espansione economica, lo Stato imperialista mostra soprattutto il volto umano e pacifico del riformismo che però nasconde denti di acciaio. In questa fase regna la pace, ma si tratta di una "pace armata". Al contrario, nella fase di crisi economica appaiono soprattutto le armi e il rapporto Stato-società si militarizza sempre più. Non per questo lo Stato imperialista rinuncia all'uso del riformismo. Solo che ora esso, avendo perduto la sua base materiale si trasforma in "pura ideologia" e tende ad assumere la funzione di "controllore delle masse", di "polizia antiproletaria".
In questa fase lo scontro tra rivoluzione e controrivoluzione si fa sempre più generalizzato e si entra così in una nuova fase: la guerra!
Il processo di controrivoluzione preventiva che caratterizza il movimento della borghesia imperialista in questa fase impone alle forze rivoluzionarie una nuova elaborazione della strategia per la presa del potere e quindi anche dei principi e delle forme organizzative.
Non avendosi più una fase politica separata da quella militare perché nello Stato imperialista riforma e annientamento sono coesistenti e funzionali, l'unica possibilità di praticare il terreno politico dello scontro si dà con il fucile in mano.
La strategia insurrezionalista di derivazione terzinternazionalista esce dalla storia e fa il suo ingresso la guerriglia, la guerra di classe di lunga durata.
Nella fase che abbiamo definito di "pace armata" (e cioè nella fase di espansione del ciclo in cui è prevalente l'uso degli strumenti riformistici su quelli più apertamente repressivi) dal lato delle forze rivoluzionarie prevale la tattica della propaganda armata mentre nella fase della "guerra" (e cioè nella fase di crisi del ciclo in cui diventano prevalenti gli strumenti di repressione e annientamento dei comportamenti antagonistici della classe) dal lato delle forze rivoluzionarie prevale la pratica della guerra civile rivoluzionaria.
 
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