17. Sulle forme dell'azione di guerriglia nell'attuale congiuntura

Documento aggiornato al 07/02/2005
Ogni fenomeno nel suo divenire si trasforma. Questa trasformazione non è solo "quantitativa", ma investe anche la sua "qualità": Questa è una legge generale del materialismo dialettico e perciò vale anche per la guerriglia e le sue forme di combattimento:
1 - All'inizio e per forza di cose, operavamo per piccoli nuclei, e abbiamo praticato piccole azioni. 2 - Poi, crescendo la forza e il radicamento della guerriglia, siamo passati ad azioni più complesse che impegnano contemporaneamente ma sempre in piccole azioni, più nuclei. 3 - Oltre ancora la guerriglia si è mossa per campagne e cioè contemporaneamente in più poli sulla stessa linea di combattimento. Questa è una direttrice di crescita della guerriglia.
Una seconda direttrice di crescita è stata quella del passaggio da "azioni rapide" ("mordi e fuggi") ad "azioni prolungate" (Amerio, Sossi, Costa) ciò ci ha consentito di svolgere una propaganda armata più incisiva e di dimostrare al Movimento di resistenza i livelli raggiunti dalla guerriglia nell'organizzazione del potere proletario. Ci ha consentito inoltre di ampliare e moltiplicare le contraddizioni all'interno dello Stato.
Una terza direttrice infine è stata quella del rapido concentramento di forze numerose per attaccare il nemico in piccole battaglie (Casale, Coco).
Abbiamo riassunto queste tre direttrici di crescita dell'azione guerrigliera perché sono quelle che fanno emergere con maggiore intensità i contenuti fondamentali della guerriglia.
La forza reale della guerriglia dimostra non solo "alzando il tiro" ma soprattutto impostando campagne sempre più articolate (che investono un numero crescente di poli); impegnando il nemico in azioni prolungate che esaltino ed esasperino tutte le sue contraddizioni interne, attaccando le forze nemiche di sorpresa in battaglie via via più consistenti che forniscano alle masse proletarie il margine reale della crescita della forza guerrigliera.
Inoltre la ristrutturazione dello Stato Imperialista delle Multinazionali si caratterizza per la sua estrema militarizzazione e per la concentrazione di forza militare a difesa dei suoi organismi vitali, del proprio personale di direzione, delle sue strutture fondamentali ecc.
Sviluppare l'iniziativa rivoluzionaria per disarticolare politicamente e militarmente questo apparato, comporta l'adozione di nuove tecniche di combattimento che prefigurino e facciano vivere sin da oggi l'aspetto fondamentale della guerra civile dispiegata: l'annientamento delle forze imperialiste. Questo non significa che non esistono più mediazioni adottabili, ma che esse vanno viste in rapporto dialettico con la necessità di incidere "militarmente" per poter incidere "politicamente".
Compito dell'organizzazione guerrigliera è di passare dalle azioni cosiddette "dimostrative" a quelle che danno al combattimento un inequivocabile significato "distruttivo" della forza nemica. Nessun obbiettivo deve essere difendibile, dai gorilla e dai mercenari del regime, nessun bunker nel quale gli agenti della controrivoluzione si nascondono deve potersi dire "sicuro".
Le tecniche della guerriglia consentono questo, dobbiamo farle nostre ed addestrarci ai nuovi livelli di combattimento che la guerra di classe ci impone.
 
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